“la vergogna dovrebbe proibire ad ognuno di fare ciò che le leggi non proibiscono”.
Seneca
Ci hanno chiesto di dare il nostro contributo alla competizione elettorale ed abbiamo accettato. Personalmente per poter proseguire il lavoro iniziato da tempo per la difesa e l’attuazione della Costituzione italiana del ’48, dei diritti umani e sociali e per la difesa di donne e minori vittime di violenza.
Non è stata una decisione facile, preferendo il “fare” al “parlare”; e c’è veramente tanto da fare. Da RIfare.
Come ci sono anche tanti che per opportunismo remano contro.
Il programma politico di “Potere al Popolo” è come un ampio respiro dopo anni di apnea; è come la sensazione di benessere quando si torna a casa dopo anni di esilio forzato.
Questo programma è il frutto delle persone che vivono NELLA terribile realtà di oggi e non al di fuori.
Ognuna con le proprie peculiarità e spesso con vite affatto facili sulle spalle, vite che fortificano la determinazione ad andare avanti nella lotta giornaliera.
La rappresentanza politica andrebbe scelta proprio tra chi nella lotta e nella fatica di vivere c’è sempre stato, spesso senza ritorni economici, sviluppando sentimenti di solidarietà, sensibilità ed empatia.
Dopo la totale assenza dal dibattito politico degli ultimi 40 anni, è ora che torni a partecipare seriamente una sinistra integra e costituzionale, giusta e disinteressata e che agisca per la risoluzione dei problemi drammatici che affliggono le persone di questo Paese (condizioni economiche, sociali, del lavoro e del welfare, corruzione ed evasione, scuola e sanità, cultura e ricerca, guerra, povertà e assenza tutele delle fragilità, mafia e fascismo, e tanti altri).
In primis e con urgenza il disastro economico, che trova unica risoluzione solo nell’attuazione reale dell’art. 53 e contestualmente nell’eliminazione del principio del Pareggio di Bilancio voluto in Costituzione dal Governo Monti.
Questa è l’unica via per poter attuare gli artt. 1, 2, 3 della Costituzione e nessun altro partito fin’ora lo ha messo in programma. Idem per lo stop alla guerra, agli armamenti e alla NATO con la sua inesauribile sete di sangue.
Sappiamo bene, comunque e purtroppo, che chi vive di mera propaganda non si cura né delle conseguenze, né delle persone che ne soffriranno.
Entriamo quindi in qualche dettaglio di questa campagna elettorale, alla cui propaganda tristissima manca solo la “vendita della madre”.
Riguardo i concorrenti, per alcuni vorremmo offrire più di qualche riga di congedo. Un congedo definitivo per inescusabili e reiterate condotte incostituzionali, auspicando che le persone rinsaviscano e agiscano per disinnescare questi “ordigni ambulanti” che hanno frantumato le fragili fondamenta sulle quali la neonata democrazia muoveva i primi passi 70 anni fa grazie alla Costituzione antifascista del ’48.
Oltre 50 anni di Casini; anche di Errani. Che dire?
Parlare di Casini è un po’ come sparare sulla Croce Rossa. E’ talmente palese la sua “non votabilità” da rendere la situazione quasi imbarazzante.
Giusto per rinfrescare la memoria di chi conosce e per suggerire approfondimenti:
Andreotti, Evangelisti, Gaetano e Franco Caltagirone, Francesco Bellavista Caltagirone, Berlusconi, Dell’Utri, Fini, Cuffaro, Borzacchelli, Costa, Lo Giudice, D’Amico, Iacono, D’Arrigo, Lo Monte, Incardonna, Miceli, Lombardo, Lusi (e tutti quei partiti finanziati e sostenuti. La lista è lunga).
Casini è quel signore, come narrava Luttazzi, che due giorni prima della sentenza di condanna per mafia chiamò Dell’Utri per dirgli che lo stimava.
E’ anche quel signore che faceva visite regolari in carcere a Totò Cuffaro, condannato per favoreggiamento alla mafia, dichiarandolo “dovere morale”. La “morale” di chi?
Che dire poi del rapporto di forte conflittualità tra Casini, i diritti umani e la Costituzione italiana?
A luglio 2012 il signor Casini esordisce con: “il matrimonio fra gay è una idea profondamente incivile”, e prosegue giudicandolo “una violenza della natura sulla natura”. Spiegare che l’omoaffettività ha identico valore dell’eteroaffettività (ché di rispetto dei sentimenti si tratta) appare tempo sprecato con chi, come Casini, concepisce solo l’accezione sessuale del vincolo matrimoniale.
Nel 2013 sempre il signor Casini dichiara: “Per NOI il matrimonio è quello tra uomo e donna. Per NOI la famiglia è quella considerata tale dalla Costituzione”, dando prova inconfutabile di non aver studiato la Costituzione ed i verbali di chi fu costituente e che oggi l’avrebbe sbeffeggiato volentieri a cominciare da La Pira per proseguire con Moro, Benvenuti, Merlin, Corsanego e per finire con Calamandrei. Anche il buon Dossetti oggi gli avrebbe dato torto.
