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25/05/2023

Oggi portate pazienza: cresceremo domani!

di Guido Salerno Aletta

Nel 2023, nonostante il deficit al 5,9% del PIL, la crescita americana sarà dello 0,1%.

I dati sono ufficiali: il Congressional Budget Office statunitense ha appena rivisto al ribasso le previsioni di crescita del PIL reale per l'intero 2023 che aveva formulato a maggio dell'anno scorso: dal +2,2% le ha portate allo +0,1%. È un dato che è stato arrotondato per difetto, per prudenza, rispetto al +0,165% che viene riportato nelle tabelle allegate alla relazione annuale sul bilancio federale.

In ogni caso, per il 2023 è stagnazione: il dato del Valore aggiunto reale lordo per il settore non agricolo (Real Gross Value Added: Non Farm Business) è infatti stimato pari a 0,0%.

Il PIL nominale, invece, quello che tiene conto dell'inflazione, crescerebbe del 3,1% anziché del 4,5% previsto un anno fa. C'è però da sottolineare che in questo caso per "inflazione" non si intende l'aumento dei prezzi al consumo per le famiglie, ma il "deflatore del PIL", un dato che comprende tutta una serie di variazioni di prezzi, da quelli delle importazioni a quelli della produzione: in questo caso sarà del 3% (3,1% - 0,1%) mentre era stato previsto del 2,3% (4,5% - 2,3%).

Le previsioni relative all'inflazione dei prezzi al consumo, CPI-U (Consumer Price Index–Urban), sono state portate per il 2023 al +4% rispetto al +2,7% previsto un anno fa. Per il 2024, la previsione è del +2,4% rispetto al +2,3% sempre previsto un anno fa.

La conclusione è poco confortante: nel 2023 la previsione di crescita del PIL reale dell'economia americana è stata azzerata (+0,1% anziché +2,2%), mentre sia il deflatore del PIL (+3% anziché +2,3%) che l'inflazione dei prezzi al consumo (+4% anziché +2,7%) sono stati rivisti al rialzo.

Niente paura, però. Sempre secondo il CBO, la situazione in prospettiva è addirittura migliorata, visto che secondo le nuove previsioni nel periodo 2024-2026 il PIL reale crescerebbe in media del 2,5% l'anno anziché dell'1,5% come era stato stimato nella primavera dell'anno scorso. Per la precisione, nelle tabelle si prevede solo un +1,7% nel 2024, poi un +2,7% nel 2025 ed infine un +2,4% nel 2026.

Bisogna considerare un altro dato: l'ammontare del deficit federale, che è in crescendo rossiniano.

Calcolato secondo l'anno solare, mentre nel 2022 era stato pari al 5,5% del PIL, quest'anno sarà del 5,9%. Nel 2024 sarà del 5,8% mentre nel 2025 raggiungerà la stratosferica quota del 6,2%.

Qualche dubbio viene, a questo punto, sulla efficacia di questo deficit federale, visto che anche nel 2022 il PIL reale era aumentato di pochissimo, appena del +1,9% con un deficit del 5,5%. Quest'anno, addirittura col 5,9% di deficit, la crescita è prevista molto meno, allo 0,1%.

Se si va a guardare poi l'output gap del PIL reale, la stima della differenza tra il prodotto effettivo e quanto l'economia potrebbe crescere senza determinare un surriscaldamento, i dati forniti dal CBO hanno tutti il segno negativo: -2,7% nel 2023, -2,5% nel 2024 e -1,6% nel 2025.

Sembra dunque che l'economia americana abbia spazio per crescere, ma che non abbia nessuna voglia di mettersi a lavorare. Per quest'anno, infatti, non è previsto nessun aumento in termini reali del Valore aggiunto nel settore non agricolo: il deficit di spesa pubblica federale va tutto in inflazione.

Non resta che aspettare il 2024, un anno finalmente di grande crescita economica per gli Usa, ma soprattutto denso di appuntamenti elettorali con le Presidenziali, il rinnovo della Camera dei Rappresentanti e di un terzo del Senato.

E chissà che tutta questa spesa federale in disavanzo non serva proprio per convincere gli elettori...

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