Il ministro degli Interni del governo dell'Ecuador, María Paula Romo, ha riferito che 350 persone sono state arrestate per essere legate alle proteste avvenute nella giornata di giovedì in almeno due città ecuadoriane.
La Ministra de Gobierno @mariapaularomo actualiza que hasta el momento hay 350 personas detenidas a nivel nacional. 159 en Guayaquil, 118 en Quito, 54 en las provincia fronterizas Esmeraldas, Zucumbios, Carchi e Imbabura @teleSURtv pic.twitter.com/zPsensbq02— Denisse Herrera (@denisseteleSUR) October 4, 2019
"Abbiamo arrestato più di 350 persone, queste persone sono legate a eventi violenti e di vandalismo a Guayaquil e Quito", ha reso noto Romo.
Il saldo che abbiamo alle 09:00 (ora locale) indica che il numero più alto di arresti è a Guayaquil con 159, mentre a Quito si contano 118 detenzioni (in molti casi arbitrarie) e in altre province di confine 54, ha affermato la funzionaria.
L'autorità ecuadoriana ha inoltre confermato che giovedì sono stati arrestati due leader indigeni e tre leader sindacali, questi ultimi incarcerati con l’accusa di aver paralizzato il servizio pubblico senza fornire ulteriori dettagli.
Ha inoltre ribadito che la misura dello stato di emergenza sarà mantenuta per 60 giorni al fine di mantenere l'ordine pubblico e, per quanto riguarda le misure economiche annunciate dal presidente ecuadoriano, si aspettano che vengano presto approvate dall'Assemblea Nazionale del paese.
Il ministro della Difesa dell'Ecuador, Oswaldo Jarrín, ha affermato che ci sono circa 100 mobilitazioni nel paese, meno di ieri, giovedì 3 ottobre.
"Abbiamo pattuglie permanenti nei viali principali di Quito e Guayaquil, abbiamo organizzato 293 squadre per proteggere la sicurezza e 90 squadre di risposta immediata”.
Il partito dell'ex presidente ecuadoriano Rafael Correa (2007-2017), Revolución Ciudadana (di sinistra), ha denunciato che il governo di Lenín Moreno criminalizza le proteste contro le misure economiche adottate nel quadro dell'accordo con il Fondo Monetario Internazionale (FMI), il cosiddetto ‘paquetazo’.
“Il gruppo parlamentare della Revolución Ciudadana condanna la la criminalizzazione della protesta sociale e la dichiarazione di stato di eccezione nazionale decretata dal presidente Lenin Moreno”.
“Riteniamo il governo nazionale responsabile di atti repressivi che violano l'integrità dei cittadini che esercitano il loro legittimo diritto di manifestare contro le misure economiche”, aggiunge il gruppo parlamentare che fa capo all’ex presidente Correa attualmente residente in Belgio.
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