Ieri ad Odessa ci sono state alcune esplosioni a meno di 200 metri dal convoglio di auto che trasportava Zelenski e il primo ministro greco Mitsotakis che di lì a poco dovevano incontrarsi nella città ucraina.
Le esplosioni sono state causate da uno o più droni russi che hanno colpito le infrastrutture portuali di Odessa o una fabbrica di droni nella zona, provocando 5 morti. Zelenski non si era mai trovato così vicino alle conseguenze materiali della guerra e forse questa improvvisa “vicinanza” potrebbe indicare nuovi scenari.
Un servizio della sempre ben informata agenzia Nova, riporta un articolo comparso sul giornale Asia Times secondo cui il Dipartimento della Difesa Usa starebbe studiando un piano per la fuga del presidente ucraino Volodymyr Zelensky da Kiev, nell’eventualità di un collasso del suo governo.
Ad avanzare questo scenario in un editoriale sul quotidiano Asia Times non è un commentatore qualsiasi ma Stephen Bryen (1), un ex funzionario della commissione Relazioni estere del Senato Usa ed ex vice sottosegretario per le politiche della Difesa.
Secondo Bryen, il Pentagono si starebbe ispirando all’Operazione tedesca che nel settembre 1943, liberò Benito Mussolini dalla prigionia a Campo Imperatore, sul Gran Sasso, pochi giorni dopo l'annuncio di Badoglio della resa incondizionata delle forze italiane agli Alleati.
Stando all’ex funzionario statunitense la Nato – e soprattutto gli Stati Uniti – si trovano in una situazione di grande difficoltà dopo il fallimento della controffensiva ucraina della scorsa estate, e a seguito dei recenti successi registrati dalle forze russe sul campo in Ucraina orientale.
Nell’analisi di Bryen, gli Usa si trovano in difficoltà a causa “della mancanza di supporto politico per qualsiasi operazione militare della Nato in Ucraina”, specie dopo la recente fuga di informazioni riguardante ufficiali delle forze armate tedesche che discutevano l’eventualità di un attacco con i missili tedeschi “Taurus” contro il Ponte di Kerch in Crimea.
Il Segretario alla Difesa Austin e il Pentagono si troverebbero così “di fronte a un dilemma: senza una provocazione tale da giustificare un intervento della Nato (…) non è chiaro cosa gli Stati Uniti possano fare per salvare l’Ucraina”.
A suo avviso sarebbero stati proprio gli Stati Uniti “a incoraggiare il presidente francese Macron a proporre l’idea di inviare truppe della Nato in Ucraina”, per frenare l’avanzata russa: un’idea che secondo Bryen “non sarebbe stata discussa nei circoli ufficiali, non fosse stato per il fallimento della controffensiva ucraina e il collasso delle difese ad Avdiivka”.
Secondo Asia Times, un collasso politico a Kiev, o il tentativo della Russia di forzare politicamente la mano all’Ucraina, tentando di insediare un presidente disponibile a negoziare, potrebbe fornire agli Usa l’opportunità “per un intervento diretto di forze Nato nel Paese senza suscitare una reazione russa”.
Ma a quel punto un tale scenario comporterebbe la necessità di una esfiltrazione di Zelensky sul modello del salvataggio di Mussolini: in caso di necessità – afferma il quotidiano – il presidente ucraino potrebbe essere evacuato e trasportato in una località dell’Ucraina occidentale, ad esempio a Leopoli. Da lì, Zelensky potrebbe attendere un momento propizio per tornare nella capitale ucraina, oppure – nel caso la situazione si compromettesse ulteriormente – potrebbe fuggire all’estero.
L’amministrazione Biden, secondo Byren, punta però a scongiurare tale scenario almeno sino alle elezioni presidenziali del prossimo novembre, per evitare il ripetersi di un fallimento politico simile a quello del ritiro delle forze Usa dall’Afghanistan nel 2021.
In un altro articolo comparso su Weapons.substack – una testata specializzata in questioni militari – Byren ha sottolineato come la corruzione in Ucraina è dilagante e, nonostante alcuni sforzi per ridurla, è in aumento. “Con il deteriorarsi della situazione dell’Ucraina, si moltiplicano gli schemi di arricchimento rapido e di fuga. Zelensky ha licenziato oggi un altro generale di campo come parte dell’epurazione iniziata con Zaluzhny. Il sindaco di Kiev, che ha sfidato Zelensky, ha dichiarato oggi che il licenziamento di Zaluzhny è stato un errore e chiede un governo nazionale per sostituire Zelensky”.
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