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26/05/2023

Guerra in Ucraina - Un po' di chiarezza sui fatti di Belgorod

di Francesco Dall'Aglio

Molto velocemente, sulla questione dell'incursione oltre il confine russo. Gli effetti concreti sono stati nulli, quelli propagandistici molto grandi; del resto il motivo per cui è stata organizzata era questo, certamente non la conquista di territorio russo. Il discorso che viene fatto è duplice: da un lato la Russia non è in grado di difendere i propri confini, dall'altro c'è una opposizione armata al governo russo in grado di "liberare", anche se per poco tempo, parti del territorio russo, e addirittura una "repubblica di Belgorod" pronta a secedere, avvalorando l'idea ormai apertamente diffusa in certi circoli che alla Russia non debba più essere consentito di esistere così com'è, ma che vada sezionata in base a criteri più o meno etnici. Del resto lo vogliono gli stessi russi, come gli eventi di due giorni fa hanno dimostrato.

In realtà non hanno dimostrato un bel niente - o meglio, niente di tutto questo. L'esercito di liberazione, oltre ad essere armato con materiale ucraino e NATO e ad essere al servizio delle FFAA ucraine, non è affatto composto solo da russi. E i russi di cui è composto sono estremisti di destra che hanno lasciato la Russia dopo il 2014, perché dall'altra parte del confine hanno trovato un terreno più fertile per la loro ideologia: quindi diciamo che il motivo di questa opposizione non è proprio la liberazione dei popoli della Russia ma un'altra cosa che non penso sia necessario spiegare.

Veniamo al primo punto, quello della supposta incapacità di difendere i confini. La difesa delle frontiere non è un baluardo sul quale sono disposte tutte le truppe a disposizione, ma un insieme di posti di osservazione e controllo alle spalle dei quali ci sono le riserve mobili, alle spalle delle quali ci sono le riserve strategiche. Le guardie di confine hanno ovviamente ceduto, sono intervenute le riserve mobili e la situazione è stata prima tamponata, poi risolta. È la stessa cosa del fronte, con la differenza che ovviamente sulla linea di un fronte sono schierate più unità di quante non ce ne siano sui confini. Anche al fronte, però, l'elemento risolutivo sono le riserve, non la prima linea: riserve che servono o a rinforzare la prima linea in caso di attacco, o a intervenire se la prima linea crolla per arginare l'avanzata. Un tempo Hollywood questa cosa la sapeva ("arrivano i nostri", cioè appunto le riserve), ora pare essersene dimenticata; del resto il trasferimento delle riserve è operazione lunga e noiosa, non fa audience.

Questa cosa, che a quanto pare non tutti sanno, contrasta con l'argomento principale di coloro che considerano l'incursione un successo: la Russia sarà obbligata a rinforzare le difese sui confini per prevenire altri raid, ma non ha truppe a sufficienza per farlo e dovrà necessariamente impiegare i reparti schierati in Ucraina, indebolendo il fronte e consentendo il successo della controffensiva. Peccato che le unità impiegate contro gli infiltrati non siano state stornate dal fronte ma dalle riserve mobili che non fanno parte dei reparti che combattono in Ucraina (non ci sarebbero mai arrivate, dal fronte). Il raid, casomai, ha chiarito che possono entrare in azione in tempi ragionevolmente brevi e riuscire nello scopo, nonostante la difficoltà del non potere intervenire con artiglieria e aviazione per non correre il rischio molto concreto di uccidere civili. Però, visto che i commenti alla vicenda sono appunto propaganda a nostro uso e consumo, possiamo tranquillamente affermare che abbia avuto successo: ora c'è gente convinta che le frontiere russe siano un colabrodo, che l'esercito russo dovrà richiamare i soldati dal fronte per difenderle, che ci sia un'armata russa in esilio che combatte contro Putin e che le regioni che compongono la Russia vogliano la secessione. Per cui, come al solito, mandiamo più armi che la vittoria finale è in vista.


Chiudo con un dettaglio simpatico: il 20 maggio il satellite GeoEye-1 della Maxar ha fotografato e caricato sul suo sito le immagini del distretto di Grajvoron (allego foto). Si tratta naturalmente di una semplice casualità: del resto gli USA hanno detto che non approvano, e che anzi stanno cercando di capire come mai gli infiltrati avessero mezzi statunitensi visto che loro non glieli hanno forniti. Chissà come mai.

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