Una pioggia di critiche e commenti negativi si è abbattuta sull’Alta Corte britannica per la sentenza che ha dato semaforo verde all’estradizione di Julian Assange negli Stati Uniti dove lo attende una condanna tombale per aver pubblicato i file dei crimini di guerra Usa in Iraq e Afghanistan.
Per paradosso la vergognosa sentenza è arrivata nella giornata internazionale dedicata ai diritti umani. Ed appare sempre più evidente che se Assange fosse stato un giornalista russo o cinese a quest’ora avrebbe ricevuto il Premio Sacharov dal parlamento europeo, il Premio Nobel e magari anche un cavalierato al Quirinale. Ma ha denunciato i crimini di guerra degli Stati Uniti e il “sistema” occidentale non glielo perdona.
“Come può essere giusto, come può essere corretto, come può essere possibile estradare Julian nel Paese che ha cercato di assassinarlo”, ha detto la moglie di Assange, facendo riferimenti alla rivelazione dello scorso settembre su una operazione della Cia per rapire e uccidere Assange quando si stava rifugiando nell’ambasciata dell’Ecuador a Londra.
“Consentendo questo appello, l’Alta corte ha scelto di accettare le assicurazioni diplomatiche profondamente viziate fornite dagli Stati Uniti, che Assange non sarebbe stato tenuto in isolamento in un carcere di massima sicurezza” ha commentato Nils Muiznieks, direttore per l’Europa di Amnesty International. “Se estradato negli Stati Uniti, Julian Assange potrebbe non solo affrontare un processo con l’accusa ai sensi dell’Espionage Act, ma anche un rischio reale di gravi violazioni dei diritti umani a causa di condizioni di detenzione che potrebbero equivalere a tortura o altri maltrattamenti” ha sottolineato Muiznieks.
Adesso la decisione sull’estradizione di Assange è nella mani del governo britannico, quindi sarà tutta politica.
Ma questa volta, per una sorta di legge del contrappasso, una durissima critica alla autorità giudiziarie di Londra, è arrivata anche dalla Russia la quale ha definito “vergognoso” il verdetto dell’Alta corte di Londra. Per il ministero degli Esteri di Mosca, “l’Occidente ha così celebrato in modo degno la Giornata mondiale dei diritti umani” che ricorre oggi: “Questo vergognoso verdetto nell’ambito di questo caso politico contro il giornalista e personaggio pubblico è un’altra manifestazione della visione del mondo da cannibale che ha il tandem anglosassone”, ha scritto sul suo canale Telegram la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, riferendosi a Usa e Regno Unito.
Insomma chi da sempre viene messo sistematicamente sul banco degli imputati in materia di diritti umani, questa volta può puntare legittimamente il dito contro i suoi accusatori. Il doppio standard che già abbiamo visto all’opera contro i migranti al confine tra Polonia e Bielorussia, adesso è visibilissimo anche sulla libertà di informazione.
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