Pisa ha mantenuto alta la mobilitazione contro la violenza della polizia e a fianco della Resistenza palestinese.
Oltre 5000 persone hanno attraversato in corteo la città fermandosi di fronte ai palazzi del potere, dal Comune alla Prefettura, verso la Questura e gli istituti di alta specializzazione universitaria come il Sant’Anna complici del genocida stato di Israele.
Un ottimo segnale per le lotte che ci aspettano contro i venti di guerra che spirano dall’Ucraina alla Palestina, sino al Mar Rosso con la famigerata operazione Aspides, che vede l’Italia alla sua guida.
Sui giornali e nelle trasmissioni TV che si susseguono in questi giorni sul “caso Pisa” si parla poco di Palestina, gli articoli dibattono sul tasso di democraticità nelle piazze, come se gli ultimi pestaggi fossero un fatto straordinario e non invece la routine che chi manifesta conosce bene, in tutta Italia.
Una operazione che è divenuta sistematica nella città della torre, con fiumi di inchiostro dal quale non emerge mai con chiarezza il motivo per il quale gli studenti hanno preso le manganellate, e cioè la lotta contro il genocidio in atto in Palestina per mano del regime sionista.
Da Pisa a tutto il paese si rinnova un messaggio forte al fianco della Resistenza del popolo palestinese, contro la guerra imperialista euroatlantica e la politica adottata dal governo sia sul “fronte interno” che sul “fronte internazionale”.
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