Ieri sera a Torino, in vista del comizio elettorale di Casapound che vedeva la presenza di Di Stefano in città, circa 6-700 persone sono scese in strada in nome dell’antifascismo per opporsi alla logica razzista e xenofoba che i fascisti del terzo millennio propongono, in continuità con le importanti mobilitazioni delle ultime settimane come quelle di Macerata e Napoli.
In piazza tutte le realtà antifasciste torinesi, nonostante il tempo a sfavore, hanno sfilato verso l’hotel NH di corso Vittorio dove i fascisti si erano rinchiusi insieme alle loro idee di odio verso il più debole, ovviamente protetti da numerose camionette, idranti e schieramenti di celere. Nutrito anche lo spezzone di Potere al Popolo, che ha esibito uno striscione che rivendicava l’antifascismo popolare, contro la guerra fra poveri promossa da PD e fascisti.
Come già accaduto nelle scorse settimane in altre città italiane come Bologna e Napoli, la violenza della repressione non si è fatta attendere. Infatti, il folto corteo che è partito intorno alle 20:00 da Porta Nuova è stato bloccato su corso Vittorio con cariche di alleggerimento e idranti.
Nonostante questo, il corteo è riuscito ad arrivare nei pressi dell’hotel, dove ovviamente il livello della tensione si è alzato e il corteo è stato spezzato da altre cariche e forte uso di lacrimogeni, soprattutto più tardi su Corso Inghilterra. Il corteo ha poi proseguito compatto il proprio percorso da Piazza Statuto, percorrendo via Garibaldi, Piazza Castello e via Po.
Due i fermati dalla polizia (uno di questi rilasciato in serata), a cui va tutta la nostra solidarietà. In tanti identificati e diversi feriti.
Ciò che è certo è che nelle ultime settimane abbiamo avuto la prova che il fascismo non può passare, e non certamente solo quello esplicito e brutale di Casapound e Forza Nuova ma anche quello di Minniti e PD che in questi anni ha lasciato piede libero a questo tipo di organizzazioni sdoganandole, alimentando l’idea degli opposti estremismi e dipingendo l’antifascismo come una pratica inutile e pericolosa, facendosi in contemporanea promotore di politiche autoritarie e repressive come i decreti Minniti.
Opporsi a questa retorica è importante: oggi più che mai è necessario farsi trovare pronti e uniti a praticare un antifascismo popolare che ripudi vecchi e nuovi fascismi e ribadisca la complicità delle classi dirigenti a cui fanno molto comodo i fascisti nei momenti di crisi come questo.
Infatti vediamo che PD e sinistra liberale si propongono come unica alternativa al razzismo, portando in campo un falso volto dell’Unione Europea che viene dipinta come la salvezza dei popoli e unica opposizione all’estremismo. Sappiamo bene che se oggi viviamo in un clima di odio e spropositata violenza verso chi è più povero o ha un diverso colore della pelle (vedi Macerata, caso Traini) la colpa è esattamente di quei governi made in UE che hanno rivisto nel fascismo un utile strumento per raffigurarsi come unica vera alternativa democratica.
L’antifascismo non è una tattica elettorale da sventolare in cerca di voti, bensì una pratica concreta e quotidiana che punta a conquistare la giustizia sociale e contrasta ogni tipo di violenza del più forte sul più debole, proponendo un sistema basato sulla solidarietà e la lotta a ogni tipo di sfruttamento. Anche da Torino il segnale lanciato al fascismo e ai suoi taciti sostenitori non poteva essere più chiaro.
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