Ora l’ANP, l’Autorità palestinese sospende Al Jazeera in Cisgiordania. Gli scontri tra giovani palestinesi e forze di sicurezza dell’ANP attorno al campo profughi di Jenin, in Cisgiordania, vanno avanti da un mese e sono i più duri in quasi vent’anni. Nei giorni scorsi l’uccisione di una giovane contestatrice. Ovviamente c’entrano Israele e la guerra al massacro nella Striscia di Gaza.
Chi controlla cosa, e in quale modo
Dall’inizio di dicembre le forze di sicurezza dell’Autorità nazionale palestinese dell’anziano e mai rieletto Abu Mazen, stanno conducendo un’operazione militare in Cisgiordania contro i gruppi di miliziani che controllano il campo profughi di Jenin, tra cui il Jihad Islamico e Hamas. L’ANP è l’entità parastatale che governa in maniera semiautonoma (molto semi e poco autonoma) alcune zone della Cisgiordania (le pochissimo non sotto occupazione militare israeliana), ed è riconosciuta da gran parte della comunità internazionale come il governo legittimo ma di fatto imbelle e semi inesistente del popolo palestinese.
Dal 2007 Fatah contro Hamas
Gli scontri, che in questa scavalcamento di anno sono ancora in corso, sono i più duri tra fazioni palestinesi dal 2007, quando Fatah (cioè la fazione palestinese moderata che domina l’ANP) e Hamas combatterono una guerra civile per il controllo della Striscia di Gaza, che poi fu vinta da Hamas. Da allora, quasi 20 anni, va aggiunto, Fatah sconfitta, ha con ogni artificio impedito nuove elezioni nella certezza di perderle a favore di Hamas anche in Cisgiordania.
Jenin, più lager che campo profughi
Il campo profughi di Jenin fu creato all’inizio degli anni Cinquanta per ospitare le migliaia di persone palestinesi cacciate dalle proprie case dopo la fondazione dello stato di Israele, nel 1948. Come quasi tutti i campi profughi palestinesi, negli anni è diventato una città con infrastrutture ed edifici in muratura e attualmente ci vivono circa 20mila persone. Il campo è da tempo dominato da gruppi islamisti come il ‘Jihad Islamico’ e il cosiddetto ‘Battaglione Jenin’, una coalizione di vari gruppi armati in risposta alla occupazione militare israeliana, tra cui anche Hamas.
L’ANP con armi pesanti israeliane
L’operazione militare dell’ANP è cominciata il 5 di dicembre: da quel momento uomini armati in tenuta militare e mezzi corazzati (quelli dismessi dall’esercito israeliano), hanno bloccato tutte le entrate al campo. Nelle ultime settimane l’ANP ha ucciso almeno sei miliziani e arrestato più di 50 persone. Nella guerriglia interna in casa palestinese, i combattenti delle diverse milizie, sempre secondo l’ANP, avrebbero ucciso cinque membri delle forze di sicurezza. Pareggio di vittime, gravissima lacerazione interna alla già fragile parte palestinese, mentre non è affatto chiaro quanto le forze di sicurezza siano riuscite ad avanzare dentro al campo.
Via Al Jazeera, come Netanyahu
Questa settimana l’ANP ha vietato l’attività del network televisivo Al Jazeera nel territorio della Cisgiordania che controlla. L’ANP ha motivato la decisione politicamente pericolosa con ragioni generiche («violazione delle leggi e dei regolamenti»), ma secondo la principale Tv araba, dovuta al modo critico con cui il network ha descritto l’operazione militare a Jenin, definita in più di un’occasione come una concessione agli «interessi di Israele e dell’Occidente». Al Jazeera si è anche occupata estesamente del caso della giornalista palestinese Shatha Sabbagh, uccisa la settimana scorsa a Jenin: secondo la famiglia sarebbe stata uccisa con un colpo alla testa di un militare delle forze di sicurezza dell’ANP.
Versione ANP con conferme israeliane
L’ANP ha presentato l’operazione militare come necessaria per recuperare il controllo di Jenin e ha detto che la presenza dei miliziani nel campo profughi viene usata da Israele come scusa per compiere raid militari. Dall’inizio della guerra a Gaza, nell’ottobre del 2023, Israele – che occupa buona parte della Cisgiordania – ha condotto durissime operazioni militari anche contro gli insediamenti palestinesi in Cisgiordania, nelle quali sono state uccise complessivamente almeno 800 persone. L’ANP sostiene che eliminare i miliziani dal campo di Jenin, che è uno degli obiettivi principali di Israele, potrebbe contribuire a limitare gli attacchi israeliani.
Lavoro sporco al posto di Israele?
Hamas e gli altri gruppi islamisti sostengono invece che l’ANP e Fatah stiano facendo gli interessi di Israele e stiano indebolendo quella che per loro è «la resistenza palestinese». Certamente è anche un tentativo dell’ANP di mantenere una pur minima rilevanza, e mostrarsi come forza affidabile di governo alla parte ebraica e occidentale del blocco che sta strangolando e ridisegnando la Striscia di Gaza, per poi decidere il chi e il come amministrerà quello che rimarrà. Stati Uniti-Biden – che addestrano e finanziano le forze ANP – sostengono che, una volta eliminata Hamas, l’amministrazione della Striscia dovrebbe essere affidata a loro. Incerta la scelta di Stati Uniti-Trump, con Israele che ha precisato di voler mantenere un’ampia presenza militare nella Striscia con insediamenti di suoi Coloni.
Discredito ANP difficile da superare
Da tempo l’ANP è estremamente screditata agli occhi della popolazione palestinese. L’operazione militare nel campo di Jenin non sembra aver migliorato la situazione rileva il Post. A causa dei combattimenti a Jenin nell’ultimo mese sono stati interrotti più volte i rifornimenti di acqua ed elettricità, e anche gli ospedali sono stati coinvolti negli scontri. La popolazione civile è costretta a rimanere chiusa in casa, in condizioni di vita a dir poco precarie.
Una residente del campo di Jenin ha detto a CNN che «i veri fuorilegge» non si trovano nel campo, ma «nel complesso presidenziale»: il riferimento è a Mahmoud Abbas-Abu Mazie, il presidente dell’Autorità palestinese in attesa di improbabile confronto elettorale che Israele – assieme ad Al Fatah – certamente non favorirà.
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