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22/07/2015

La democratica Israele: venti anni di carcere per chi lancia pietre

Chi predica la legalità come valore assoluto dovrebbe interrogarsi, come minimo, davanti a un caso del genere. In cui "la legge" è niente altro che il riconoscimento dell'arbitrio più assoluto. In cui la resistenza, la ribellione, la dignità vengono qualificate come "terrorismo" e sanzionate con pene mostruose.

La Knesset israeliana ha approvato a larga maggioranza una nuova legge che indurisce radicalmente le sanzioni per coloro che tirano le pietre - una tattica di strada utilizzata in genere da manifestanti palestinesi.

Sessantanove deputati hanno votato a favore del disegno di legge, approvato in seconda e terza lettura, dopo ore di acceso dibattito. Lunedì notte, solo 17 parlamentari si sono opposti, quasi tutti palestinesi.

"La tolleranza verso i terroristi si conclude oggi. Una lanciatore di pietre è un terrorista e solo una giusta punizione può servire da deterrente", ha detto l'architetto della nuova norma, il ministro della Giustizia di Israele, Ayelet Shaked, membro del partito ultra-sionista e religioso Casa Ebraica.

La legge prevede una pena di 10 anni se il pubblico ministero non è in grado di dimostrare la volontarietà del lancio, e 20 anni, invece, se è evidente l'intenzione di provocare danni fisici. Inoltre, sono previste pene detentive fino a cinque anni per coloro che "ostacolano" le attività di polizia nei confronti dei lanciatori di pietre. Bontà loro, questa legge verrà applicata "soltanto" dentro i confini dello stato di Israele e non nei territoti occupati, formalmente appartenenti ai palestinesi.

Circa 1.000 persone ogni anno vengono accusate di lancio di sassi da parte dei giudici israeliani, e fin qui la maggior parte delle condanne andava da alcuni mesi  a due anni di carcere.

La legge è stata definita "razzista" da Fares Qadura, capo di un'associazione che fornisce assistenza ai prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane.

Nel corso degli ultimi decenni, la sassaiola è diventata una forma iconica di resistenza e di protesta da parte dei palestinesi.

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