Un attivista di Potere al Popolo è stato accoltellato ieri sera intorno alle 22.30 a Perugia, mentre stava affiggendo dei manifesti elettorali di Potere al Popolo nella zona di Ponte Felcino alla periferia di Perugia.
Il compagno è stato accerchiato da alcune persone non ancora identificate. E’ stato quindi colpito con tre colpi di arma da taglio mentre un altro uomo che era con lui è stato colpito alla testa. Sono stati medicati all’ospedale Santa Maria della Misericordia.
“Stiamo lavorando per organizzare questa sera in piazza a Perugia un presidio popolare, contro il fascismo e l’austerity che lo alimenta” scrive in una nota Potere al Popolo di Perugia, “Il clima di odio scatenato in questi mesi da una classe politica irresponsabile che ha soffiato sul fuoco sta producendo i suoi frutti avvelenati. A Pagare il prezzo di questa violenza siamo noi, i migranti, i diversi, gli attivisti solidali. Chiediamo lo scioglimento delle organizzazioni neofasciste, vogliamo in questa campagna elettorale parlare di lavoro e giustizia sociale, di abolizione della Fornero e Jobs act”.
Si conferma così la prevista escalation auspicata e istigata dalle forze di governo e dai mass media. Il tentativo è quello di riprodurre lo schema di uno scontro tra gli “opposti estremismi” (incluso il tentativo ripetuto di fare dibattiti televisivi tra organizzazioni neofasciste e Potere al Popolo, rifiutati da quest’ultimo) in cui il governo – e il Pd – possano ergersi a tutori della sicurezza e della convivenza civile. Si punta così a creare artificiosamente e concretamente una inquietante simmetria – vedi quanto accaduto a Palermo dove è stato pestato un fascista con molti precedenti di aggressioni contro immigrati – funzionale alle forze di governo. Una operazione fin troppo spudorata, del tutto complementare con le mazzate distribuite nelle piazze dagli apparati di polizia di Minniti contro gli antifascisti.
La mappa delle aggressioni fasciste nel centro-nord
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