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27/02/2018

Linee guida per un “rispettabile catechismo antifascista”

La vulgata corrente, inseguendo la politica che a sua volta, priva di qualsiasi connotazione non solo ideologica, ma che abbia anche un solo barlume di finalità e orizzonte, insegue la cronaca , cosicchè essa stessa diviene direttamente “programma”, “proposta”; e dunque, seguendo questi umori, è tornata al centro della cronaca la modalità in cui dev’essere vissuta l’esperienza e la pratica antifascista nel paese reale. Il dibattito che s’è susseguito su tutti i media, dalla tv ai giornali, fino ai social network, la moderna agorà dei nostri tempi, ci ha portato ad elaborare queste brevi linee guida per un antifascimo adatto ai tempi che stiamo vivendo, rispettabile delle diverse sensibilità del paese, dunque un antifascismo che tenga conto della sensibilità degli stessi fascisti, nel nome dei principi di democrazia e libertà che ispirano la nostra democrazia. Un antifascismo ecunemico. I punti principali sono questi:

1) Se uno con la testa rasata e simboli nazisti tatuati va in giro a sparare a tutti i “negri” che incontra, non speculare vigliaccamente sul suo disagio psichico e sociale, cerca di immedesimarti per una volta senza esser offuscato da posizioni novecentesche ormai superate. E’ una persona che va aiutata, protetta, reinserita, non un fascista con intenti terroristici.

2) Se uno con la testa rasata e simboli nazisti tatuati va in giro a pestare stranieri con spranghe e catene, non gridare subito al fascismo, sta solo riscoprendo e tutelando la sua identità nazionale, troppo schiacciata dal globalismo che tu, privilegiato di sinistra, non comprendi dal tuo salotto.

3) Se uno con la testa rasata e simboli nazisti tatuati insieme ad altri dieci energumeni come lui, ti accerchia e ti spacca la faccia, lasciandoti con un solo incisivo in bocca, sorridi deforme: hai vinto tu. La tua superiorità morale ti farà re dei social e avrai il plauso di Grasso e Mentana. Forse anche una breve intervista di 1 minuto in collegamento con Floris.

4) Se solo negli ultimi 3 anni le aggressioni di questi tizi sono quantificate in 108 (pestaggi, accoltellamenti), senza andare più indietro che sennò non basterebbero queste poche righe (gli omicidi di Dax e Renato Biagetti, solo per dirne due, vi ricordano qualcosa?) si tratta di un chiaro disagio sociale, o delinquenti comuni, o incompresi e figli dell’abbandono periferico da parte delle sinistre (è sempre colpa tua, ricorda), ma non essere banale a chiamarli fascisti. Se esistono è perché esistono gli antifascisti, no? Gli opposti estremismi.

5) Se sei “antifascista” per default, in quanto dotato di tessera ANPI e tessera ARCI, e qualcuno usa metodi violenti contro un fascista, devi immediatamente ricordare a tutti che è da fascisti menare un fascista, perché sei contrario alla violenza in generale, da qualsiasi parte provenga e che la violenza va punita dalla LEGGE.

6) In un paese senza memoria la prova di democrazia non la devono dare loro, i fascisti, tocca a te. Sei democratico? Sei democratico?!

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