16/06/2016
Uccisa deputata laburista. Cattivi pensieri sulla Brexit
Semina paura e raccoglierai tempesta.
Una deputata britannica laburista,Helen Joanne Cox, schierata contro la Brexit in vista del referendum britannico sull’Ue del 23 giugno e a favore dell’immigrazione, è stata attaccata oggi a Birstall, vicino a Leeds, da un uomo che avrebbe gridato “Britain first” (la Gran Bretagna prima di tutto). Questo riportano le agenzie di stampa.
Secondo la Bbc, è stata ferita con un coltello e anche con colpi d’arma da fuoco. La Cox sarebbe stata portata in ospedale in gravi condizioni, con una eliambulanza fino all’ospedale di Leeds. Ma non è bastato a salvarle la vita.
Aveva 41 anni e in passato si era occupata del conflitto siriano e della questione migranti. Cox si trovava nella sua circoscrizione per il consueto incontro con gli elettori. Secondo la Bbc, nel corso dell’attacco anche un uomo è stato accoltellato.
La deputata ha lottato con l’aggressore prima di crollare sanguinante per strada fra due automobili parcheggiate. Lo ha raccontato un testimone oculare all’agenzia Pa, dicendo di aver individuato l’aggressore in un uomo con un cappello da baseball che a un certo punto, mentre la deputata cercava di tenerlo fermo, è riuscito a tirare fuori un’arma da una borsa e a sparare. Nello scontro il testimone, Hithem Ben Abdallah, ha visto coinvolto pure un altro uomo, che forse cercava di bloccare l’assalitore e che risulta pure essere stato ferito. E’ stato arrestato un uomo di 52 anni – si chiama Tommy Mair – di cui per il momento non si sa molto, tranne che sarebbe sposato e con due figli.
L’effetto immediato è stato quello di sospendere la campagna elettorale pro o contro la Brexit.
Naturalmente al momento non ci sono altri elementi che possano confortare i “cattivi pensieri” che un normale cittadino italiano mediamente informato può sviluppare. La Gran Bretagna infatti, non ha avuto una lunga stagione di “strategia della tensione”, in cui la strage aveva in genere un obiettivo “di sponda” (Piazza Fontana per bloccare il ciclo di lotte del ’69-’89, ecc).
Ma è difficile sottovalutare come le strategie “comunicative” messe in moto dal capitale multinazionale basato in Inghilterra siano state caratterizzate da un diluvio di segnali d’allarme, annunci catastrofisti in caso di vittoria del “Leave” (ultimo il presidente del consiglio d’Europa, il polacco Donald Tusk). Difficile anche sottostimare la risalita delle borse europee, in picchiata per tutta la giornata, subito dopo che si è diffusa la notizia dell’aggressione a Jo Cox; evidentemente “i mercati” ha cominciato a “scontare” l’ipotesi di rinvio del referendum o di inversione del voto popolare.
Se poi questo allarmismo abbia fatto breccia nella mente di un comune squilibrato, oppure ci si trovi di fronte al Lee Oswald del 2016, è presto per dirlo. Ma anche presto per scartare quest’ultima ipotesi. Tra l’altro, sembra alquanto frettolosa, per la compassata polizia britannica, la scelta di parlare fin da subito del “gesto di un lupo solitario”, sovrapponendo dunque la terminologia usata per i kamikaze che si sentono dell’Isis a quella di un britannico doc.
Di fatto, dobbiamo registrare che la Brexit era data ormai per vincente anche nei sondaggi più istituzionali e “controllati”, secondo una progressione accelerata ed univoca. Ed ora tutto sembra sospeso nell’aria. Inevitabile che ci siano forti ripercussioni negli orientamenti elettorali da qui a una settimana.
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