Ieri l’aviazione statunitense è entrata in azione nei cieli somali,
per colpire il gruppo qaedista al Shabaab che controlla parte del
territorio. L’obiettivo dell’operazione militare del Pentagono sarebbe
stato il leader del gruppo islamista Ahmed Abdi Godane, anche noto come Abu-Zubayr, ma al momento non si hanno dettagli sull’esito dei raid.
Abu-Zubayr, 37 anni, è ritenuto la mente dell’attacco al
centro commerciale di Nairobi in cui l’anno scorso morirono 67 persone
ed è nella lista dei super-ricercati stilata dal Dipartimento di Stato
Usa. Secondo l’intelligence statunitense, è stato addestrato in
Afghanistan dai Taliban ed è salito al comando degli Shabaab nel 2008,
dopo la morte in un attacco condotto dagli Usa di Adan Hashi Ayro. Pare
che il capo di al Qaeda Ayman al-Zawahiri lo abbia insignito del comando
di tutti i “mujaheddin” dell’Africa orientale.
I raid Usa sono arrivati il giorno dopo l’esplosione di un’autobomba contro il quartier generale dell’intelligence a Mogadiscio
e mentre le truppe governative e quelle dell’Unione Africana stanno
lanciando un’offensiva contro le roccaforti dei qaedisti somali, tra cui
la città portuale di Barawe (Brava) colpita dai droni statunitensi, che
li ha costretti ad arretrare.
Secondo quanto riferito da Abdukadir Mohamed Nur, governatore del Basso Scebeli,
nella Somalia meridionale, i raid dovevano colpire una riunione dei
vertici di al Shabaab: “Si erano incontrati per discutere sull’offensiva
in corso nella regione. Ci sono stati morti tra i miliziani, ma non
abbiamo dettagli a riguardo”.
Il Pentagono e il Dipartimento di Stato Usa hanno sostenuto i circa
22mila soldati dell’Unione Africana che hanno ricacciato al Shabaab
dalle sue posizioni a Mogadiscio e in altre aree urbane. Il gruppo,
sulla lista Usa delle formazioni terroristiche, continua a mettere a
segno attentati ed omicidi mirati nella capitale e anche negli Stati
limitrofi, come accaduto in Kenya.
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