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28/02/2018

Salvini torna “europeista” in scia a Berlusconi

Si è fatto una fama di “populista euroscettico” grazie a una copertura mediatica pari soltanto a quella dell’altro Matteo, ma Salvini non è affatto quello spaccamontagne (ed euro) che amerebbe essere.

Più si avvicina il giorno delle elezioni, e della possibile vittoria del centrodestra, più cerca di presentarsi non un “non problema” per chi comanda davvero. Tanto, per tenere il centro della piazza televisiva, gli basta continuare a picchiare sugli immigrati, che non hanno certo lo stesso potere dei “mercati” o dell’Unione Europea.

In un’intervista al Quotidiano Nazionale “Il Ruspa” ha chiarito che è pronto a fare tutto ciò che Berlusconi deciderà di fare: «Io rispetto i patti. Se Forza Italia prende un voto più di noi, sceglie il presidente del Consiglio. E purché accetti il programma che abbiamo firmato tutti, non ci sono veti».

Una resa senza condizioni all’ex Cavaliere, che nel frattempo ha stabilito un patto piuttosto solido con Angela Merkel, impegnandosi a rispettare tutte le direttive che l’Unione Europea invierà all’Italia (dalla “manovra correttiva” di maggio al rispetto integrale e automatico del Fiscal Compact).

Una disponibilità così larga da costringere anche un giornalista di destra moderata a cercare di capire se c’è un limite, e dunque a chiedere: “Anche se si trattasse di Tajani o di Draghi, e cioè del presidente del Parlamento europeo o del presidente della Bce?”

Risposta: «Se sceglie Forza Italia sceglie Forza Italia». Poi, per pararsi un po’ dalle possibili accuse di star facendo il fanfarone, aggiunge: “Ripeto, se condivide il programma, non ci saranno problemi”. Giusto per non dimenticare tutto: Salvini aveva spesso definito Draghi “il nuovo Monti”...

Alzi la mano chi è disposto a credere che Tajani o peggio ancora Mario Draghi si faccia dirigere da un “programma” concordato con Salvini...

A questo punto, ve ne sarete accorti da soli, non c’è più nessuno che voglia mettere in discussione i trattati europei che stanno effettivamente distruggendo il potenziale produttivo, l’occupazione e le condizioni di vita della popolazione in questo paese.

Qualche buontempone “democratico” potrebbe provare a dire che “no, c’è ancora Casapound”. Ossia nessuno, visto l’appoggio promesso a un eventuale governo Salvini in caso di un improbabile ingresso in Parlamento dei “fascisti del terzo millennio”.

L’unica alternativa vera, anche se allo stadio iniziale, è dunque Potere al Popolo, che al punto numero due del suo programma politico dice esplicitamente “Rompere l’Unione Europea dei trattati”. Perché, ripetiamo sempre, chi ancora crede che “la stanza dei bottoni” sia a Palazzo Chigi – invece che a Bruxelles – è semplicemente miope.

Stiamo lavorando sulle lenti adatte...

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