Mentre i principali media si preoccupano soprattutto di quel gioco di corte che sono le nomine in parlamento si fa avanti un problema, come dire, di scenario. Quello meno valutato in questi giorni tra giornali che ospitano interviste che servono per le trattative di governo e tv che, stile Bruno Vespa, il governo sognano di farlo addirittura in diretta. Bisogna andare però in Europa per capire un po’ di criticità serie riguardanti la possibile nascita di un governo M5S-Lega (al netto della lista dei ministri). Criticità tali da delineare un nuovo scenario di pericolo per questo paese, dopo quelli che si sono aperti con la crisi di borsa del 2008 e con quella europea del debito sovrano del 2011.
Le previsioni, sbagliate di Bloomberg. Andiamo un attimo indietro: qualche settimana prima delle elezioni, Bloomberg, l’agenzia globale di informazioni e servizi finanziari, in un rapporto valutava al 10% le possibilità che il Movimento 5 Stelle finisse al governo. Allo stesso tempo Bloomberg dava per scontato che la Lega di Salvini rimanesse, volente o nolente, nell’orbita di Forza Italia. Si tratta di valutazioni che, nel mondo finanziario, contano quando si deve investire oppure attaccare, scommettendo al ribasso su aziende e titoli pubblici, un paese per estrarre ricchezza da queste strategie. Infatti, oltre al fatto che la Bce ha continuato a investire in debito pubblico italiano per evitare attacchi sia all’Italia che all’Eurozona, i grandi trader globali non hanno attaccato il nostro paese. Anzi, Bridgewater, che aveva puntato fino a 3 miliardi contro il nostro paese (scommettendo sul crollo di aziende, banche e titoli di stato) ha ridotto l’esposizione in scommesse sul fronte italiano. Questo per una serie di motivi: il primo, molto importante, tutta una serie di Outlook economici, compreso quello del FMI, sono favorevoli all’Italia per il 2018. In poche parole quelle che vengono chiamate “ripresa” ed “economia” – categorie che sopravvivono grazie ad una serie spaventosa di equivoci e che vengono accettate come se fossero legge – a fine 2017 e inizio 2018 sono viste in positivo dalle previsioni che si leggono sui mercati. Il secondo perché, anche con il voto del 4 marzo, l’idea che il Movimento 5 Stelle potesse normalizzarsi, accettando la governance finanziaria continentale, si era fatta strada nei commentatori continentali. Terzo, le istituzioni europee, e la Germania che in queste istituzioni esercita un potere egemone, non hanno lanciato moniti particolari contro l’Italia.
Ma cosa accadrebbe, dal prossimo mese, se in Italia si insediasse un governo M5S-Lega, al netto delle formule politiche, e delle mediazioni, necessarie per vararlo? Non ci sono dubbi: questo governo dovrebbe mostrare docilità politica verso “l’Europa” oppure attraversare una guerra finanziaria dagli esiti incerti, e pericolosi, per il nostro paese. Ci sono alcuni segnali, seri, in proposito. Uno, discretamente diffuso da giornali mainstream e agenzie di stampa riguarda il rapporto Fmi sulla sostenibilità finanziaria del sistema pensionistico. La presa di posizione di questo rapporto del Fondo Monetario Internazionale, che è circolato anche in ambienti politici differenti tra loro, è chiara: non solo la (si fa per dire) riforma Fornero va confermata dal governo italiano ma, addirittura, va raddoppiata con una nuova stagione di tagli al sistema pensionistico. Ora, ci sono studi, ben fatti, che dimostrano che il sistema pensionistico italiano non è sull’orlo del precipizio. Ma il punto è un altro: con una possibile alleanza politica Lega-5 Stelle, pronta invece a mettere in discussione la legge Fornero e non certo a raddoppiarla, un rapporto del genere, sulle difficoltà del sistema pensionistico certificate dal FMI, serve a legittimare gli attacchi finanziari contro il nostro paese. Oltretutto nell’imminenza del Def, documento economico-finanziario del governo che va sottoposto a Bruxelles, e varato il 10 aprile. Insomma, armi e argomenti non solo per i mercati finanziari ma anche per la commissione europea che ha fatto capire di spingere per una manovra finanziaria del governo restrittiva attorno ai 3 miliardi subito e 30 entro fine anno. Senza premere troppo sui toni e sugli accenti però per non scatenare crisi politiche e di borsa. Infatti, non a caso la commissione europea è disposta a valutare il Def ai primi di maggio: spingere troppo sui tempi e sugli accenti delle richieste potrebbe scatenare tempeste finanziare in tutto il continente.
