Non solo Erri De Luca o Gianni Vattimo. Sembra essersi rotta la diga
del conformismo subalterno al "politically correct" dettato dal governo e
dai suoi gazzettieri, di destra e di finta "sinistra". Anche Ascanio
Celestini prova a spiegare, addirittura al pubblico di "Repubblica", che
c'è un limite oltre il quale la stupidità è solo una manifestazione del
servilismo nei confronti del potere. Se poi questo potere è così
stupido da voler costruire a tutti i costi un tunnel che non sbucherà in
Francia per almeno venti anni (ammesso e non concesso che tra venti
anni la Francia sia d'accordo nel riprendere il discorso), allora quel
servilismo è anche - banalmente - decerebrato.
E i giochini di parole terroristici (da "sabotaggio" a "terrorismo",
fino al "mafiosi" del solito Esposito) non terrorizzano più nessuno...
*****
Non è un mistero la simpatia di Ascanio Celestini nei confronti del
movimento No Tav. Attore di teatro e drammaturgo da sempre impegnato
nella denuncia civile, l'autore di Scemo di guerra e Pecore nere ora
dichiara di essere pronto alla mobilitazione nel caso Erri De Luca
finisse davvero in tribunale con l'accusa di istigazione al sabotaggio
per avere espresso in una intervista all'HuffPost che “la Tav va sabotata”.
Amatissimo dalla sinistra, Celestini non teme di attaccare i media che riportano le notizie dalla Valsusa:
“Spesso sono barzellette”. E il pericoloso terrorismo, paventato dal
procuratore capo di Torino Giancarlo Caselli, diventa “ridicolo e
irresponsabile”. Perché i valsusini che sabotano le reti con le cesoie
sono al massimo paragonabili a Rosa Parks, la donna nera che osò sedersi
sull'autobus destinato ai bianchi. “Mentre dall'altra parte c'è un
esercito che per fortuna non ha ancora sparato”.
Basterebbe una visita ai cantieri dell'alta velocità, aggiunge
Celestini, per comprendere che “persino i militari e le forze
dell'ordine non vedono l'ora di tornare a casa”. E gli incendi alle
aziende che secondo gli inquirenti sono attribuibili alle frange dure
del movimento? “Non c'è confronto tra il danno causato a un capannone e il danno di una montagna distrutta. E comunque verificherei le reali responsabilità”.
Celestini è impegnato in numerosi progetti di teatro. A ottobre sarà al
Teatro Vittoria di Roma con lo spettacolo “Discorso alla nazione”.
Una bufera mediatica si è scatenata su Erri De Luca per avere detto che “la Tav va sabotata” dopo l'arresto di due ragazzi.
Erri De Luca ha ragione quando dice che nella macchina dei due arrestati c'era materiale da ferramenta.
Anch'io sono rimasto stupito quando ho letto la quantità di oggetti
che, secondo la polizia, venivano trasportati in quella Toyota Yaris. Mi
sono chiesto: ma quanto grande era quella macchina? M'è venuto in mente
un episodio legato a quegli attivisti No Dal Molin intercettati mentre
dicevano di avere “grosse quantità di Gnp” e immediatamente le forze
dell'ordine pensarono a chissà quale esplosivo. In realtà si trattava di
“genepì”, l'amaro piemontese.
I media amplificano dunque il pericolo No Tav?
Quello che viene scritto si tramuta in una barzelletta. I media sono a volte superficiali quando
trattano argomenti complessi come la Tav, ma è anche vero che spesso è
il pubblico a non chiedere un approfondimento. E allora penso che della
Tav non bisognerebbe parlarne più perché le notizie che circolano,
quelle sì, sono pericolose. Basta andare in Val di Susa per rendersi
conto che la situazione è completamente diversa e che coloro che si
oppongono al progetto non sono terroristi. Il vero pericolo in quella
valle sono lo Stato e le aziende che tentano di entrare nel gigantesco
affare.
