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07/02/2018

Una guerra sporca si prepara nelle periferie

Da mesi stanno suonando l’allarme gli attivisti dell’Asia-Usb impegnati nelle periferie romane contro quella che si configura come la pianificazione niente affatto casuale di una guerra tra poveri e di una “caccia ai poveri”. Da mesi le autorità comunali, spesso con l’ausilio dei blindati della polizia, si stanno accanendo con sfratti e sgomberi su nuclei familiari che negli anni hanno dato vita a quelle famose “occupazioni di necessità” nelle case popolari di diversi quartieri della periferia.

Lì dove si è riusciti, la resistenza popolare ha impedito che famiglie povere, spesso di anziani o ragazze madri con minori o situazioni di invalidità conclamate, venissero sbattute in mezzo alla strada. Sempre più spesso, i dirigenti dell’ufficio casa del Comune sembrano soffiare sul fuoco della guerra tra poveri scegliendo sistematicamente di assegnare case a famiglie di immigrati – aventi pienamente diritto – proprio nelle abitazioni da sgomberare piuttosto che in appartamenti vuoti o in via di restituzione da parte dei vecchi occupanti. Insomma invece di gestire con lungimiranza assegnazioni e soluzioni che non lascino comunque nessuno in mezzo alla strada, si persegue la strada dello scontro, dello sfratto e della facile strumentalizzazione dei gruppi neofascisti che sembrano essere gli unici “avvantaggiati” di questa guerra. Una coincidenza che alimenta non uno ma mille sospetti di connivenze dentro gli uffici comunali.

A San Basilio la scorsa settimana è stato bloccato con un picchetto di attivisti di Asia e Potere al Popolo lo sfratto di Paola, una ragazza madre. A Quarticciolo hanno invece sfrattato con tre blindati della polizia una donne con tre figli che viveva in uno scantinato. Venerdì 9 febbraio la mattina a Villa Gordiani (via Cittanova d’Istria) è previsto un altro sfratto e la prossima settimana girano voci di una “prova di forza” da parte di Comune, vigili e polizia di nuovo a San Basilio con tanto di assegnazione della casa sgomberata ad un nucleo familiare di immigrati. Gli attivisti dell’Asia e di Potere al Popolo hanno lanciato una allarme rosso per impedire non solo che le persone più deboli vengano buttate in mezzo alla strada, ma anche per impedire strumentalizzazioni contro le famiglie di immigrati di cui vorrebbero approfittare i fascisti. Il Comune di Roma non può sentirsi immune dalle conseguenze di questo clima, la mancata strage di Macerata è lì a dimostrarlo.

Asia-Usb ed ora anche Potere al Popolo, da tempo invocano una soluzione razionale di questa emergenza che impedisca la guerra nelle periferie e consenta di gestire i passaggi da casa a casa, a partire dalla sanatoria per le case popolari che congeli la situazione e rimetta in moto un processo di assegnazione gestito caso per caso e non frutto di arroganti prove di forza. Il Comune di Roma sembra però più interessato ad attaccarsi le patacche al petto in nome della legalità piuttosto che mettere in campo una visione strategica sull’emergenza abitativa nelle periferie.

Qui di seguito il comunicato dell’Asia-Usb che lancia l’allarme. Da venerdì inizia una mobilitazione nei quartieri con picchetti popolari e resistenza ovunque si renda necessario.

“Dietro gli sgomberi delle case popolari c’è un disegno preciso, far crescere la rabbia contro gli immigrati”

La quantità di casi analoghi avvenuti a San Basilio, a Villa Gordiani, al Trullo, a Tor Bella Monaca e in altre zone periferiche non lascia spazio a dubbi. Esiste un piano orchestrato a tavolino di sgombero dalle case popolari di inquilini italiani senza titolo, poveri e con evidenti fragilità, per consentire l’accesso alle famiglie in graduatoria, solitamente immigrate, al fine di favorire la guerra tra poveri e la crescita dell’intolleranza razziale.

L’amministrazione comunale e l’assessora Rosalba Castiglione si vantano quotidianamente della lotta agli “scrocconi” ma poi concretamente procedono alla denuncia e poi allo sgombero di donne sole con minori, anziani malati e soggetti che avrebbero ampiamente titolo alla casa popolare e che, avendo atteso inutilmente per anni, hanno occupato appartamenti lasciati colpevolmente vuoti dalle precedenti amministrazioni. Ma alla scelta politica sbagliata della giunta Raggi si aggiungono la scientifica solerzia del Dipartimento alle politiche abitative, l’impegno di una parte della magistratura romana e la scelta di impiegare forze ingenti da parte della Questura. Questo accanimento contro famiglie italiane in difficoltà non può che produrre sconcerto e rabbia nei quartieri e alimentare la guerra tra poveri quando i blindati della polizia scortano la famiglia immigrata affinché prenda possesso dell’appartamento liberato.

Il ripristino della legalità è il paravento dietro il quale viene ordito questo disegno vergognoso. Cosa stanno definendo in Questura, la campagna elettorale di Casapound? E che legalità è quella di mettere in mezzo alla strada persone in grande difficoltà economica? E perché non si procede all’assegnazione degli appartamenti vuoti prima di arrivare a mettere poveri contro poveri?

L’ASIA USB da anni propone la sanatoria per tutti i senza titolo con i requisiti in regola per accedere ad un alloggio popolare e l’utilizzo immediato dei fondi disponibili alla Regione per allargare il patrimonio troppo esiguo di case popolari.

Nei prossimi giorni sono previsti nuovi sgomberi odiosi di soggetti in grave difficoltà. Nel rinnovare la richiesta a tutte le autorità coinvolte a fermare questa guerra insensata contro le fasce più disagiate della popolazione, lanciamo un appello a tutte le realtà sociali e politiche democratiche per difendere il diritto di tutti ad una casa dignitosa, italiano o immigrato che sia.

Asia -Usb

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