29/03/2018
Il Ministro del Lavoro francese convalida il licenziamento di un sindacalista
Martedì 20 marzo, il Ministro del Lavoro del governo Macron, Muriel Pénicaud, ha dato ragione a La Poste, autorizzando il licenziamento di Gaël Quirante, segretario sindacale di SUD-Poste nel dipartimento Hauts-de-Seine e militante del Front Social. SUD Poste 92 è la prima organizzazione sindacale a La Poste di Hauts-de-Seine, con il 52,02% dei voti ricevuti alle ultime elezioni delle rappresentanze di settore nel dicembre 2015.
Da marzo 2007, La Poste ha chiesto ufficialmente per ben quattro volte il licenziamento di Gaël, ma l’Ispettorato del Lavoro, impegnato nel verificare le motivazioni dei licenziamenti dei rappresentanti sindacali, ha sistematicamente rifiutato questa richiesta. Al contrario, l’attuale Ministro del Lavoro ha deciso di passare all’attacco e ha convalidato il licenziamento di Gaël.
La Poste ha cercato di licenziare Gaël a partire dal 2010 per il suo coinvolgimento negli scioperi e nell’attivismo sindacale. Dopo due rinvii dell’udienza, Gaël Quirante adesso passerà di fronte alla Corte d’Appello Amministrativa di Versailles, martedì 28 marzo. Questo è il risultato di una procedura di licenziamento avviata nel 2010: La Poste aveva infatti cercato di licenziarlo, accusandolo di “sequestro di persona”, in quanto coinvolto in un’occupazione della direzione dipartimentale insieme a una delegazione di lavoratori di Asnières, Châtillon e Clamart in sciopero.
Nel 2010 La Poste presentò una prima richiesta di licenziamento all’Ispettorato del lavoro, al quale è susseguito un primo rifiuto. Poi fece appello anche all’allora Ministro del Lavoro (2011), ottenendo un altro rifiuto. Quindi, un ulteriore appello al Tribunale Amministrativo (2014) e nuovo rifiuto di licenziamento. Ma La Poste ha sempre continuato il suo attacco e ha avviato una nuova procedura di licenziamento contro Gaël, presentando la questione direttamente all’attuale Ministro del Lavoro (ed ex direttore delle risorse umane di Danone) Muriel Pénicaud.
Per dare una misura dell’aggressione diretta e inesorabile di La Poste contro Gaël, basta ricordare che è stato messo in cassa integrazione forzata per più di un anno e mezzo, cumulato in 13 anni di servizio presso La Poste.
Gaël è stato preso di mira per la sua partecipazione attiva al sindacalismo di base e alla lotta politica, per gli scioperi determinati e vittoriosi, per l’opposizione risoluta alla politica di bilancio del servizio pubblico postale, fatta di tagli dell’impiego (100mila lavoratori in meno in dieci anni) e di riorganizzazioni permanenti (come a Asnières, Neuilly e in altri uffici). Gaël Quirante ha subito una vera e propria persecuzione politica disciplinare, mai interrotta e che è ripresa a ritmi serrati dallo scorso maggio.
Per quel che riguarda la situazione in Francia, i rappresentanti sindacali beneficiano di alcune tutele, per evitare ripercussione e ritorsioni da parte dei padroni. Pertanto, per licenziare un rappresentante sindacale, il datore di lavoro deve presentare una richiesta all’Ispettorato del Lavoro, che decide se il licenziamento è appropriato o meno. In caso di rifiuto da parte dell’Ispettorato del Lavoro (che, nel caso di Gaël, ha dichiarato che i fatti a lui contestati non sono abbastanza gravi per giustificare il licenziamento e che rientrano nella sua attività sindacale), il datore di lavoro può deferire la questione al Ministero. Di conseguenza spetta al Ministro decidere.
Approvando questa richiesta, Muriel Pénicaud ha deciso non solo di schierarsi dalla parte dei dirigenti di La Poste e contribuire al licenziamento di un sindacalista, ma di perpetrare il duro attacco sociale e politico ai diritti di tutti i lavoratori e, in particolare, di coloro che si organizzano e si attivano tramite il sindacalismo di base.
L’autorizzazione del Ministro Pénicaud a La Poste, per licenziare Gaël, viola una decisione di rifiuto di licenziamento pronunciata dall’Ispettorato del Lavoro e il rapporto della contro-inchiesta condotta da DIRECCTE (Direzione regionale per affari, concorrenza, consumo, lavoro e occupazione), la quale ha riconosciuto la discriminazione sindacale nei suoi confronti. Quindi, si tratta di una vera e propria decisione di carattere politico e di stampo repressivo, in chiaro contrasto con quanto stabilito dalle autorità competenti di diritto del lavoro.
Il caso di Gael è particolarmente rappresentativo e significativo, ma non è di certo l’unico: La Poste ha deciso di colpire durante i militanti e gli attivisti più combattivi. L’intervento del GIPN (Groupes d’Intervention de la Police Nationale) contro i lavoratori del centro di smistamento Bègles-Bordeaux durante uno sciopero nel 2005 è stato il calcio d’inizio di questa offensiva. Da allora, procedimenti disciplinari e penali, licenziamenti, sanzioni si sono moltiplicati contro i sindacalisti e, più in generale, contro tutti quelli che si rifiutano di piegare la testa: 10 anni di cassa integrazione accumulati dagli attivisti SUD e CGT nell’Ile-de-France dal 2012, 14 anni dal 2010! 4 attivisti sindacali del 92esimo dipartimento sono stati oggetto di provvedimenti disciplinari durante uno sciopero nel 2014.
Olivier Rosay da solo ha subito 69 mesi di sospensione dalla sua funzione. Sempre nel 92esimo dipartimento, Yann Le Merrer è stato licenziato ed è ancora in attesa di ricollocamento in seguito all’obbligo per il suo datore di lavoro di reintegrarlo. Questa logica repressiva oggi colpisce l’intero mondo del lavoro: oltre 4000 procedimenti disciplinari e/o penali sono stati avviati contro scioperanti o manifestanti dal movimento del 2016 contro la Loi Travail.
Dopo la decisione presa nell’Assemblea Generale, i lavoratori di Sud Poste 92 hanno chiamato e rinnovato lo sciopero, con l’estensione a tutti gli uffici postali e i centri di smistamento nel dipartimento, a partire da lunedì 27 marzo. Il sindacato, così come il Front Social, ha organizzato anche un presidio davanti al Ministero del Lavoro.
La solidarietà non è tardata ad arrivare: nonostante il tempo estremamente breve per organizzare uno sciopero, oltre 150 lavoratori delle poste hanno scioperato e si sono riuniti lunedì mattina davanti alla direzione de La Poste a Hauts-de-Seine Post per chiedere che Gaël Quirante non venga licenziato. Nei centri postali di Levallois, Gennevilliers, Asnières, Malakoff, Fontenay aux Roses e Neuilly, la maggior parte dei lavoratori sono entrati in sciopero, ma anche in altri centri come Boulogne Billancourt, Colombes, Courbevoie, Clamart e Rueil la partecipazione è ugualmente elevata.
I lavoratori delle poste del 92esimo dipartimento sono ben consapevoli del fatto che, attraverso il licenziamento di Gaël Quirante, sono i loro stessi diritti e i loro stessi mezzi di difesa contro gli incessanti attacchi dei dirigenti e del padronato di La Poste che vengono totalmente messi a rischio. Per questo motivo, la mobilitazione è e deve restare alta. Perché di fronte a questi attacchi politici e alle misure di repressione sindacale non bisogna fare alcun passo indietro, ma resistere, organizzarsi e lottare.
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