I mass media italiani stanno tentando di ridurre questo 8 dicembre a giorno della disfida di palazzo. A Roma la piazza di Salvini, l’anima reazionaria ed imprenditoriale del governo, a Torino con i NoTav l’altra anima, quella dei Cinquestelle, per altro sempre più difficile da definire. Una prova di forza tra Salvini e Di Maio attraverso le due manifestazioni?
Ridicola sciocchezza. La piazza di Torino non avrà nulla da dire ai cinque stelle, da loro nulla si aspetta dopo che hanno votato il Decreto Salvini, che commina anni di galera alle manifestazioni NoTav. La manifestazione di Torino se farà riferimento al colore giallo, non si riferirà certo a quello del M5S, ma ai gilet di chi, quasi in contemporanea, a Parigi ed in tutta la Francia manifesterà contro Macron. È con il popolo francese in lotta che si sentiranno solidali i NoTav a Torino, e quella solidarietà unirà le persone contro e in alternativa al progetto dell’alta velocità tra Italia e Francia.
La TAV Torino Lione è presentata come un progetto che unisce i popoli, mentre invece li divide e opprime mentre devasta l’ambiente, così come la vita sociale.
Il progresso dei popoli sono le richieste della piattaforma sociale del Gilets Jaunes, salari dignitosi, pensioni a sessanta anni, lavoro vero e non precario, servizi sociali, istruzione pubblica e gratuita, controllo sulle multinazionali, tasse sui ricchi e fine della schiavitù del debito.
Questi obiettivi, se realizzati, determinano un vero sviluppo, non le Grandi Opere che invece vengono imposte proprio AL POSTO di una vera crescita sociale, rispettosa del mondo in cui viviamo. Le Grandi Opere sono uno sviluppo distorto e malato, sono in fondo sottosviluppo coperto da affari.
La piazza piddina, leghista e imprenditoriale dei SiTAV, guidata da signore della "buona società", è l’arretratezza presentata come progresso. Non a caso si è richiamata alla marcia dei quarantamila, la manifestazione di crumiri organizzata dalla FIAT contro gli operai in lotta nel 1980. Quella manifestazione segnò la svolta liberista contro il lavoro e i diritti sociali in Italia, fu il via libera a quella regressione sociale che ci ha portato alla società ingiusta di oggi. Oggi la caricatura di quella manifestazione vorrebbe imporre di continuare nella regressione, per questo è giusto dire che i SiTav sono il passato da abbandonare, mentre i NoTav delineano il solo futuro giusto.
La rivolta francese contro il liberismo di Macron è dunque naturalmente legata a quella del popolo NoTav, che da anni in Valle Susa deve subire quelle repressioni poliziesche che oggi vediamo in Francia, con l’orrore degli studenti messi in ginocchio dai flics.
Anche la comune lotta contro la violenza dello stato che difende l’ingiustizia, anche questo affratella.
L’8 dicembre a Torino manifesta il popolo che non si è arreso e non si arrende e la delegazione dei gilet gialli che porterà la sua solidarietà sarà abbracciata da tutti. In Italia e in Francia è la stessa lotta contro il liberismo e la sua violenza, anche di stato. Noi ci siamo.
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