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30/05/2023

Turchia - Erdogan vince e resta al potere

Erdogan, ha vinto le elezioni con il 52,1 per cento delle schede al ballottaggio contro lo sfidante Kemal Kilicdaroglu, che si è fermato al 47,9 per cento dei consensi. Tra i due il divario è stato di 2,3 milioni di voti, erano stati 2,5 milioni al primo turno di 2 settimane fa.

Leggermente più bassa, ma comunque altissima l’affluenza al voto, 83,6%, al primo turno era stata dell’88%, percentuali di partecipazione che nei paesi occidentali sono ormai un lontano ricordo. Per fare un paragone l’affluenza alle urne al secondo turno delle elezioni presidenziali francesi dello scorso anno, che ha contrapposto Emmanuel Macron a Marine Le Pen ed è stata considerata esistenziale per la Francia, è stata inferiore al 72% e Macron è stato eletto con il 58,54% dei voti.

Questo risultato sancisce l’inizio del terzo mandato di Erdogan, che rimarrà alla guida del Paese fino al 2028.

Nella giornata di ieri, a urne ancora aperte, Erdogan aveva dichiarato che è tempo di “difendere la volontà del popolo fino all’ultimo”. Lo sfidante Kilicdaroglu ha dichiarato: “Queste elezioni hanno chiaramente indicato che la nazione ha una reale volontà di combattere e cambiare il governo autocratico”.

Contro Erdogan ha votato la costa Egea e quella Mediterranea, ma anche le grandi città come Istanbul e Ankara, mentre il presidente turco ha dominato anche nelle aree colpite dal devastante sisma dello scorso 6 febbraio. Il sud est a maggioranza curda ha visto un leggero vantaggio a favore di Kilicdaroglu, che era sostenuto dai filo curdi di HDP, ma ha perso voti in seguito alle alleanze concluse da Erdogan con gli ultranazionalisti tra il primo e il secondo turno.

Kilicdaroglu aveva messo insieme un’alleanza elettorale basato sul suo partito – il CHP – di centrosinistra, cinque partiti di destra chiamati la Tavola dei Sei, e il sostegno del partito curdo HDP. Anche lui aveva fatto appello ai nazionalisti turchi con la promessa di rimpatriare tutti i 3,7 milioni di rifugiati siriani nel Paese.

Le dichiarazioni sempre più nazionaliste del candidato dell’opposizione e l’accordo con il Partito della Vittoria (di destra) hanno allontanato parte degli elettori curdi. Al ballottaggio si è registrato un calo dell’affluenza alle urne nelle aree dominate dai curdi, che è scesa dall’81,70% al 75,74%.

Erdogan fino alle elezioni del 2015 aveva governato da solo con il suo partito Akp. Da allora è stato costretto a governare in coalizione perdendo consensi, senza però che questa perdita fosse sufficiente a porre fine al suo potere.

Il primo a inviare le sue congratulazioni ad Erdogan è stato l’emiro del Qatar, – e capofila della Fratellanza Musulmana – Tamim bin Hamad Al Thani, che si è congratulato con “il mio caro fratello Recep Tayyip Erdogan”.

Curiosamente però tra i primi a congratularsi con Erdogan per la vittoria è stato anche il principe ereditario saudita, Mohammed bin Salman, fino a ieri “rivale” della Turchia in Medio Oriente. A seguire sono arrivati gli auguri di Mohammed bin Zayed degli Emirati Arabi Uniti e del presidente dell’Egitto, Abdel Fattah al Sisi. A seguire i presidenti di Francia, Russia e Ucraina, rispettivamente Emmanuel Macron, Volodymyr Zelensky e Vladimir Putin, oltre che dal cancelliere tedesco, Olaf Scholz.

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