Anche le fonti ucraine ormai ammettono che la devastata cittadina di Bakhmut (Artemosvk per i russi) è caduta.
“Dieci mesi dopo l’inizio dell’assalto della Russia alla città un tempo fiorente dell’Oblast di Donetsk, Bakhmut è stata ora effettivamente occupata dalle truppe russe” – scrive oggi il quotidiano ucraino Kyev Indipendent – Ciò non è stato ancora confermato da Kyiv, ma è evidente sulla base sia delle dichiarazioni ufficiali che di quelle rilasciate dai soldati sul campo al giornale ucraino.
Nei commenti raccolti dal giornale del 21 maggio, Serhii Cherevatyi, portavoce del Comando operativo orientale ucraino, ha confermato che le truppe di Kyev mantengono le posizioni e le fortificazioni nella parte sud-occidentale della città vicino al monumento aereo del MiG-17 distrutto. I soldati ucraini che combattono intorno a Bakhmut hanno detto al Kyiv Independent che le battaglie alla periferia della città sono ancora in corso, ma l’esercito ucraino ha effettivamente perso il controllo delle ultime strade e degli edifici a più piani all’interno dei confini della città.
Le truppe ucraine sono ancora in grado di avvicinarsi alla città, ha affermato Cherevatyi, ma a causa dell’intensità del fuoco d’artiglieria russo, il movimento di attrezzature e veicoli verso le posizioni è complicato.
Il comandante ucraino ha affermato che il problema principale è l’intensità del fuoco di artiglieria, mortai e carri armati russi, aggiungendo che i bombardamenti dell’esercito russo non sono diminuiti nonostante le lamentele di Prigozhin sulla mancanza di munizioni.
Il Kyev Indipendent ricorda come in un’insolita intervista rilasciata all’Associated Press il 29 marzo scorso, Zelensky, tuttavia, ha ammesso apertamente la motivazione politica alla base della decisione di resistere ad ogni costo a Bakhmut.
Zelensky nell’intervista ha affermato che la presa di Bakhmut avrebbe dato una spinta morale tanto necessaria alla Russia e ai suoi alleati, mentre avrebbe smorzato la speranza tra i partner dell’Ucraina che una vittoria militare di Kiev nella guerra fosse realizzabile.
Sorprendentemente, il presidente ucraino aveva anche affermato che la sconfitta a Bakhmut avrebbe fatto “sentire stanchi” gli ucraini e avrebbe persino spinto per un cessate il fuoco. “La nostra società mi spingerebbe a raggiungere un compromesso con loro”.
Un servizio dell’agenzia russa Ria Novosti scrive che “In senso militare, l’idea dei nostri avversari strategici era quella di macinare i combattenti russi nell’attacco, trasformando Artemovsk in una sorta di Verdun. Nella prima guerra mondiale, Verdun, era una fortezza francese e nei falliti tentativi di assalto i tedeschi esaurirono tutto il loro potenziale di combattimento. Tuttavia, qualcosa è andato storto, l’idea con Verdun si è rivoltata contro i suoi autori”.
Secondo il direttore di Analisi Difesa, Gianandrea Gaiani, “Le difficoltà di Kiev a definire una posizione chiara e univoca sulla situazione militare a Bakhmut, la cui caduta viene ormai commentata e considerata assodata anche dagli osservatori militari russi e ucraini che animano diversi canali Telegram, potrebbero indicare una certa confusione negli apparati decisionali determinata forse anche dall’assenza da Kiev di Zelensky”.
Non è sfuggito agli analisti militari il maldestro tentativo degli osservatori occidentali – come già segnalavamo ieri sul nostro giornale – di sminuire la caduta di Bakhmut.
Qualcuno dovrebbe avvisare di tutto questo il giornale La Repubblica che continua a vaneggiare. Il titolo di oggi è emblematico.
La caduta di Bakhmut, per il suo significato militare, politico, simbolico e morale sta mettendo in difficoltà anche gli alleati dell’Ucraina e il relativo circo mediatico, sottolinea infatti Gianandrea Gaiani, rilevando come il famigerato Istituto per lo studio della guerra (ISW) – think-tank statunitense che non ha mai nascosto il sostegno alla causa ucraina – commentava nel suo ultimo bollettino che “la presunta cattura da parte di Prigozhin degli isolati rimanenti a Bakhmut non è strategicamente significativa in quanto non consentirà all’esausto Wagner o alle forze russe convenzionali di stabilire un trampolino di lancio significativo per ulteriori operazioni offensive. I continui contrattacchi ucraini a nord, ovest e sud-ovest di Bakhmut complicheranno qualsiasi ulteriore avanzata russa oltre Bakhmut nel breve termine”.
Sulle scelte delle forze russe la vede piuttosto diversamente dall’ISW Francesco Dall’Aglio, attento osservatore della situazione militare sul campo “La strategia seguita dalla Russia finora sta pagando e non c’è alcuna indicazione che una strategia diversa, cioè passare all’offensiva, potrebbe avere risultati migliori perché l’esercito NATO in Ucraina non è ancora sufficientemente degradato da cedere terreno senza infliggere perdite pesanti che l’establishment russo apparentemente non è disposto ad accettare per motivi di politica interna. Per cui credo che continueranno ad attendere la controffensiva ucraina, magari continuando con i guadagni incrementali dalle parti di Svatovo-Kremminna, Avdiivka, Marinka”.
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