Non passa giorno che il bocconiano ed eccentrico presidente dell’INPS #TitoBoeri non convochi la stampa per ripetere il suo solito mantra: “I partiti non osino toccare la #riformaFornero altrimenti avremo un buco nei conti previdenziali di 80 miliardi che metterebbe a serio rischio le pensioni dei lavoratori più giovani!”.
E non passa giorno che #CarloCottarelli, visiting professor presso l’Università Bocconi di Milano da un paio d’anni, uomo del Fondo Monetario Internazionale ed ex commissario governativo alla spending review (che dopo il licenziamento da parte di Renzi pare tutti ora vogliano candidare a ministro dell’economia) non ammonisca: “Con i tassi di natalità così bassi, modificare la riforma Fornero comporterebbe ulteriori e massicci tagli alla spesa pubblica (che, per lui, si traducono, senza perifrasi alcuna, in tagli su ospedali, scuole e servizi pubblici) ed una grave ricaduta sui giovani!”.
Per i #Bocconians, i conti sulle pensioni si fanno, dunque, seminando il terrore mediante cifre iperboliche sparate a caso e minacciando di continuare a sottrarre ancora qualcosa ai più deboli e comunque sempre mettendoli gli uni contro gli altri.
Mai una volta che parlassero di separazione tra previdenza ed assistenza e mai che ammettessero che è il precariato di massa – legittimato e consolidato dal jobs act – a far mancare un’enorme massa contributiva.
Oppure mai che facessero un qualsiasi riferimento alla necessità di procedere ad una vera tassazione sui capital gain, ad una seria patrimoniale o a dei tagli consistenti a quelle spese militari che continuano a crescere vertiginosamente, in barba a tutte le chiacchiere e le narrazioni interessate sulla “crisi” e sul “debito pubblico”.
E mai una volta che compaia nei loro discorsi un qualche timido accenno al fatto incontrovertibile e stradocumentato che, nel corso dell’ultimo ventennio, si sia prodotto, nel nostro paese, il più grande spostamento di ricchezza dai salari alla rendita e al profitto del dopoguerra.
E figuriamoci se i nostri faranno mai menzione di quei trattati #UE che imporranno al paese, appena finito il teatrino elettorale, una pesante manovra correttiva che incorpori il famigerato Fiscal Compact con 50 miliardi l’anno di tagli alla spesa pubblica per i prossimi vent’anni e solo per pagare gli interessi sul debito pubblico alle banche private che stanno dietro la #BCE in una spirale senza fine che ci porterà presto ad una catastrofe sociale di tipo greco.
Ecco, di tutto ciò i #Bocconians, non parlano, ci mancherebbe. Sono fatti così, i Chicago Boys de noantri, li tengono lì apposta, sempre al servizio del padrone.
Fonte
Nessun commento:
Posta un commento