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25/10/2019

Venerdi giornata di sciopero, su molti fronti

Le possibilità di ricorrere allo sciopero nel nostro paese come strumento di affermazione dei diritti dei lavoratori viene sempre più osteggiata dalle autorità con una legislazione che peggiora di anno in anno.

La giornata di venerdì 25 è diventata così l’occasione in molti settori del mondo del lavoro per prendere parola attraverso l’unica forma di mobilitazione disponibile per far sentire la propria voce.

Nei trasporti si faranno sentire le lavoratrici e i lavoratori dell’Alitalia. “Le Ferrovie dello Stato hanno perso mesi preziosi dopo essere state coinvolte obtorto collo dal passato governo, Delta e Lufthansa sono lì per spartirsi i brandelli della compagnia, Atlantia è al tavolo per garantirsi certezze sul core business aziendale, Mise e il nuovo governo agiscono come fossero spettatori” scrive l’Usb in un comunicato che convoca lo sciopero di 24 ore, “Gli unici veramente interessati ad Alitalia e alla sua sopravvivenza sono i lavoratori, quelli che negli ultimi due decenni hanno pagato sulla propria pelle le tante crisi causate da privatizzazioni scellerate e politiche aziendali dissennate”. Alitalia ha già dovuto cancellare 240 voli a causa dello sciopero.

Un cartello di sindacati di base (SiCobas, Cub, Slaicobas, Sgb,Usi) ha convocato per venerdì 25 uno sciopero generale di tutte le categorie su una piattaforma rivendicativa molto ampia e con manifestazioni convocate nelle principali città come Milano, Torino, Roma, Napoli, Firenze, Palermo, Catania. Lo sciopero del 25 era stato convocato a giugno quando c’era ancora il primo governo Conte – in un contesto politico diverso – ed è stato confermato anche con il nuovo esecutivo alle prese con la definizione della nuova Legge di Stabilità nella quale è assai difficile intravedere misure a favore dei lavoratori. Lo sciopero si farà sentire soprattutto nel settore della logistica.

Nella Capitale ci sarà anche uno sciopero di 4 ore dei trasporti locali convocato da Cgil Cisl Uil ma solo per i “bussolottari” cioè gli autisti che lavorano nella fascia serale 20-24. Mentre è previsto lo sciopero dei lavoratori delle società municipalizzate e partecipate del Comune di Roma con una manifestazione in Campidoglio. Su questo sciopero convocato da Cgil Cisl Uil il giudizio avanzato dalla Usb è però tranciante: “In questi anni Cgil, Cisl e Uil hanno firmato di tutto, dagli accordi Era1 ed Era2 in Atac per lavorare di più a meno salario, al contratto sull’igiene ambientale, fortemente peggiorativo, addirittura arrivando a denunciare l’azienda che voleva, se non altro, differirne l’entrata in vigore. Non una parola per le reinternalizzazioni, a cominciare dai lavoratori della Multiservizi o gli AEC delle scuole comunali. Silenzio sui lavoratori della manutenzione degli autobus, licenziati in tronco, che sono il vero motivo dei tantissimi incidenti che continuano a prodursi alle vetture. Nè una parola sui lavoratori dei canili, altro servizio pubblico fortemente ridimensionato sotto la giunta Raggi” commentano dall’Usb di Roma senza fare sconti neanche alla Giunta Raggi: “Questa giunta non solo non funziona ma si è accodata, con i nuovi ingressi degli assessori Lemmetti e Gianpaoletti, alle scelte di contenimento del bilancio imposte dai governi “amici”. Ma chi la contesta nasconde progetti dello stesso segno, a cominciare da Salvini e Zingaretti. È vero, i lavoratori ormai non sanno a che santo votarsi. Ma almeno evitiamo di portare “l’acqua con le orecchie” a quelli che ci hanno ridotto in queste condizioni”.

Come dicevamo all’inizio, il tentativo autoritario di annullare il diritto di sciopero sta vedendo un’altra tappa di questo processo di restaurazione. La Commissione di Garanzia, diventata nei fatti una sorta di tribunale, ha chiesto un incontro all’Aran il prossimo 5 novembre per chiedere norme ancora più restrittive per quanto riguarda l’esercizio del diritto di sciopero nella scuola da parte dei sindacati di base.

Ai lavoratori, siccome e purtroppo non mancano affatto le ragioni, vorrebbero togliere la forza. Difendere ed estendere il diritto di sciopero diventa una priorità.

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