di Sara Meddi
Se lo avesse saputo, la signorina Austen, che i suoi romanzi
fortemente sociali sarebbero stati trasformati in fari per tutte le
donne single a caccia di un fidanzato appena decente, probabilmente se
ne sarebbe rimasta buona buona nel suo cottage nell’Hampshire a suonare e
ricamare (sì, era brava anche in questo).
E invece Jane Austen
scriveva (secondo me, bene come nessun’altra dopo di lei) e scriveva
soprattutto della sua società, della rigidità dei rapporti e
dell’incomunicabilità.
Questa incomunicabilità, per quanto possa
sconvolgere le affezionate lettrici, non era affatto data dall’essere
orgogliosi o pieni di pregiudizi, simpatici o antipatici, ma dall’avere o
meno soldi.
Ecco, non voglio dire che Jane Austen scrivesse solo del vile denaro, ma in buona parte sì. Parlava proprio di soldi.
Passata
l’epoca in cui potevi a malapena ballare con un uomo che aveva una
rendita sproporzionata alla tua dote, i romanzi della Austen si sono
trasformati in fulgidi esempi di puro romanticismo, dove la fermezza
morale, l’intelligenza e il carattere servono solo ad accalappiare
l’uomo giusto, vincere il suo orgoglio, i tuoi pregiudizi, e sposartelo
velocemente.
Se lo avesse saputo, la signorina Austen, che i suoi
libri sarebbero diventati manuali di psicologia per coppie male
assortite si sarebbe chiusa nella sua stanza e avrebbe dato fuoco alle
carte.
Il culto che si è creato intorno alla Austen, dunque,
sembra dimenticare del forte valore sociale dei suoi romanzi per
concentrarsi su una sotto-produzione di film e libri che pretendono di
spiegarti, molto seriamente, come risolvere la vita ad esempio delle
eroine di fine ‘700 (e della scrittrice stessa).
Alcuni esempi:
Come trovare l’uomo giusto secondo Jane Austen
di Lauren Henderson: Oltre alla trama avvincente, ai personaggi
accattivanti e allo splendido stile, i libri di Jane Austen nascondono
anche un segreto manuale per chi vuole trovare un partner duraturo, una
persona vera, un compagno in cui aver fiducia, l’uomo giusto insomma. Le
eroine di Jane Austen esprimono una saggezza antica che ancor oggi,
nonostante i tempi siano cambiati, funziona benissimo. Basta osservare
bene come Elizabeth in “Orgoglio e pregiudizio” riesce a conquistare il
suo Darcy nonostante il carattere altezzoso e scostante di lui…
Il diario perduto di Jane Austen
di James Syries: “Quelli che leggono i miei romanzi potrebbero
chiedersi come può una donna, che nella sua vita non è mai stata nemmeno
corteggiata e che non ha mai provato la meravigliosa sintonia di anima e
corpo che unisce due persone, pretendere di scrivere sull’amore. […] La
verità è che ho conosciuto un uomo che mi ha fatto provare realmente le
profonde emozioni che descrivevo nei miei libri, che ha risvegliato la
mia anima, da lungo tempo ormai sopita.”
In viaggio con Jane Austen
di Laurie Rigler: Inghilterra, 1813. Jane Mansfield odia le rigide
convenzioni che la sua vita da nobildonna le impone e sogna spesso di
fuggire il più lontano possibile da tutto e da tutti. Ma risvegliarsi
nella Los Angeles del XXI secolo, dopo una rovinosa caduta da cavallo,
non era esattamente nei suoi progetti! All’improvviso, Jane si trova
catapultata nel corpo di Courtney, a mettere ordine in un’esistenza a
dir poco incasinata, senza avere la minima idea di come ci si comporta
al giorno d’oggi. Riuscirà una timida signorina della Reggenza,
inguaribile romantica e fervida lettrice di Jane Austen, a sopravvivere
in un mondo in cui le regole sociali sono completamente stravolte?
Il film Becoming Jane,
con la bella e pure brava Anne Hathaway, che però si dimentica di dirti
la cosa fondamentale: Tom non la mollò per l’onore, ma sempre per i
pochi soldi di lei (però l’onore al cinema funziona meglio).
