Protagonisti i promotori dell’assemblea “sos emilia romagna, soldi ai territori non alle armi”.
Per la costruzione di una manifestazione regionale per un 2 giugno per la terra e contro la guerra .
Qui il video della contestazione.
Il ministro Salvini è venuto a Bologna per una conferenza stampa con le autorità competenti in merito alla gestione dei danni dovuti all’alluvione che ancora in queste ore sta colpendo i territori dell’Emilia Romagna.
Dopo giorni che viviamo le tragiche conseguenze dell’alluvione e spaliamo nel fango per aiutare le persone che stanno subendo i danni maggiori in tutta la regione e in Romagna in particolare, non possiamo accettare la pelosa ipocrisia di chi ha votato l’aumento delle spese militari dirottando risorse pubbliche e gettando benzina sul fuoco sull’attuale escalation bellica.
“In queste ore tragiche, il nostro territorio non può subire l’affronto di chi semina morte e si prepara a investire oltre 13 miliardi di euro di fondi pubblici (secondo le stime più restrittive) per la realizzazione dell’inutile e dannoso Ponte sullo Stretto di Messina” – afferma Marta Collot, portavoce nazionale di PaP e membro del Coordinamento Nazionale di Unione Popolare.
“L‘intera classe dirigente, il governo e tutta la classe politica da destra al centrosinistra che governa la Regione Emilia Romagna dovrebbero riconoscere il loro fallimento nella gestione della crisi climatica affrontata con cementificazione e consumo di suolo, quando il territorio nazionale dalla Sicilia al Piemonte vede infrastrutture viarie cadere letteralmente a pezzi e i corsi fluviali necessiterebbero di lavori enormi“.
Rilanciamo l’appello di convocazione per l’assemblea regionale che si terrà la sera del 24 maggio in piazza San Rocco.
Per la costruzione di una manifestazione regionale per un 2 giugno per la terra e contro la guerra .
Qui il video della contestazione.
Il ministro Salvini è venuto a Bologna per una conferenza stampa con le autorità competenti in merito alla gestione dei danni dovuti all’alluvione che ancora in queste ore sta colpendo i territori dell’Emilia Romagna.
Dopo giorni che viviamo le tragiche conseguenze dell’alluvione e spaliamo nel fango per aiutare le persone che stanno subendo i danni maggiori in tutta la regione e in Romagna in particolare, non possiamo accettare la pelosa ipocrisia di chi ha votato l’aumento delle spese militari dirottando risorse pubbliche e gettando benzina sul fuoco sull’attuale escalation bellica.
“In queste ore tragiche, il nostro territorio non può subire l’affronto di chi semina morte e si prepara a investire oltre 13 miliardi di euro di fondi pubblici (secondo le stime più restrittive) per la realizzazione dell’inutile e dannoso Ponte sullo Stretto di Messina” – afferma Marta Collot, portavoce nazionale di PaP e membro del Coordinamento Nazionale di Unione Popolare.
“L‘intera classe dirigente, il governo e tutta la classe politica da destra al centrosinistra che governa la Regione Emilia Romagna dovrebbero riconoscere il loro fallimento nella gestione della crisi climatica affrontata con cementificazione e consumo di suolo, quando il territorio nazionale dalla Sicilia al Piemonte vede infrastrutture viarie cadere letteralmente a pezzi e i corsi fluviali necessiterebbero di lavori enormi“.
Rilanciamo l’appello di convocazione per l’assemblea regionale che si terrà la sera del 24 maggio in piazza San Rocco.
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Mercoledì 24 maggio | Ore 20:30 | Piazza San Rocco (incrocio via del Pratello/Via Calari)
ASSEMBLEA PUBBLICA per costruire una manifestazione il 2 giugno per la terra contro la guerra: soldi ai territori e non alle armi!
Mentre organizziamo la solidarietà concreta con le decine di migliaia persone colpite dall’alluvione, non possiamo stare zitti di fronte alle responsabilità che hanno portato all’ennesima “tragedia annunciata”, responsabilità che stanno tutte nella mancata risposta al cambiamento climatico, affrontato a occhi chiusi proseguendo con l’urbanizzazione sfrenata consentita da nuove leggi regionali disastrose, con la continua impermeabilizzazione del suolo, con la deregolamentazione del mercato immobiliare, con gli scarsi o mancati investimenti nella salvaguardia e manutenzione costante del territorio, con la logica del profitto anteposto agli interessi sociali.
Tutto ciò fa del “sistema Emilia-Romagna” la regione con il più elevato dissesto idrogeologico d’Italia in cui il partito unico degli affari e del cemento continua a farla da padrone.
Il cambiamento climatico fa sì che eventi climatici “estremi” come quelli di Maggio saranno la nuova normalità, alternati a lunghe fasi di siccità. A Maggio si è mostrato in maniera lampante come dovrebbero cambiare le priorità che governano la nostra società.
Le priorità dovrebbero essere opere diffuse di messa in sicurezza di argini e vie d’acqua, dovrebbe essere un’urbanistica adattata alle nuove condizioni, dovrebbe essere la messa a servizio delle risorse pubbliche per il soccorso. Però, il modello di sviluppo dell’Emilia-Romagna va nella direzione completamente opposta a quella auspicabile.
La nostra regione è la più inquinata d’Europa, la terza regione in Italia per consumo di suolo. Nella nostra regione si prosegue a costruire il Passante di Mezzo che allarga l’autostrada a 18 corsie e si vogliono costruire l’Autostrada Cispadana (Rolo-Reggiolo/Ferrara: 67 Km) e la Bretella autostradale Campogalliano-Sassuolo.
Sono le conseguenze di una regione governata da un grumo di interessi materiali capitanati dal PD che governano questa regione da decenni, con la copertura degli alleati “di sinistra” e “ecologisti” che mettono la tinta green su una gestione disastrosa. Un grumo di interessi che occupa anche lo spazio della cosiddetta “opposizione di destra”, che infatti sostiene tutti i grandi progetti, al limite con qualche balletto di facciata col governo nazionale.
Quello che mettiamo sotto accusa è un intero progetto di “sviluppo” che fa diventare la Pianura Padana un grande centro della logistica. Un progetto di “sviluppo” che deve continuare a espandere il traffico aereo. Un progetto di “sviluppo” che ha bisogno dei rigassificatori. Un progetto “di sviluppo” dal posizionamento del nostro paese dentro un blocco euro-atlantico che prevede più spesa militare e meno per i bisogni della popolazione.
Chiamiamo questa assemblea per costruire una mobilitazione regionale il 2 Giugno, nel giorno della Repubblica che viene trasformato anno dopo anno nel giorno delle forze armate. Una mobilitazione regionale per la nostra terra e per la Terra in generale, contro la guerra. Una manifestazione regionale per dire che la solidarietà non è solo spalare fango, ma anche esigere giustizia e verità per le vittime di questo modello “di sviluppo”.
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