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12/04/2024

La Sapienza prima al mondo negli studi classici. Il “pubblico” funziona meglio

L’Università La Sapienza di Roma si conferma, per il quarto anno consecutivo, la prima al mondo negli studi classici e di storia antica. Lo dice una delle due classifiche più riconosciute sul piano internazionale, la QS (Quacquarelli Symonds), che in questo ranking di primavera valuta il punteggio dei singoli atenei sulle materie “subjects”.

L’Università La Sapienza di Roma ha ottenuto tale significativo riconoscimento a livello internazionale, con un incremento del 21% nella sua valutazione complessiva, segnando il miglioramento più notevole tra le istituzioni accademiche italiane.

A stretto seguito, l’Università Luiss Guido Carli e il Politecnico di Milano hanno entrambi registrato un aumento del 17% nelle loro valutazioni.

Questi dati emergono dall’ultima edizione della classifica mondiale delle università QS, e Luciano Vasapollo, decano di economia della Sapienza, professore da molti anni nella Facoltà di Lettere, commenta: “questo nuovo riconoscimento premia l’impegno della nostra comunità di docenti in un ateneo che ha grande tradizione storica e qualità culturale, e che si connota per il suo carattere di università pubblica dove vige una piena libertà di insegnamento che dà cittadinanza a visioni diverse in dialogo tra loro, come quella marxista e quella cattolica, e si offrono le medesime opportunità formative a studenti di provenienze geografiche e sociali anche molto lontane tra loro, superando grazie all’impegno di docenti e studenti queste differenze di nazionalità e di censo che altrove in Italia stanno determinando penose ingiustizie.
Ovviamente non siamo un’isola felice e alcune tensioni si riverberano anche qui, in un confronto serrato con gli studenti che rivendicano giustamente i loro diritti, così come chiedono giustizia per il popolo palestinese massacrato a Gaza”.

“Sottolineo anche – aggiunge Vasapollo – il forte legame della Sapienza con le istituzioni accademiche dell’America Latina con le quali tradizionalmente collaboriamo in progetti di cooperazione scientifica e culturale, come testimonia, tra l’altro, il conferimento nel 2015 del dottorato hc all’allora presidente boliviano Evo Morales e l’imminente consegna al sottoscritto dell’analogo titolo da parte dell’Università de L’Avana, la cui cerimonia avrà luogo il 17 aprile nell’Aula Magna del plesso Marco Polo che afferisce alla nostra Facoltà di Lettere”.

Anche se la classifica evidenzia una carenza di atenei di alto livello nel Sud Italia, fatta eccezione per le istituzioni partenopee, le università italiane continuano a distinguersi in ambito internazionale, soprattutto nelle aree delle arti, delle discipline umanistiche e degli studi ambientali.

Questa tendenza conferma una tradizione di eccellenza e un impegno costante verso l’innovazione. Nel dettaglio, il settore di Lettere e arti vede l’Italia posizionarsi con 115 riconoscimenti tematici, di cui 22 nei primi 50 posti a livello globale.

Per quanto riguarda gli Studi classici e la Storia antica, dunque, l’Italia mantiene un ruolo di leader mondiale, con la Sapienza di Roma in testa alla classifica e la Scuola Normale Superiore di Pisa tra le prime cinque.

Ma Sapienza fa una notevole apparizione anche tra i primi 50 al mondo in Data Science and Artificial Intelligence, assicurandosi la 46esima posizione. L’Alma Mater Studiorum – Università di Bologna entra nella top 100 mondiale per Lingua e Letteratura Inglese, al 71 posto.

Nel campo dell’ingegneria e della tecnologia, l’Italia si afferma con 78 voci tematiche, evidenziando la presenza di 13 università tra le prime 50 a livello mondiale. Il Politecnico di Milano e il Politecnico di Torino si distinguono particolarmente, raggiungendo posizioni di rilievo in Ingegneria – Meccanica, Aeronautica e Manifatturiera.

Le scienze della vita rappresentano un altro settore di spicco per l’Italia, con tre università tra le prime 50 a livello mondiale e venti tra le prime 200. L’Università degli Studi di Milano, l’Università di Bologna e la Sapienza di Roma sono tra le istituzioni che hanno registrato notevoli avanzamenti, soprattutto in Farmacia, Veterinaria e Medicina.

Nel dominio delle Scienze Naturali, l’Italia conta 132 piazzamenti, con 31 università riconosciute per il loro contributo accademico. Il Politecnico di Milano si evidenzia per la sua posizione in Matematica e Chimica.

Per quanto riguarda le Scienze Sociali, l’Italia vanta 123 piazzamenti, con prestazioni eccellenti dell’Università Commerciale Luigi Bocconi e dell’Università Luiss Guido Carli in campi come Marketing, Studi Aziendali, Economia, Contabilità e Finanza.

Nel settore dell’arte e del design, quattro istituti italiani, tra cui l’Istituto Marangoni e la NABA, si classificano tra i primi 100 al mondo. Il Conservatorio di Roma Santa Cecilia ottiene riconoscimenti nelle Arti dello Spettacolo, confermando l’Italia come un punto di riferimento globale per la formazione in questi campi.

