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26/03/2018

TEV-DEM: La strategia di resistenza per Efrîn è stata ridefinita

In una dichiarazione scritta il Movimento per una Società Democratica (TEV-DEM) fa notare che la lotta per la librazione di Efrîn viene portata avanti con una nuova strategia. Contemporaneamente si mette in guardia rispetto ai piani dello Stato turco di modificare la composizione demografica di Efrîn.

Di seguito vogliamo condividere con voi passaggi della dichiarazione di TEV-DEM:

Contro gli attacchi dell’esercito turco e delle bande jihadiste per 58 giorni è stata fatta una resistenza storica. Questa resistenza di popolo contro l’esercito di occupazione verrà portata avanti con determinazione. La popolazione di Efrîn con la sua lotta ha attirato l’attenzione di tutto il mondo. La nostra gente ha provato chiaramente che la sua volontà non può essere spezzata da nessuna forza al mondo. Questa resistenza è stata la risposta più importante che la nostra popolazione potesse fornire allo Stato turco.

Critica nei confronti delle organizzazioni internazionali

L’esercito di occupazione turco continua i suoi barbarici attacchi usando ogni tipo di tecnologia bellica. Le organizzazioni internazionali invece di fronte a questi attacchi si nascondono nel silenzio. Questo silenzio è la causa per cui gli attacchi contro la popolazione civile vengono intensificati e continuati.

Gli attacchi dell’esercito turco sono aumentati in particolare dopo il movimento di persone dai villaggi circostanti verso il centro della città. L’esercito turco fascista e le bande che agiscono insieme a lui, nelle scorse due settimane hanno completamente circondato la città. Hanno attaccato miratamente alle strutture indispensabili per le persone e le hanno rese inservibili. In città è stato interrotto l’approvvigionamento di acqua e elettricità, sono state attaccate e distrutte le strutture sanitarie. Lo Stato turco fascista in questo modo mirava a spezzare la volontà della popolazione. Con attacchi aerei ininterrotti è stata messa in pericolo la vita di centinaia di migliaia di persone. Le persone sono state costrette alla fuga e nonostante l’incombente situazione di pericolo, hanno dovuto passare le notti all’aperto.

Nonostante questa situazione da parte delle organizzazioni umanitarie internazionali non è stato prestato alcun aiuto. Queste organizzazioni al cospetto dalla sofferenza della nostra gente, restano invece immobili nel ruolo di spettatori. Esattamente questo in effetti era anche l’obiettivo dello Stato turco.

Accanto al fatto che il regime siriano per via dell’alleanza turco-russa non ha potuto mostrare decisione rispetto a questi attacchi, soprattutto il silenzio a livello internazionale è corresponsabile della sofferenza alla quale è esposta la popolazione di Efrîn.

Ma tutte e tutti devono sapere che la nostra volontà non può essere spezzata. La nostra resistenza continuerà fino a quando l’occupante, e le bande che agiscono insieme lui, non saranno battuti. La nostra resistenza va avanti fino a quando il suolo di Efrîn sarà liberato.

A questo punto vogliamo sottolineare quanto segue: la nostra resistenza contro la guerra di occupazione fino ad ora si è svolta con successo. Avremmo avuto la possibilità di portare avanti combattimenti strada per strada con l’avversario nel centro di Efrîn per un periodo lungo. Tuttavia a causa della nostra responsabilità morale e delle difficoltà con le quali era confrontata la popolazione civile, abbiamo deciso contro una strategia di lotta di questo genere. Per salvare la vita della nostra gente e la città dalla distruzione totale, abbiamo deciso un cambio di strategia nella nostra resistenza. (...)

Le proteste devono andare avanti

Vogliamo anche affermare che ci inchiniamo di fronte alle persone che in tutto il mondo esprimono ininterrottamente nelle piazze solidarietà con Efrîn. Allo stesso tempo ci appelliamo a tutte e tutti perché continuino con questa solidarietà a stare al fianco della resistenza di Efrîn.

Il nostro appello alle istituzioni e alle organizzazioni internazionali è di adempiere il loro dovere morale e politico e rendere possibile il ritorno della popolazione civile alle loro case e alle proprie abitazioni in sicurezza. Inoltre alla popolazione deve essere garantita la protezione da ulteriori saccheggi e ruberie da parte dell’esercito turco e delle sue bande alleate. Allo stesso tempo vi mettiamo in guardia dai piani del Presidente turco di voler modificare la composizione demografica di Efrîn. Anche la nostra popolazione deve sapere che ci opporremo con tutta la nostra forza a una sporca politica di questo genere. (...)

Le Nazioni Unite devono svolgere il proprio ruolo

Chiediamo anche che il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite eserciti pressione sullo Stato turco perché questo si attenga alla legalità internazionale. L’intera opinione pubblica dove sapere che consideriamo lo Stato turco e le sue bande come occupanti. Dichiariamo pubblicamente che consideriamo la difesa della nostra identità e la liberazione della nostra patria un diritto legittimo. (...)

da Rete Kurdistan

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