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16/03/2019

Rottamare la Bce! E licenziate Mario Draghi...

Ai compagni ripiegati sul proprio orticello, probabilmente, non interessa granché l’analisi che consente di trovare una direzione di marcia non puramente “a naso”.

Ma noi siamo ostinati nel cercar di guardare al di là del muro, ché altrimenti non ci resterebbe che prenderlo a testate per la disperazione. Il risultato, com’è ovvio, sarebbe uno solo.

Così continuiamo a guardare a quel che succede, anche “in campo nemico”, per capire qualcosa di più di quel che viene raccontato – letteralmente: l’informazione è ormai stata sostituita dalla narrazione.

E questo editoriale apparso sull’Agenzia Teleborsa, organo di informazione per coloro che operano direttamente sul mercato finanziario (insomma, nessuno dei “nostri”), espone un giudizio drasticamente negativo della più incensata istituzione dell’Unione Europea: la Bce, ancora per qualche mese guidata da Mario Draghi.

Neanche nei nostri commenti più acidi eravamo arrivati a questo punto: “rottamare la Bce!”.

Il motivo scatenante, negli ultimi giorni, è in una frase pronunciata dal presidente della banca centrale europea durante la conferenza stampa convocata per spiegare la decisione appena presa (lasciare i tassi a zero per tutto l’anno e ricominciare a spargere denaro sui mercati, come da molti anni a questa parte). Una frase da comune cittadino di questo continente, alle prese con qualcosa di più grande di lui, che lo sconcerta, sorprende, sovrasta.

Ossia: “Ci muoviamo a piccoli passi in una stanza buia!“

Chi di noi non si è sentito in questa condizione, diverse volte nella vita? Chi di noi non avrebbe il brivido alla schiena, se gli venisse chiesto “come e quando finirà questa crisi infinita?”.

Il problema sta nel fatto che il presidente della Bce non è uno qualsiasi. Non è “uno di noi”. Ossia una persona cui mancano, se non i concetti base (per chi ha studiato, almeno), sicuramente le informazioni e i dati macroeconomici su cui si prendono le decisioni più razionali (ricordiamo che secondo il pensiero liberale, ogni agente sul mercato – dall’ultimo dei consumatori al primo degli amministratori delegati – è o dovrebbe essere un agente razionale).

No, Draghi è al vertice della piramide cui affluiscono le informazioni e da cui discendono le decisioni che determinano, in buona parte, la vita di mezzo miliardo di persone. Se non un semidio, insomma, sicuramente l’uomo più informato d’Europa in materia finanziaria.

E’ colui che nel 2011, insieme al predecessore Jean-Claude Trichet scrisse una lettera in cui indicava al governo italiano cosa avrebbe dovuto fare negli anni successivi in materia di “riforme strutturali” (le fecero Monti, Fornero, Letta, Padoan, Renzi e Gentiloni, visto che il duo Berlusconi-Tremonti proprio non ci riusciva).

E’ colui che ha chiuso il flusso di contanti ai bancomat della Grecia nei giorni precedenti il referendum contro il Memorandum imposto dalla Troika (vinse il “no”, ma Tsipras si arrese lo stesso), gettando col ricatto un popolo nella disperazione.

E’ l’uomo che solo dicendo “faremo tutto ciò che è necessario” tranquillizzò i mercati in tempesta, promettendo di usare “il bazooka” (quantitative easing a strafottere) per impedire il crollo finanziario del Vecchio Continente.

E’ l’uomo che ogni giorno, e a ogni governo di ogni paese, dice cosa si può e cosa non si può fare in termini di politica fiscale, economica, industriale, ecc.

E’ l’uomo che indica quali spese (sociali) tagliare e quali investimenti (infrastrutturali) si possono fare.

Potremmo andare avanti, certamente. Ma Mario Draghi è uno di quelli che proprio non può dire, farfugliando in mezzo ad altre frasette insignificanti, che lui non sa niente di quel che si muove intorno a tutti noi. “A piccoli passi in una stanza buia”...

