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22/02/2018

Pyongyang: dall’ammonimento delle armi all’arma dell’ammonimento

Decise prese di posizione dei media della RPDC contro il tentativo statunitense di minare il pur embrionale processo di avvicinamento tra Pyongyang e Seoul, che ha avuto uno scatto in avanti in occasione dei giochi olimpici invernali a PyeongChang.

L’organo centrale del Partito del Lavoro, Rodong Sinmun scrive che Washington sta deliberatamente inasprendo la situazione nella penisola coreana e cerca di avvelenare “il miglioramento nei rapporti tra RPDC e Corea del Sud” e farà di tutto, appena concluse le olimpiadi, per ridurre a zero quanto raggiunto sulla strada del riavvicinamento.

“Se non ci fossero stati gli USA” scrive Rodong Sinmun, “il nostro popolo non avrebbe sperimentato l’amarezza di decenni di contrapposizione etnica e l’unificazione nazionale sarebbe stata raggiunta con i nostri propri sforzi. Se l’atmosfera di relazioni intercoreane più calorose e il miglioramento della situazione nella penisola verranno annichiliti, l’intera responsabilità ricadrà sugli Stati Uniti”.

Già all’inizio di febbraio, il Ministro degli esteri della RPDC Ri Yong Ho, in un messaggio inviato al Segretario generale ONU Antonio Guterres, aveva denunciato le attività destabilizzanti USA nella regione, ammonendo che proprio Washington sarebbe stata responsabile dell’eventuale affossamento dei colloqui di pace tra Nord e Sud.

Ieri l’agenzia KCNA ha messo in guardia contro la ripresa delle esercitazioni militari congiunte USA-Corea del Sud dopo le Olimpiadi a PyeongChang, scrivendo che ciò guasterebbe l’atmosfera di riconciliazione nella penisola coreana. La KCNA faceva riferimento alle dichiarazioni dell’incaricato d’affari USA a Seoul, secondo cui le esercitazioni militari congiunte verrebbero condotte dopo i giochi invernali e che non è stata discussa la questione del loro rinvio.

La ripresa delle esercitazioni “è un atto provocatorio, per bloccare gli sforzi della RPDC e l’entusiasmo della comunità internazionale per il disinnesco della tensione e la creazione di un’atmosfera pacifica”, scriveva la KCNA, sottolineando che “ogni volta che si sono svolte tali manovre, la pace e la sicurezza nella penisola coreana sono state seriamente minacciate e la riacquistata atmosfera di riconciliazione e cooperazione tra Nord e Sud immediatamente guastata”. In un altro servizio, ripreso dalla cinese Xinhua, la stessa KCNA ha anche accusato gli USA di continuare a usare toni bellicosi contro la RPDC per spingere anche altri a inasprire le sanzioni e creare così le condizioni per attacchi preventivi contro Pyongyang. E’ abbastanza significativo il fatto che l’agenzia di stampa cinese abbia riportato senza commenti tale accenno agli “altri”, che Washington starebbe tentando di orientare contro Pyongyang.

La questione delle mosse statunitensi è ripresa anche oggi dal Rodong Sinmun che, con il suo osservatore Ri Hak Nam, parla delle “Provocazioni dei maniaci della guerra, per mettere alla prova il miglioramento delle relazioni intercoreane. Gli Stati Uniti, scrive Ri, in combutta con i guerrafondai militari sudcoreani, hanno simulato un attacco militare – nome in codice Warrior Strike – prima delle Olimpiadi invernali, con il pretesto di mettere a punto la capacità di eliminare le armi nucleari e i missili della RPDC. Le esercitazioni si sono svolte in ambienti simulati, coinvolgendo il grosso della Seconda Divisione statunitense, resasi famosa durante la guerra di Corea e che ha svolto un ruolo di primo piano in ogni esercitazione d’aggressione tenutasi in Corea del Sud. Non si è trattato altro che di un ennesimo atto provocatorio dei maniaci della guerra, per mettere alla prova il miglioramento delle relazioni intercoreane. Tali azioni, conclude Ri, convincono ancora una volta la RPDC che, per assicurare il progresso nelle relazioni intercoreane e la pace nella penisola coreana, si debbano eliminare le mosse di interferenza e aggressione degli Stati Uniti, veri responsabili dell’aggravamento della situazione.

In questa direzione, non manca nemmeno una denuncia dei piani giapponesi. La scorsa settimana, sempre Rodong Sinmun riprendeva una nota dell’Istituto per il disarmo e la pace del Ministero degli esteri della RPDC sul fatto che “Stati Uniti e Giappone, anche nel corso della cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali, hanno fatto di tutto per ostacolare il miglioramento delle relazioni intercoreane. Nella nota si affermava che “le mosse avventate di Stati Uniti e Giappone costituiscono una sfida aperta sia ai nostri sforzi per migliorare le relazioni intercoreane e creare un clima pacifico nella penisola, sia all’aspirazione mondiale alla pace e alla stabilità regionali e globali”. Ogni volta che Nord e Sud si sono impegnati in trattative per migliorare le relazioni e creare un’atmosfera favorevole alla riunificazione nazionale, era detto nella nota, USA e Giappone hanno sempre creato enormi ostacoli, con manovre deliberatamente aggressive, come le manovre militari congiunte su larga scala. Tali fatti dimostrano una volta di più che USA e Giappone sono i veri responsabili dell’aggravamento della situazione e il vero ostacolo alla riunificazione nazionale.

Abbastanza indicativo degli sforzi di Pyongyang in direzione distensiva, il fatto che nel complesso dei servizi dei media nordcoreani, sia pressoché assente ogni accenno a rispondere con le armi alle provocazioni di Washington e di Tokyo e, forti del clima avviatosi in occasione delle Olimpiadi, si punti piuttosto sulla simpatia internazionale verso la RPDC e la condanna delle mire USA: “Se i reazionari statunitensi e giapponesi” conclude infatti la nota del Ministero degli esteri, “continueranno a muoversi in modo egocentrico contro le nostre aspirazioni nazionali alla pace e alla riunificazione e contro il sostegno internazionale ad esse, otterranno solo il proprio isolamento”.

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