QS Quacquarelli Symonds, l’analista internazionale della formazione universitaria, ha pubblicato la quattordicesima edizione della QS World University Rankings by Subject.

La classifica fornisce un’analisi comparativa indipendente sulle prestazioni di oltre 1500 università in 96 Paesi e territori, in 55 discipline accademiche e cinque ampie aree di studio. Fanno parte della serie annuale di QS World University Rankings, che nel 2023 è stato consultato oltre 60 milioni di volte su TopUniversities.com e coperto 124.000 volte dai media di tutto il mondo.

I risultati vedono le università statunitensi in testa in 32 discipline, il doppio del concorrente internazionale più vicino, il Regno Unito, con 16 discipline. L’Università di Harvard è l’istituzione più performante al mondo, con il primo posto in 19 discipline.

Segue il MIT Massachusetts Institute of Technology, che primeggia in 12 discipline. In Europa la prima in numero di materie è l’Università di Oxford con 4 discipline (il doppio della storica rivale Cambridge e del Royal College of Music) mentre unica italiana è La Sapienza di Roma (per studi classici e storia antica).

La classifica QS comprende ora 56 università italiane, per un totale di 577 piazzamenti in classifica – con un aumento netto di 47 rispetto all’edizione precedente – in 55 discipline accademiche, tra cui Musica, la new-entry di questa edizione. Si conferma nella Top 20 mondiale la Libera università internazionale degli studi sociali (Luiss) e prima a livello nazionale per gli studi politici e internazionali. Inoltre la Luiss fa il suo ingresso nelle migliori 50 al mondo per il Marketing.

Tra questi elenchi, ci sono 71 nuovi piazzamenti italiani. Per quanto riguarda le performance, il 45% dei posti italiani in classifica è rimasto stabile, il 19% ha registrato un miglioramento, mentre il 24% ha subito un calo, con una leggera flessione complessiva del -5% rispetto all’anno scorso.

Inoltre, le università italiane si sono aggiudicate 99 posizioni (3 in più rispetto alla scorsa edizione) nelle cinque grandi aree di studio: arti e scienze umane, ingegneria e tecnologia, scienze della vita, scienze naturali e scienze sociali.

A livello globale, l’Italia si colloca al settimo posto per numero di ingressi in classifica e all’ottavo per numero di università presenti. Una ripartizione dettagliata delle classifiche per livello – tra cui n. 1, top 10, top 20, top 50, top 100 e top 200 – per i Paesi dell’Unione Europea presenti in questo studio vede l’Italia occupare la seconda posizione per numero di posti in classifica complessivi, dietro solo alla Germania.

Tra questi spicca La Sapienza – Università di Roma, che mantiene la sua leadership mondiale negli studi classici e di storia antica, a testimonianza dell’eccellenza accademica italiana.

In un confronto più mirato all’interno dell’Ue, l’Italia si colloca al secondo posto per numero di inserimenti nella top ten mondiale delle materie, con otto inserimenti, subito dopo i Paesi Bassi, in testa con 13 inserimenti. In particolare, l’Italia risulta essere il nono miglior sistema di formazione universitaria a livello globale tra i 96 Paesi e territori classificati, in termini di piazzamenti nelle prime 10 posizioni.

I suoi otto posti in classifica eguagliano quelli della Cina – nonostante la Cina abbia un numero di università classificate più che doppio rispetto all’Italia – e superano di tre posizioni quelle di Germania, Francia e Giappone.

Al di fuori dell’Ue, nell’Europa continentale, la Svizzera si distingue per essere al terzo posto a livello globale per numero di piazzamenti nella top ten, con 31 voci. Questo dato colloca la Svizzera subito dopo il Regno Unito e gli Stati Uniti, evidenziando il suo impatto significativo sulla formazione universitaria globale. La Sapienza di Roma, Bologna e Padova sono le università italiane più rappresentate nella classifica, con rispettivamente 47, 46 e 37 voci.

Seguono da vicino l’Università degli Studi di Milano e l’Università degli Studi di Napoli – Federico II, che completano la top five con una gamma diversificata di materie classificate.

Il Politecnico di Milano si distingue per il maggior numero di nuovi ingressi in Italia quest’anno, per un totale di otto, che portano il suo totale a 23. In particolare, entra al 12 posto per Ingegneria del Petrolio, al 23 posto per Data Science e Intelligenza Artificiale e rientra nella fascia 51-100 per Studi sullo Sviluppo. L’Università Bocconi vede un’espansione significativa con l’aggiunta di sei nuove discipline, più che raddoppiando il suo precedente totale a 11.

Debutta tra i primi 50 al mondo in Politica e amministrazione sociale, con la 38a posizione, e in Giurisprudenza, con la 57a. L’Università di Padova e l’Università di Torino introducono ciascuna cinque nuove discipline in classifica, potenziando il proprio riconoscimento accademico internazionale. Ora sono presenti rispettivamente in 37 e 26 materie.

Il Politecnico di Torino segna un debutto importante assicurandosi una posizione tra le prime 20 al mondo in Storia dell’arte, conquistando il 18 posto.

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