La Commissione europea ha deciso di alzare il livello di coinvolgimento nella guerra contro la Russia obbligando le aziende di armamenti nella Ue a fornire munizioni agli Stati membri, affinché questi le trasferiscano all’Ucraina. Secondo il giornale tedesco Der Spiegel la misura è prevista in una proposta di legge che la Commissione intende chiudere nella giornata di oggi.
Se l’iniziativa andasse in porto, dovrebbe entrare in vigore un meccanismo automatico qualora si registrassero “strozzature nella fornitura di equipaggiamento critico per la difesa che possono incidere sulla sicurezza dell’Ue”. Le aziende per gli armamenti dovrebbero quindi soddisfare gli ordini dei Paesi membri, posticipando o annullando quelli ricevuti da parte di Stati che non fanno parte dell’Ue.
Per attivare il meccanismo dovrebbe essere sufficiente che uno Stato membro intenzionato a fornire munizioni all’Ucraina chieda l’intervento della Commissione europea. Allo stesso tempo, la richiesta potrebbe provenire da almeno tre Paesi membri che vogliono procurarsi proiettili in maniera congiunta.
I produttori di armi non dovrebbero temere ricorsi dai Paesi terzi interessati, perché l’intervento della Commissione europea verrebbe considerato come “forza maggiore” sul piano giuridico, ossia come esigenza bellica.
La Commissione, tra l’altro, non agirebbe da sola ma in coordinamento con gli Stati dell’Ue dove hanno sede le aziende di armamenti. Affinché la proposta entri in vigore sarà necessaria l’approvazione dei Paesi membri e del Parlamento europeo.
La proposta è stata elaborata sotto la responsabilità del commissario europeo al Mercato interno e i Servizi Thierry Breton e fa seguito alla decisione del Consiglio europeo con cui l’Ue si è impegnata a fornire all’Ucraina un milione di proiettili d’artiglieria entro 12 mesi. I capi di Stato e di governo dell’Unione europea hanno concordato anche l’assemblaggio congiunto dei proiettili e l’aumento delle capacità produttive.
Secondo fonti diplomatiche consultate da Der Spiegel, il raggiungimento del milione di proiettili per l’Ucraina è ancora “molto lontano”. Tra l’altro, mancano i dettagli degli appalti. “Il motivo principale è la resistenza della Francia all’acquisto di proiettili da Paesi terzi”.
Secondo la Commissione europea, non manca la capacità di fornire all’Ucraina munizioni sufficienti. Breton dispone, infatti, dei dati sulle capacità produttive in 25 dei 27 Stati dell’Ue, tenuti segreti. Inoltre, la squadra del commissario europeo al Mercato interno e ai Servizi ritiene che la consegna di un milione di proiettili di artiglieria all’anno all’Ucraina sia “a portata di mano”.
Finora, non si sono registrati i risultati annunciati anche perché “gran parte della produzione europea di munizioni è stata destinata a Paesi al di fuori dell’Ue”. A sbloccare la situazione dovrebbe intervenire la proposta di Breton, denominata “legge europea per sostenere la produzione di munizioni” (Asap).
Secondo la Commissione europea, il provvedimento dovrebbe chiarire che i Paesi membri possono utilizzare i fondi strutturali e il Next Generation EU per sviluppare le capacità nel settore degli armamenti. Allo stesso tempo, si propone di destinare alla produzione dei proiettili 500 milioni di euro del bilancio dell’Ue, di cui 260 dal Fondo europeo per la difesa (Edf) e e 240 dallo Strumento per rafforzare l’industria europea della difesa attraverso appalti congiunti (Edipra).
Gli Stati membri dovrebbero ottenere un rimborso del 40 per cento per le spese effettuate con questi strumenti e, se concludono partenariati per la produzione di munizioni, dovrebbero ricevere un bonus del 10 percento. I Paesi dell’Ue dovrebbero, infine, ottenere un ulteriore 10 per cento se assegneranno la priorità alle forniture dei proiettili all’Ucraina.
E poi negano che la Ue sia in guerra contro la Russia.
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