Neanche a Burma o in Indonesia, considerati paesi le cui forme democratiche sono inesistenti o labili, si sono mai visti i lavori di un parlamento bloccati per 24 ore dopo la protesta di uno dei partiti di governo contro la calendarizzazione di una sentenza da parte della Corte di Cassazione.
Già perché, si badi bene, la protesta del Pdl, fedelmente raggiunto dal Pd, è contro l'idea che la Corte di Cassazione possa emettere un giudizio sul processo Mediaset in tempo per evitare la prescrizione a Silvio Berlusconi. Prescrizione, si badi altrettanto bene, resa possibile dalle leggi promulgate da uno dei governi Berlusconi.
Ecco che gli araldi delle forme, delle regole, della legalità ovvero i democratici svelano la natura di mentecatti politici di cui sono effettivamente composti. Partecipando ad una protesta contro una Corte Costituzionale che cerca di agire nel rispetto delle regole date. Cercando di salvare dall'interdizione dai pubblici uffici un personaggio di cui, tra l'altro, è vicina pure la condanna per induzione alla prostituzione minorile. Delirio puro. Tutto questo per cercare di salvare un governo suicida dal punto di vista economico, finanziario e sociale. Per garantire un paese reso ormai prono verso i peggiori appetiti finanziari, il terzo mercato obbligazionario al mondo,che è stato persino mollato dalla grande finanza (vedi declassamento di Standard & Poor's).
Il Pd, autoproclamatosi pragmatico fin dalla nascita, non riesce nemmeno ad essere furbo ed utilitarista. Perché è chiaro che la fedeltà interessata a Berlusconi non potrà che portare i democratici al disastro e alla diserzione di massa del proprio elettorato. Come Victor Hugo scrisse i Miserabili, romanzo d'autore dell'800, oggi abbiamo i mentecatti scrittura collettiva di inzio XXI secolo. Autore collettivo, il Pd ormai i Wu Ming della narrazione dello sfascio dell'Italia istituzionale.
redazione
10 luglio 2013
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