L’Ocse, l’organizzazione dei maggiori paesi a capitalismo avanzato ha presentato il suo rapporto nel quale alterna timide previsioni positive e consistenti allarmi negativi.
Secondo l’Ocse l’economia globale “si è dimostrata resiliente”, l’inflazione è diminuita in linea con gli obiettivi delle banche centrali e i rischi per le prospettive stanno diventando più equilibrati.
“Ci aspettiamo una crescita globale costante per il 2024 e il 2025, anche se si prevede che la crescita rimarrà al di sotto della media di lungo periodo”, ha affermato il segretario generale dell’OCSE Mathias Cormann. “L’azione politica deve garantire la stabilità macroeconomica e migliorare le prospettive di crescita a medio termine. La politica monetaria dovrebbe rimanere prudente, con la possibilità di abbassare i tassi di interesse ufficiali man mano che l’inflazione diminuisce, la politica fiscale deve affrontare le crescenti pressioni sulla sostenibilità del debito e le riforme politiche dovrebbero stimolare l’innovazione, gli investimenti e le opportunità nel mercato del lavoro, in particolare per le donne, i giovani e gli anziani lavoratori.”
Ma per l’outlook dell’Ocse permane però una notevole incertezza. L’inflazione potrebbe rimanere elevata più a lungo, determinando riduzioni dei tassi di interesse più lente del previsto e portando a ulteriori vulnerabilità finanziarie. Le elevate tensioni geopolitiche rimangono un rischio significativo a breve termine per l’attività e l’inflazione, in particolare se il conflitto in evoluzione in Medio Oriente e gli attacchi nel Mar Rosso dovessero ampliarsi o intensificarsi.
Sul lato positivo, la crescita della domanda potrebbe rivelarsi più forte del previsto, soprattutto se le famiglie e le imprese dovessero attingere maggiormente ai risparmi accumulati durante la pandemia di Covid. Insomma mettere mano alle riserve e ai portafogli perchè quello di cui dispongono non basta più.
In questo contesto, l’outlook dell’Ocse presenta una serie di raccomandazioni politiche, evidenziando la necessità di garantire una riduzione duratura dell’inflazione, stabilire un percorso di bilancio che affronti le crescenti pressioni fiscali e intraprendere riforme che migliorino le prospettive di crescita a medio termine.
La politica monetaria deve rimanere prudente, per garantire che le pressioni inflazionistiche siano contenute durevolmente. Esiste la possibilità di abbassare i tassi di interesse ufficiali man mano che l’inflazione diminuisce, ma l’orientamento politico dovrebbe rimanere restrittivo nella maggior parte delle principali economie per qualche tempo a venire.
I governi si trovano ad affrontare crescenti sfide fiscali date gli elevati livelli di debito e le considerevoli pressioni di spesa aggiuntive derivanti dall’invecchiamento della popolazione, nonché dall’adattamento e dalla mitigazione del clima. È probabile che i futuri oneri del debito aumentino in modo significativo se non vengono intraprese azioni, evidenziando la necessità di maggiori sforzi a breve termine per contenere la crescita della spesa, migliorare l’efficienza della spesa pubblica, riallocare la spesa in aree che supportano meglio le opportunità e la crescita e ottimizzare le entrate fiscali.
“Le basi per la crescita futura della produzione e della produttività devono essere rafforzate da ambiziose riforme politiche strutturali per migliorare il capitale umano e trarre vantaggio dai progressi tecnologici”, ha affermato Clare Lombardelli, capo economista dell’OCSE.
Per il rapporto completo e ulteriori informazioni, visitare l’Economic Outlook online.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento