Se il regime di Damasco tace pubblicamente se non per attaccare
ferocemente i "terroristi" [l'Opposizione, ndr], a parlare ci pensa la
fedele alleata russa.
"Non abbiamo dubbi che la delegazione del governo siriano prenderà
parte al secondo round dei negoziati di pace di Ginevra" ha detto oggi
ai giornalisti Mikhail Bogdanov, vice Ministro degli Esteri russo poco prima di incontrare il leader dell'Opposizione siriana, Ahmad Jarba.
Mosca ha voluto anche rassicurare gli americani sulla questione delle
armi chimiche annunciando che Damasco completerà la rimozione degli
agenti tossici dal Paese per l'inizio del prossimo mese.
"Ieri i siriani hanno annunciato che un grosso carico di sostanze chimiche sarà eliminato a febbraio. Le
autorità siriane sono pronte, inoltre, a completare l'intero processo
di smantellamento del loro arsenale chimico entro il 1 di marzo" ha detto all'agenzia di stampa locale Ria un altro vice Ministro degli Esteri di Mosca, Gennady Gatilov.
Notizia che avrà sicuramente rallegrato Washington che con
preoccupazione constatava i ritardi nell'eliminazione delle armi
chimiche di Assad. Le operazioni procedono a rilento: in base
agli accordi di settembre tra Usa e Russia, il termine per la
distruzione di tutto l'arsenale in possesso di Damasco era fissato per
questa settimana.
Mosca nega che il ritardo sia stato causato da una deliberata volontà di
Assad di conservare parte del suo arsenale. Lo scorso venerdì il
Segretario di Stato americano, John Kerry, aveva chiesto al suo omologo
russo, Lavarov, di fare pressioni sul governo di Assad affinché le
operazioni di smantellamento procedessero con maggiore celerità. "Quando
parliamo di tempi, in linea di principio, tutto va bene - ha detto
Gatilov - "Ma poi ci sono delle difficoltà oggettive che derivano dal
bisogno di assicurare sicurezza a questa operazione [e che quindi
rallentano il processo]".
Mentre la diplomazia si muove (impercettibilmente), in Siria si continua a morire.
Diciotto persone (tra cui 5 bambini) sono deceduti ad Aleppo (nel nord
del Paese) in una serie di bombardamenti aerei da parte del regime. A
riferirlo è l'Osservatore dei Diritti Umani, Ong che ha sede a Londra ed
è vicina all'opposizione. Colpiti dalle "bombe a barili" del regime i
quartieri di Hanano, Qadi Askar e Mouwasalat.
Potrebbe inoltre peggiorare la lotta intestina tra i "ribelli" in corso da numerose settimane. Al-Qa'eda, infatti, ha rinnegato domenica qualunque legame con il Fronte Islamico dell'Iraq e del Levante (ISIL).
Notizia non nuova e che pertanto non dovrebbe sorprendere. Il capo
dell'organizzazione terroristica, Ayman al-Zawahiri, aveva già ordinato
al gruppo di sciogliersi e ritornare in Iraq dichiarando il Fronte
al-Nusra il solo rappresentante di al-Qa'eda in Siria. Ma considerata la
brutalità degli scontri in corso tra i ribelli "moderati" e i jihadisti
e la forte rivalità tra il Fronte e l'ISIL, lo scarno comunicato
dell'organizzazione fondamentalista sunnita potrebbe esacerbare ancora
di più gli animi.
"Al-Qa'eda annuncia che non ha alcun legame con lo Stato islamico
dell'Iraq e del Levante, così come non è stata informata della sua
creazione e non l'ha accettata" ha annunciato il Comando Generale
dell'Organizzazione fondamentalista islamica.
Al-Qa'eda ha anche criticato le modalità operative dell'ISIL
sottolineando come i jihadisti "dovrebbero essere parte della nazione"
ed evitare "qualunque azione che potrebbe opprimere i jihadisti, i
musulmani e i non musulmani". "Il compito di chi compie il jihad [guerra
santa, ndr] - ha precisato il comunicato - non è affrettarsi ad
annunciare emirati e stati imponendoli alle persone".
Fonte
Da quasi due anni stiamo finanziando dei taglia gole scappati di casa rinnegati anche dalla galassia islamica cui facevano riferimento fino all'altro ieri.
Ma che razza di teste di legno disgraziate siedono alle scrivanie dello spionaggio e degli esteri del nostro "amato" occidente?!?
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