Casini manifesta apertamente una “mentalità famigliare e sociale” afferente i dettami albertini e i dogmi fascisti nei quali, tramite crudeli leggi ordinarie razziste e sessiste, il diktat imposto alla famiglia era “Tutto per lo Stato. Tutto nello Stato. Nulla contro lo Stato”.
Vorremmo ricordare al signor Casini che la nostra Costituzione antifascista antirazzista e antisessista non permette ad un rappresentante del Paese simili affermazioni; il suo poterle fare senza alcuna conseguenza deriva da condotte partitiche antidemocratiche portate avanti da chiunque abbia governato il Paese negli ultimi 50 anni, dall’assenza di un potere giuridico libero da influenze partitiche e da legislatori che tutelano interessi di parte.
Riguardo i suoi convincimenti su adozioni e la tutela minori stendiamo un velo pietoso, ricordando al Casini che “procreazione assistita” e “surrogazione di maternità gestazionale commerciale”, da lui tanto pubblicamente criticate, vedono la luce con la sua tanto amata mentalità patriarcale dove lo “Ius sanguinis” ha sempre dominato elargendo diritti e privilegi a condizione che fossero per pochi e solo per i diretti discendenti.
Tragedia questa interamente pagata dall’infanzia e sulle spalle di decine di migliaia di minori abbandonati (spesso maltrattati, se non abusati) in strutture religiose/statali/private da sempre riceventi milioni dallo Stato.
Dunque bando anche alle affermazioni ipocrite della CEI a riguardo, invadenti ed inopportune considerato l’art.7 della Costituzione. C’è solo da vergognarsi profondamente nel negare il diritto inalienabile a qualsiasi creatura di essere accolta e amata e nel negare alle persone il diritto inalienabile di amare. La famiglia è “diritto naturale”ed ha valore superiore alla legge di Stato, dove “naturale” trova significante nei Diritti Umani e non nella Zoologia. Questo è scritto nella Costituzione, signor Casini, negli artt. 29, 2, 3 e 5.
I rappresentanti del Paese avrebbero dovuto svolgere mero ruolo di sostegno e di aiuto alla famiglia; ruolo che le classi partitiche hanno ripetutamente disatteso, fino ad arrivare alla tragica situazione odierna.
Riguardo il sig. Casini credo sia più che sufficiente quanto detto.
Ora un breve cenno anche su Vasco Errani, pure lui nel mondo partitico praticamente fin da adolescente. Crediamo possano bastare anche gli ultimi 10 anni di sua militanza nel PD per descriverlo, senza soffermarci troppo nel tentativo di trovare le “verità su Giovanni” o dissertando sugli opinabili risultati riguardanti la ricostruzione delle aree colpite dai terremoti. In realtà su questo ci sarebbe molto di cui parlare, ma per motivi di spazio soprassediamo. Ricordiamo che il PD, facendo una metafora, era ed è quella creatura prodotta ad hoc tramite l’ennesima inseminazione tra destra e democristiani, ove l’involucro gestazionale, o utero, era rappresentato da ciò che rimaneva di un partito che ormai di sinistra aveva poco e niente e certamente non forte abbastanza per competere.
Ora Errani si ripropone (come una peperonata non digerita, la mattina dopo) con Liberi e Uguali.
Ma cos’è LeU?
LeU ha scelto (pur avendo avuto alternativa concreta) di essere il frutto di persone da anni in contrasto con il “paterno ostello” e che difficilmente avrebbero avuto qualche speranza di nuova collocazione a causa del conflitto con “il figliolo preferito”, che decide e dispone ogni ruolo e ogni “sedia”.
I “capi partito” di LeU hanno deciso di proseguire nella decennale scia strategica elettorale, preferendo raccogliere i voti della “classe borghese medio-alta delusa dal PD o incazzata con Renzi”, anziché dare voce ed onore alle persone del popolo che più negli ultimi anni si sono distinte per avere lottato attivamente e disinteressatamente sul territorio contro le nefandezze prodotte dai vari Governi degli ultimi 40 anni.
Nessuna nuova svolta quindi e nessun ricambio istituzionale, ma mero “rattoppo” di un abito già logoro come ultimo tentativo per alcuni di “conservazione del potere goduto” e dunque prosecuzione di un “mondo partitico” ancora una volta lontano dalla politica reale e popolare.
Infine la domanda che ci dovremmo porre in primis è: “chi sono le persone che votano gente come Casini ed Errani? E Di Maio la Volpe, voluto a dispetto dei santi e che non giudica le aggressioni fasciste? O il trio Berlusconi/Salvini/Meloni, che proseguono con la “cultura dell’odio verso i più deboli” per coprire i loro disastri sociali?” Per non parlare dei candidati neofascisti, a cui nessun partito ha impedito coi fatti di presentarsi.
Chi sono dunque gli elettori di costoro? Viene da rispondere: “persone che non conoscono la vergogna”.
Parafrasando Seneca: “Nessuna legge ti proibisce di votare questi ‘elementi’; dovrebbe bastare la vergogna a non fartelo fare”.
di Francesca Fortuzzi - candidata di Potere al Popolo
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