Israele la notte scorsa ha di nuovo bombardato la Siria.
La notizia di fonte libanese e siriana non ha ancora avuto conferma da
parte israeliana. Secondo fonti legate a fomazioni politiche e jihadiste
schierate contro Damasco, quattro aerei israeliani hanno attaccato,
nei pressi della città di Hama, a 200 chilometri da Damasco, il
‘Centro statale di studi e ricerche’ che si occuperebbe di ricerca e
sviluppo di armi biologiche e chimiche, facendo almeno due morti.
Da parte sua l’esercito siriano parla di un raid aereo israeliano su un “impianto militare nei pressi di Masyaf”. Le forze armate siriane, in un comunicato rilanciato dall’agenzia statale Sana, mettono in guardia contro le “pericolose ripercussioni di questi atti ostili sulla sicurezza e la stabilità della regione” e
sottolineano che l’attacco “arriva dopo le vittorie (militari siriane)
contro l’Isis e mostra il sostegno di Israele ai terroristi”.
L’Osservatorio per i diritti umani, legato all’opposizione siriana
riferisce invece di sette tra morti e feriti e di due siti colpiti: un
centro di ricerca e una base militare annessa, dove sono dislocati
missili a corto raggio.
I comandi militari israeliani, come fanno di solito in questi casi,
si sono rifiutati di commentare la notizia. Tuttavia in passato
esponenti israeliani politici e militari hanno ammesso raid aerei contro
presunti carichi di armi diretti al movimento sciita libanese Hezbollah
alleato della Siria nella lotta contro le organizzazioni jihadiste e
qaediste che occupano ampie porzioni di territorio siriano.
Da notare che l’attacco aereo israeliano contro il presunto “centro
per la produzione di armi chimiche” è avvenuto poche ore dopo che le
conclusione di indagini delle Nazioni Unite avevano attribuito a Damasco
un attacco chimico che sarebbe stato compiuto lo scorso aprile nella
provincia di Idlib – controllata dall’ex Fronte al Nusra (al Qaeda) – in
cui morirono decine di persone. La Siria ha sempre negato con fermezza
di aver usato armi chimiche.
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