La città di Bakhmut (Artemovsk per i russi) è caduta. Anzi no. O forse si. Comunque “non era strategica”.
Nella notte del 21 maggio, il Ministero della Difesa russo ha annunciato che a seguito delle operazioni offensive della compagnia Wagner, con il supporto dell’artiglieria e dell’aviazione del Gruppo meridionale delle forze armate russe, la liberazione di Artemovsk (Bakhmut in ucraino) era completata.
Dopo l’annuncio del ministero della Difesa russo sulla conquista della città ucraina, è stato lo stesso presidente ucraino Zelensky a rilasciare un commento che suonava come un’ammissione di sconfitta proprio quando il suo esercito dovrebbe lanciare la tanto attesa controffensiva di primavera, scrivono le agenzie.
Il presidente ucraino, ha precisato il suo portavoce, non ha confermato la presa di Bakhmut da parte delle truppe russe durante i suoi commenti a margine del vertice del G7. “Il presidente ha negato la cattura di Bakhmut“, ha detto Sergiy Nykyforov su Facebook. Quando gli è stato chiesto se Bakhmut fosse ancora nelle mani dell’Ucraina, dopo che Mosca ha annunciato la sua cattura, Zelensky ha risposto: “Penso di no“.
Teatro della più lunga battaglia dall’inizio dell’invasione di Mosca in Ucraina, il destino della città è stato a lungo in bilico tra le forze armate ucraine e quelle russe. “Come risultato delle azioni offensive delle unità d’assalto Wagner, con il supporto dell’artiglieria e dell’aviazione dell’unità Sud, la liberazione della città di Artemovsk è stata completata“, ha dichiarato il ministero della Difesa russo, utilizzando il nome di Bakhmut dell’era sovietica.
Per gestire una cattiva notizia sul fronte militare, le fonti ucraine e occidentali ricorrono allo schema della volpe e dell’uva. Significativo quanto ammette il think thank statunitense Institute for the Study of War secondo cui: “L’annuncio della cattura di Bakhmut da parte della Russia non ha alcun significato strategico, poiché non permetterà alle forze esauste di Mosca di creare una testa di ponte per ulteriori operazioni offensive”. la dichiarazione è stata ripresa dalla Ukrainska Pravda.
Il think thank statunitense ritiene inoltre che la dichiarazione del fondatore del Gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, sulla partenza dei suoi mercenari dalla città contesa potrebbe essere un tentativo di fuorviare le truppe ucraine. ”La vittoria di Prygozhin sui restanti distretti di Bakhmut è puramente simbolica, anche se fosse vera”.
“A Bakhmut non c’è più niente, hanno distrutto tutti gli edifici. Per ora Bakhmut esiste solo nei nostri cuori“, ha detto Zelenski al vertice del G7 a Hiroshima rispondendo alle domande dei giornalisti che chiedevano se le forze ucraine stessero ancora resistendo o se la Russia avesse preso la città. “Dovete capire che non c’è niente – ha precisato il presidente ucraino – oggi Bakhmut è solo nei nostri cuori“.
Dal canto suo il presidente russo Vladimir Putin si è congratulato con i miliziani del gruppo Wagner e con i militari delle forze armate russe.
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