di Francesco Dall'Aglio
Ieri sera (notte, in verità, è cominciata più tardi del previsto e si è dunque conclusa più tardi) si è tenuta a Mosca la riunione tra il primo ministro armeno Nikol Pashinyan e il presidente azero Ilham Aliyev, "moderata" da Putin, dove si è discusso principalmente dello sblocco dei trasporti e delle infrastrutture economiche. Alla fine, facce abbastanza provate e non troppo amichevoli (mi sa che Putin ha pensato un paio di volte all'opzione nucleare, e non riguardo l'Ucraina), ma nella dichiarazione finale le divergenze sono state presentate come "ostacoli superabili" di natura "puramente tecnica".
Tra una settimana i colloqui riprenderanno e se ne occuperanno stavolta i vice primi ministri, così se vogliono tirarsi i portacenere possono farlo con maggiore libertà e meno conseguenze.
La sensazione abbastanza chiara è che la Russia abbia mollato l'Armenia, la cui posizione sia militare che diplomatica si è fatta insostenibile, e che Pashinyan non solo lo sappia bene, ma abbia anche capito che le cose non possono essere troppo diverse. Nel momento in cui tutti gli attori regionali stanno lavorando per risolvere la crisi siriana e integrare, per quanto possibile, le economie di Iran, Turchia e Arabia Saudita con quelle russa e cinese, la questione del Nagorno Karabakh va tolta di mezzo e non può che essere risolta in questo modo.
Del resto, si saranno anche detti i russi, è dal 1992 che l'Armenia è entrata in orbita USA, ricevendo più di un miliardo di dollari in aiuti da parte dell'USAID per "portare avanti la transizione democratica" e "incrementare la sicurezza economica" (qui la pagina dell'USAID sulle sue attività in Armenia - cercano personale, se a qualcuno interessa), senza contare le decine di altre ONG statunitensi impegnate nel paese. Si facciano aiutare da loro, avranno pensato, così poi saranno loro a doversela vedere con la Turchia e con Israele, sponsor storici dell'Azerbaijan.
Ma nemmeno gli americani vogliono farlo, ovviamente: mentre i grandi capi erano a Mosca, a Baku è calato Javier Colomina, Rappresentante Speciale della NATO per il Caucaso e l'Asia Centrale, che ha incontrato il Ministro degli esteri azero Bayramov per discutere di cooperazione bilaterale e sostenere la normalizzazione delle relazioni tra Armenia e Azerbaijan. E la normalizzazione dei rapporti, ormai, si è capito che strada ha preso.
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