Attacco all’Italia? Ma, come sappiamo, la vera arma di pressione, in queste situazioni, è rappresentata dalle grandi corporation finanziarie. E se Bridgwater alleggerisce la sua pressione sull’Italia, dopo aver probabilmente sbagliato i tempi di intervento speculativo, spunta un altro gigante: BlackRock. Stiamo parlando della più grande società di investimento del mondo che a suo tempo ha cominciato, a fine crisi finanziaria 2011-2012, a reinvestire nel nostro paese. BlackRock giudica l’alleanza tra Lega e 5 Stelle come il peggior scenario possibile per l’esposizione finanziaria e valuta, secondo i responsabili del settore investimenti, una seria ritirata dal nostro paese. In questo scenario non è certo da sottovalutare il comportamento possibile delle istituzioni europee sul sistema bancario italiano (non dimentichiamo che MPS, banca sistemica, è di nuovo in crisi). All’Italia, e al futuro governo, vengono pubblicamente chieste proprio quelle misure verso le banche, parzialmente e già così dannosamente prese da Renzi, che sia 5 Stelle sia Lega hanno sempre contestato anche in campagna elettorale. C’è anche una richiesta più politica che l’istituto Bruegel, pensatoio della governance europea, ha espresso al nostro paese via Repubblica. Quella di partecipare attivamente alla nuova architettura europea, non solo post-Brexit ma anche di governo delle crisi nazionali del debito, visto che su questo, ammette Bruegel “Germania e Francia sono d’accordo solo in apparenza”. Certo, in questo scenario, le dichiarazioni favorevoli a Putin da parte di Salvini non sono viste con favore.
In sintesi: c’è un rischio di guerra finanziaria – leggi attacchi finanziari concentrici a debito pubblico, banche, imprese, borsa – e di destrutturazione della governance europea che l’UE vuol attutire al massimo. L’alleanza Lega-5 stelle, se nasce, dal punto di vista europeo è qualcosa che va “normalizzato” senza grosse scosse. Normalizzato producendo, con qualche concessione retorica ai normalizzati, le consuete “riforme” chieste da Fmi, Bce e UE a tutti i paesi europei. Altrimenti i mercati finanziari, vedi il ripensamento strategico possibile di soggetti come BlackRock, possono fare la guerra all’Italia. Va quindi detto che, al momento, il rischio di futuro attacco finanziario concentrico al nostro paese esiste. Diventerà concreto questo rischio? Intanto registriamo questo articolo del Financial Times che avverte che l’Italia è una “bomba a tempo” .
Quindi, se emerge una alleanza 5 stelle-Lega, ci sono due possibilità: o quella del governo “entro limiti accettabili per l’Europa” (leggi resa alla Tsipras magari senza troppa scena), come dice un giornalista mainstream, oppure lo scoppio della bomba a tempo con l’innesco di un conflitto finanziario di serie proporzioni contro il nostro paese.
Rischiamo di trovarci quindi tra Scilla e Cariddi: tra un’Europa che preme per le consuete austerità e rigore, temperate da qualche misura-immagine, e un possibile governo le cui misure, e la cui forza, sono tutte da valutare. E sarebbe una situazione nella quale le consuete retoriche delle sinistre, le quali hanno in mano un po’ di account su Facebook e poco più, servirebbero ancor meno che nel passato.
Questa è la realtà, le elezioni sono finite, i giochi sono stati fatti, rien ne va plus.
Redazione, 26 maggio 2018
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