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28/03/2018

Niger. Arresti tra i leader dell’opposizione e bavaglio ai media, grazie alla UE

Con l’intervento delle truppe dell’Unione Europea (francesi, italiani, ecc), le già fragili democrazie del Sahel vengono riportate a dittature guidate da corrotti al servizio delle imprese multinazionali (il Niger ha grandi ricchezze nel sottosuolo, a cominciare dall’uranio) e delle potenze occidentali.

Questo articolo, che denuncia gli arresti di esponenti di primo piano dell’opposizione e il bavaglio imposto ai media, ne è una conferma. E dire che ufficialmente le truppe Ue sono andate lì per “fermare il traffico di esseri umani” e “combattere l’estremismo jihadista”...

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Le autorità nigerine devono rilasciare immediatamente gli attivisti della società civile e l’opposizione politica arrestati ieri durante una manifestazione pubblica, ha detto Amnesty International oggi [lunedì 26 marzo 2018, ndt].

Cercando di esercitare il loro diritto sancito dalla Costituzione, i manifestanti hanno sfidato il divieto della marcia pacifica per protestare contro una legge finanziaria, votata l’anno scorso, che prevede nuove tasse su alloggi, elettricità, ecc. La polizia ha lanciato i lacrimogeni per disperdere il corteo. 23 persone sono state arrestate, alcuni presso la sede delle organizzazioni della società civile e altri durante la manifestazione stessa.

“L’ondata di arresti di attivisti e la risposta chiaramente brutale delle forze di sicurezza violano non solo il diritto dei manifestanti alla libertà di riunione pacifica, ma rischiano di infiammare una situazione già tesa in Niger “, ha detto Gaetan Mootoo, ricercatore sull’Africa Occidentale presso Amnesty International.

“Tutte le persone arrestate, solamente in rapporto all’esercizio del loro diritto di riunione pacifica, devono essere immediatamente liberate”.

Tra gli arrestati c’è Ali Idrissa, coordinatore della Rete di organizzazioni per la trasparenza e l’analisi finanziaria (ROTAB), Moussa Tchangari, Segretario generale dell’Associazione spazi cittadini alternativi, e Nouhou Mahamadou Arzika, presidente del Movimento per la promozione della cittadinanza responsabile (MPCR). Queste figure della società civile sono state arrestate nella sede delle loro associazioni.

In una ordinanza datata 23 marzo scorso, il presidente della delegazione speciale della città di Niamey ha indicato che la marcia era proibita “per ovvi motivi di sicurezza… e in considerazione della situazione della sicurezza in Niger e nella regione e, inoltre, per i recenti attacchi terroristici”.

Le forze di sicurezza hanno circondato i luoghi di assembramento, dalla prima mattina di domenica 25 marzo, impedendo ai manifestanti di mobilitarsi.

Sono scoppiati degli scontri, mentre la società civile invitava ripetutamente alla calma. Degli agenti di polizia di stanza di fronte all’Assemblea nazionale hanno confiscato il telefono e il tesserino stampa alla blogger e giornalista Samira Sabou mentre lei riprendeva gli avvenimenti. Li ha potuti recuperare soltanto oggi pomeriggio.

Anche l’avvocato e membro della società civile, Lirwana Abdourahamane, è stato arrestato da alcuni

agenti della polizia mentre usciva dalla televisione privata “Labari” – il cui promotore è Ali Idrissa – dove era stato ospite del telegiornale.

La televisione è stata poi anche chiusa dalle forze di sicurezza che vi hanno fatto irruzione senza presentare una notifica scritta dal Consiglio superiore della comunicazione, né un mandato della polizia.

Volevano avere una copia del notiziario televisivo durante il quale l’avvocato Lirwana è stato intervistato. I responsabili della televisione hanno rifiutato. Amnesty International ha potuto visionare la registrazione per confermare che l’avvocato non ha fatto appello né invocato l’odio o la violenza.

Un membro della televisione “Labari” ha dichiarato ad Amnesty International: “Degli agenti di polizia sono venuti a chiedere una copia dell’intervista del signor Lariwana. Noi ci siamo rifiutati perché non avevano alcun mandato da parte del Consiglio superiore della comunicazione. Di fronte al nostro rifiuto, la polizia è ritornata verso le 21h per dirci che aveva ricevuto l’ordine di chiudere la televisione senza alcuna notifica scritta. Noi abbiamo sospeso i nostri programmi e gli agenti della Guardia Nazionale si sono piazzati di fronte alla porta e hanno vietano qualsiasi accesso”.

“Chiudere una televisione indipendente costituisce un attacco ingiustificato contro la libertà d’espressione. La sospensione di un organo di stampa è responsabilità del Consiglio superiore della comunicazione e, a nostra conoscenza, nessuna decisione pubblica è stata presa”, ha dichiarato Gaetan Mootoo.

“Le autorità devono garantire che i giornalisti possano svolgere il loro lavoro senza timore e senza subire manovre intimidatorie o molestie”.

Traduzione a cura di Andrea Mencarelli dell’articolo pubblicato su Amnesty International.

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