Seguono numerosissimi altri titoli, tra cui: La ragazza che voleva essere Jane Austen, Come Jane Austen mi ha rubato il fidanzato, Jane Austen book club, tutta la serie de Le indagini di Jane Austen di Stephanie Barron (questi però sembrano divertenti, con la Austen che si trasforma nella signora Fletcher) e l’immancabile Orgoglio e pregiudizio e zombie (anche questo però sembra divertente, come tutte le cose che si prendono poco sul serio).
Tornando a noi, ecco qualche informazione per le moderne e poco attente lettrici di Jane.
[Sì, nel 2017 la mettono pure sulla banconota da dieci sterline, fate un po’ voi]
Tra
i romanzi della Austen quello di maggior successo (complici i
molteplici adattamenti cinematografici e televisivi) è sicuramente Orgoglio e pregiudizio.
Elizabeth Bennet è il primo esempio di donna outsider,
nume tutelare delle donne che rifiutano proposte di matrimonio e di
corteggiamento pur sperando nel lieto fine. Elizabeth Bennet, Lizzy per
gli amici, era senza dubbio intelligente, come la sua creatrice, e più
di ogni cosa non sopportava i buffoni, le persone snob e stupide, come
la sua creatrice. E, sempre come la sua creatrice, era senza un soldo.
Dati alla mano:
Fitzwilliam
Darcy godeva “della sua rendita di diecimila sterline l’anno”, che
sarebbero tante pure adesso, quindi è meglio non fare i conti. Mentre le
sorelle Bennett avevano in dote mille sterline a testa “che non saranno
vostre fino alla dipartita di vostra madre”.
Il signor Bingley pure se la cavava bene: “uno scapolo con ampia fortuna, quattro o cinquemila l’anno”.
Superare questa differenza di novemila sterline, come capite, era un problema più grosso del pregiudizio.
Ed
è anche lì che si trova il vero coraggio dei personaggi (e della Austen
stessa): non rompono delle barriere di incomunicabilità sentimentale ma
delle barriere di stratificazione sociale. Peccato che questo venga
spesso dimenticato.
Altri dati alla mano:
Le tre
sorelle Dashwood se la dovevano cavare con gli interessi di settemila
sterline, circa cinquanta sterline l’anno a testa. Se non sbaglio hanno
dovuto cambiare casa e fare parecchi tagli sulla servitù.
Il
signor Edward Ferras aveva solo “duemila sterline di suo”: si è beccata
quasi tutto la sorella Fanny, ben diecimila sterline. Capirete ora
l’insistenza per farlo sposare.
Il colonnello Brandon aveva
“duemila sterline l’anno senza debiti o altri oneri”. Tutto sommato non
male per un colonnello di campagna.
Potremmo continuare per
parecchio: non c’è nessuna scrittrice che come la Austen presti
attenzione alle proprietà, alle rendite e più in generale alla
situazione economica dei suoi personaggi. La scrupolosità nel dare
queste informazioni dà la misura di quanto il vile denaro contasse nella
vita sociale dell’Hampshire (e non solo) alla fine del ‘700.
Ecco,
la capacità della Austen (“la scrittrice più perfetta tra le donne”
secondo Virginia Woolf, che pure non scherzava) di indagare nei valori
morali e nella complessità interiore degli uomini e delle donne del suo
tempo non si ferma certo a un elenco di entrate e uscite; ma la prossima
volta che leggete del ballo nel villaggio di Maryton, così atteso per
parlare finalmente con qualcuno e magari trovare marito, fateci un
pensiero.
Qualche libro che invece vale la pena procurarsi:
La Vita Felice editore propone alcune opere minori di Jane Austen, in una bella edizione con testo inglese a fronte, tra cui: La storia d’Inghilterra e Lesley Castle. Qui tutti i dettagli.
La casa editrice Jo March ha pubblicato questo diario di viaggio d’epoca delle sorelle Hill (1901) sulle tracce della vita di Jane Austen.
Sei romanzi perfetti. Saggio su Jane Austen di Liliano Rampello, Sonzogno.
Una stanza tutta per sé di Virginia Woolf, con ampie considerazioni sulla Austen.
Il lettore comune di Virginia Woolf, sempre con ampie considerazioni sulla Austen.
Fonte
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