Nonostante il governo colombiano continui ad alzare colonne di fumo per oscurare ulteriormente la scena dell’uccisione di due capi guerriglieri delle FARC-Secunda Marquetalia, “El Paisa” e Romaña, e che la loro organizzazione guerrigliera non abbia ancora rilasciato una dichiarazione sulla verità dei fatti, tutto indica che nell’operazione di commando e nelle operazioni di intelligence che hanno ucciso entrambi, siano intervenuti come consiglieri o esecutori mercenari di diversi paesi, tra cui israeliani, statunitensi e membri dell’esercito colombiano.
Il governo di Ivan Duque afferma che i due leader della guerriglia “sono stati tolti dalla circolazione”, un rozzo eufemismo per giustificare due crimini e per coprire i veri colpevoli. Il governo infatti fa circolare una versione fumosa nella quale si pone l’accento sull’idea che siano stati giustiziati “in Venezuela” da un’ala “dissidente” delle FARC (quella guidata dal comandante Gentil Duarte) o che siano stati uccisi direttamente dai loro stessi compagni nella Seconda Marquetalia.
Ma ci sono sempre più prove che l’operazione internazionale sia stata condotta nello stesso modo di quella che ha ucciso il comandante Jesús Santrich. Per confondere ulteriormente la situazione, l’establishment colombiano ha lanciato la notizia che “si è trattato di un regolamento di conti per questioni di traffico di droga”, mentre tutti sanno che sono proprio loro, i leader uribisti ad essere da sempre legati ai grandi cartelli della droga e che ora accusano l’insurrezione per coprire le loro malefatte.
L’operazione o le operazioni del commando si sono svolte al confine caldo con il Venezuela, e si presume che siano stati usati esplosivi e armi ad alto potenziale per distruggere i veicoli in cui viaggiavano i leader delle Farca. Ci sono rapporti sull’intervento di almeno un centinaio di commandos (distribuiti con diversi compiti) e non è ancora chiaro se entrambi i guerriglieri siano stati uccisi nello stesso giorno o in giorni diversi.
D’altra parte, è chiaro che le continue visite a Bogotà di alti funzionari statunitensi, compresi quelli del Comando Sud, stanno determinando questo tipo di azioni di “ripulitura” di diverse aree del paese per favorire i loro partner del narcotraffico e, d’altra parte, per generare operazioni contro il Venezuela senza dover incontrare alcun ostacolo sulla loro strada.
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