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20/05/2023

Il rimescolamento degli assetti internazionali in Asia centro-meridionale

di Francesco Dall'Aglio

Negli ultimi giorni, mentre eravamo occupati a pensare a Bahmut, ai Patriot e agli F-16, è successa una serie di cose interessanti sull'asse Russia-Caucaso-Iran (e pure India). Cronologicamente, perché a me pare tutto collegato: già il 21 aprile, direi a sorpresa, il Primo Ministro armeno Nikol Pashinyan aveva annunciato la sua disponibilità a firmare un accordo di pace con l'Azerbaijan. A questa notizia non era seguito nulla fino al 17 maggio, quando era stato annunciato, sempre un po' a sorpresa, che il 19 (oggi) si sarebbero riuniti a Mosca i Ministri degli esteri di Armenia e Azerbaijan. E infatti si sono riuniti sotto la supervisione di Lavrov, in un incontro preparatorio per la riunione tra Pashinyan e Aliyev (il Presidente dell'Azerbaijan) che si terrà sempre a Mosca il 25, con la presenza stavolta di Putin.

Non è detto che a quest'incontro segua la risoluzione del conflitto, perché la situazione è parecchio complicata anche e soprattutto perché in Armenia sono in molti a criticare la politica accomodante di Pashinyan.

Questo rinnovato attivismo russo si spiega però con altre considerazioni, oltre che il desiderio di risolvere un conflitto ai propri confini e nel quale sono implicati come forza di interposizione.

Sempre il 17, infatti, Putin e il presidente iraniano Raisi hanno firmato (ognuno a casa sua, collegati in videoconferenza) l'accordo per la costruzione congiunta di una ferrovia che collegherà le città iraniane di Rasht e Astara, entrambe sul Caspio: lunga 162 chilometri, costerà 1.6 miliardi di $ (ho convertito dai rubli per facilità di comprensione) e si prevede di chiudere i lavori in quattro anni. Come Putin ha specificato, la costruzione di questa linea avverrà in coordinamento con l'Azerbaijan, che collegherà la sua Astara a quella iraniana (sì, sono due città con lo stesso nome da un alto e dall'altro del fiume Astarachay che segna il confine tra i due stati). Questo consentirà un collegamento ferroviario ininterrotto tra Moska, Baku, Teheran e i porti iraniani sull'Oceano Indiano, Bandar-Abbas e Chabahar, da cui si raggiunge molto velocemente Mumbai, in India - allego una carta per rendere meglio l'idea.


Lo stato di tensione tra Iran e Azerbaijan era l'ostacolo più grande per il lancio definitivo del "Corridoio Internazionale di Trasporto Nord-Sud", che consentirebbe alla Russia di continuare a commerciare con i mercati asiatici evitando le strozzature marine ostili o potenzialmente ostili del Baltico, del Mediterraneo e dei Dardanelli. mentre il collegamento navale attraverso il Caspio è attivo da sempre, e nell'ultimo anno ha visto aumentare di molto il volume delle merci che vi transitano, il limite ancora invalicabile perché il "Corridoio" sia un'alternativa praticabile è la mancanza di infrastrutture iraniane. Il collegamento ferroviario Rasht-Astara è il primo passo per la risoluzione del problema, che certo richiederà sforzi politici e finanziari non indifferenti per essere competitivo.

La cosa, ad ogni modo, non finisce qui. Russia e India, con l'attenzione molto interessata della Cina, stanno considerando la possibilità di creare una linea trans-artica per trasportare le merci asiatiche e il petrolio e il gas liquido russo attraverso, appunto, l'Oceano Artico e poi il Mar del Giappone e il Mar della Cina. Rosatom e Novatek intendono mantenere perennemente sgombra dai ghiacci una via commerciale, anche durante l'inverno, tra Arhangelsk e Vladivostok, abbandonando definitivamente la via del Baltico e consentendo un flusso di merci e carburante ininterrotto tra i porto russi, cinesi e indiani. La strada, ha detto sempre Putin in un video-incontro con i capi delle regioni russe, è aperta anche a "investitori stranieri interessati", cioè appunto India, Cina e sud-est asiatico. Anche qui ci saranno un bel po' di lavori da fare (costruire nuove navi da trasporto, da soccorso, rompighiaccio, infrastrutture in un ambiente parecchio ostile), ma sembra proprio che sia questa la direzione che si sta prendendo.

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