Netta affermazione, nelle elezioni municipali svoltesi ieri in Venezuela, dei partiti che sostengono la rivoluzione bolivariana. In primo luogo del Partito Socialista Unito del Venezuela (Psuv) che si è di nuovo affermato come prima forza politica del paese, vincendo in 196 dei 337 comuni dove si votava, ottenendo il 58,5% dei sindaci. Su 24 capitali degli stati che compongono il paese, la coalizione governativa ha vinto in 15, mentre le opposizioni l'hanno spuntata a Maracaibo, Valencia e Barquisimeto, tre delle quattro città più popolate dopo Caracas.
La presidente del Comitato Nazionale Elettorale, Tibisay Lucena, ha proclamato i risultati alle 22 e 10 locali dopo lo spoglio del 97,52% dei voti emessi al termine di una giornata contraddistinta da un clima relativamente sereno e senza incidenti di rilievo e da una partecipazione del 59% degli aventi diritto. Un'affluenza non esaltante ma comunque maggiore di alcuni punti rispetto alle precedenti municipali.
Secondo i dati resi noti dal CNE, il Psuv ha ottenuto il 44,2% dei voti, l’alleanza delle opposizioni di destra del Mud (Tavolo dell’Unità Democratica) il 41%, il Partito Comunista del Venezuela l’1,6% e altri partiti il 13% circa. Le municipali di ieri – la diciannovesima tornata elettorale in 14 anni – segnano l’ennesima vittoria del chavismo, anche dopo la morte di Hugo Chavez, che secondo molti avrebbe sicuramente indebolito la tenuta della coalizione rivoluzionaria.
Dati alla mano, il Psuv ha ottenuto 5.111.336 voti in tutto il paese contro i 4.435.097 di voti dell’alleanza dei partiti della destra che pure aveva chiesto ai venezuelani di trasformare le municipali in un plebiscito per l’opposizione. Il che vuol dire che le forze di governo non solo vincono di nuovo, e in una tornata locale che ha sempre rappresentato difficoltà maggiori per il chavismo, ma allungano il vantaggio dell’1,5% ottenuto da Maduro alle scorse presidenziali di qualche punto percentuale, distaccando la destra del 6,5%. “Avevano affermato che se non avessi preso più voti di loro avrei dovuto dimettermi – ha commentato sardonico il presidente Nicolas Maduro – Che questo era un plebiscito. Che farà ora la cupola del Mud di fronte alla quarta sconfitta nel giro di 14 mesi?".
La sconfitta per Capriles e i suoi, che pure hanno ottenuto alcuni sindaci in importanti città del paese comunque già controllate dalle opposizioni di destra, è patente. E questa volta neanche le consuete e strumentali accuse di brogli e manipolazione del voto rivolte alle autorità potranno nasconderla.
La innegabile vittoria del Psuv permetterà a Maduro di dare ancora maggior forza alla sua campagna contro 'la guerra economica' dell'oligarchia nei confronti delle conquiste della Rivoluzione Bolivariana che da un mese a questa parte ha colpito speculatori e proprietari di negozi e grandi magazzini, obbligando gli esercenti ad abbassare i prezzi dei prodotti di prima necessità ma anche degli elettrodomestici.
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