Un continente dignitoso e minimamente coerente ne pretenderebbe le immediate dimissioni e l’esclusione perenne da qualsiasi incarico di responsabilità futuro (dalla gestione di un bar in su).

E invece se ne parla insistentemente come un possibile presidente del consiglio di un governo “tecnico” dopo che quello gialloverde, ormai in stato comatoso, avrà tirato le cuoia.

Un cieco in una stanza buia è proprio l’uomo perfetto per guidare un paese come questo...

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Rottamare la BCE

Solo sussiego, ostentato tecnicismo, superiorità intellettuale fondata sul nulla

Guido Salerno Aletta – Editorialista dell’Agenzia Teleborsa

Per anni ha gettato al vento migliaia di miliardi, senza che l’economia reale ne traesse alcun beneficio: il QE è stato il programma più inutile della storia della politica monetaria mondiale.

Per anni ha bacchettato i governi sulle riforme strutturali, per adottare un modello di competizione economica basata sui bassi salari e la precarizzazione del lavoro.

Per anni ha sottoposto le banche ad una vigilanza preventiva del tutto inutile, con le Asset Quality Rewiew e gli Stress Test, adottando decisioni precipitose sulle ricapitalizzazioni e lo smaltimento dei Non Performing Loans. Tra i tassi a zero e le perdite per la svendita degli NPL, hanno sfondato il sistema bancario italiano. Senza capire, poi, che era proprio la politica economica restrittiva adottata con il Fiscal Compact a provocare i fallimenti di migliaia di imprese, la disoccupazione di massa e quindi le crisi bancarie.

L’impostazione di politica monetaria e la vigilanza bancaria centralizzata a Francoforte si sono dimostrate un clamoroso fallimento.

Ora, finalmente qualcuno si è svegliato ai piani alti, e critica il bail-in affermando che è stato adottato senza le necessarie cautele e che rende ingestibili le crisi. Quando lo abbiamo sostenuto noi, su questa testata, siamo rimasti soli, inascoltati: “Bail-in una barbarie“, “Banche, chi soffia sul fuoco?“, “Banche sotto assedio“, “La Banca è sfinita!

Gli Illuminati, proprio coloro che pretendono di avere in sé la luce della Ragione, ora si rendono conto di non capire niente, ma proprio niente di ciò che accade intorno a loro.

“Ci muoviamo a piccoli passi in una stanza buia!”

Queste sono le parole che hanno accompagnato la decisione della BCE di lasciare i tassi a zero ancora fino alla fine del 2019 e di lanciare una asta per liquidità a lungo termine (LTRO) a settembre. L’economia rallenta, l’inflazione non si è mai fatta viva, i fattori di rischio si moltiplicano: la solita Italia, che non può mai mancare, ed il comparto automobilistico tedesco. Guarda un po’!
La BCE si dimostra ancora una volta una istituzione vuota, priva di qualsiasi senso della realtà ed a maggior ragione della Storia, incapace di prevedere le dinamiche economiche ed ancor più di indirizzarle.

Il Qe, con l’acquisto sul mercato di oltre 2600 miliardi di titoli di Stato, non ha aumentato affatto la liquidità del sistema bancario.

Siamo ritornati al dicembre 2011.

In Italia, il credito al settore privato è diminuito ed il rallentamento della economia si deve a questo. Le banche, intanto, vedono aumentare i depositi a vista e ridurre continuamente la sottoscrizione delle obbligazioni: i risparmiatori non hanno più fiducia nella solidità del sistema. Il bail-in fa paura.

A settembre scorso li abbiamo visti tutti all’opera, all’attacco dell’Italia. E’ stato strumentalizzato lo spread, è stata evocata l’ira dei mercati, e tutto questo solo per una decina di miliardi di deficit nel 2019.

La sola ipotesi di spendere una decina di miliardi in più per investimenti ha scatenato l’inferno. Si sono mossi i diavoloni, quelli che hanno incassato gli oltre 2600 miliardi di euro di liquidità con il QE.

Economie in difficoltà, banche in debito di ossigeno.

Hanno sbagliato tutto.

Vadano a casa.

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