Chi danneggia e sabota un cantiere deve comunque rispondere alle legge, no?
Ognuno si prende le proprie responsabilità. Chi taglia una rete con delle cesoie
sa benissimo che sta infrangendo le regole ma non per questo possiamo
dire che quelle regole siano giuste. Rosa Parks decise di prendere un
posto dell'autobus nonostante non fosse destinato a una donna nera come
lei, l'autista la denunciò e la polizia la arrestò: oggi però nessuno
sosterrebbe le ragioni di quell'autista e di quegli agenti.
In Val di Susa però un'azienda la scorsa settimana ha chiuso
per continui danneggiamenti ai suoi macchinari. Non proprio una protesta
non-violenta...
Le aziende hanno una assicurazione e
comunque io verificherei su quello che è realmente accaduto. Non darei
per scontato nulla. E inviterei a soppesare il danno a un capannone dato
alle fiamme confrontandolo con il danno provocato da una intera
montagna distrutta. Purtroppo qualsiasi cosa accada in Val di Susa
immediatamente si pensa a pericolosi terroristi infiltrati.
È proprio l'allarme terrorismo a essere paventato da
Giancarlo Caselli, il procuratore capo di Torino che indaga sui
danneggiamenti. È esagerato?
Il paragone con gli anni '70
non regge. Se parliamo del passato di Erri De Luca, diciamo allora che
Lotta Continua non era una organizzazione armata come le Br o i Nar. In
quegli anni la lotta armata fu possibile perché la situazione storica
era molto differente da quella attuale. Parlare oggi di pericolo
terrorismo è ridicolo e irresponsabile, soprattutto quando parliamo di
un territorio dove le due parti sono gli abitanti che tagliano le reti
con le cesoie e l'esercito, che fortunatamente ancora non spara.
È mai andato in Val di Susa?
Sì. L'ultima volta a
Chiomonte, o Chiomontistan come ormai viene chiamato dagli abitanti
riferendosi all'occupazione. Ho visto le gabbie che proteggono i
carabinieri incaricati di vigilare, sembrava di essere allo zoo. Quei
militari non si devono difendere da giovani dei centri sociali, come
spesso viene riportato dai media, ma da contadini ai quali è stata
sottratta la loro terra e per questo possono andare via di testa e
tirare sassi. Ho parlato con gli agenti, anche loro non sopportano più
la situazione e non vedono l'ora di andarsene.
Se ne andranno?
Purtroppo la questione della Tav
è diventata un conflitto pieno di contraddizioni, e come accade spesso
in questi casi la situazione cosiddetta emergenziale favorisce prese di
posizione autoritarie e anche lauti guadagni. Penso che in qualche modo i
valsusini – la maggioranza è No Tav e non scordiamolo – abbiano già
vinto perché hanno dimostrato di non essere docili. La loro lotta è
simile a quella dei No Dal Molin e ai No Muos a Niscemi, ma anche alla
battaglia contro il ponte sullo stretto di Messina: opere e interventi
che gli abitanti di quei territori non vogliono, proprio come la
discarica di Chiaiano in Campania. Questa strenua difesa del territorio
non c'entra nulla col terrorismo, c'entra invece col diritto di
cittadinanza. Penso anche a Taranto: basta andare in quella città per
capire che la fabbrica chiuderà.
Davvero è immaginabile che lo Stato italiano decida di abbandonare la costruzione della Tav?
Sono anni che la valle è presidiata dai militari e dalle forze
dell'ordine e sostanzialmente l'opera non è progredita. Del corridoio 5
che doveva collegare Lisbona con Kiev non c'è traccia. Il Portogallo, la
Spagna, ora la Francia stanno ritardando i lavori e sembra che non faranno nulla. L'Italia è rimasta l'unica a non avere dei dubbi.
Intanto De Luca viene denunciato per istigazione al sabotaggio. Che ne pensa?
È ridicolo. Se davvero gli arriverà la denuncia allora ci mobiliteremo.
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