Intorno alle 6 di questa mattina è iniziato il rilascio delle acque radioattive della centrale nucleare di Fukushima. Ad annunciarlo è la Tepco – l’azienda che gestisce la centrale nucleare distrutta nel 2011 – specificando che il rilascio sarebbe stato interrotto se fossero state rilevate anomalie.
L’acqua sarà inizialmente rilasciata in porzioni più piccole e con controlli supplementari, con un primo scarico per un totale di 7.800 metri cubi in circa 17 giorni a partire da oggi, ha dichiarato la Tepco.
Il piano di rilascio in mare delle acque di Fukushima, è stato approvato dal governo giapponese e dall’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica, che il mese scorso ha dichiarato che il rilascio è conforme agli standard di sicurezza internazionali e avrebbe un “impatto radiologico trascurabile per le persone e l’ambiente”. Ma questa versione non ha convinto affatto molte comunità giapponesi né gli altri paesi che si affacciano sul Pacifico. L’organizzazione ecologista Greenpeace parla di uno “scempio”.
È stato così avviato un processo di rilascio delle acque contaminate stoccate nella centrale che continuerà per diversi decenni e che continua a suscitare proteste sia in Giappone che in Corea del Sud e Cina.
La protesta più clamorosa è avvenuta nella Corea del Sud dove 16 persone sono state arrestate per aver tentato di entrare nell’ambasciata giapponese a Seul durante una manifestazione per denunciare lo scarico in mare dell’acqua di Fukushima.
Il gruppo di manifestanti, composto per lo più da giovani, ha raggiunto l’ottavo piano, dove si trova l’ambasciata, e ha appeso striscioni di condanna del rilascio dell’acqua di Fukushima in mare. “Il mare non è la pattumiera del Giappone”, recitava uno degli striscioni. “Smettete subito di rilasciare acqua contaminata”.
Un ufficiale di polizia della stazione di polizia di Jongno, nella capitale, ha detto che 16 persone sono state arrestate con l’accusa di violazione di domicilio, e di aver cercato di entrare nell’ambasciata.
In Corea del Sud a luglio si erano svolte manifestazioni anche contro l’Aiea che ha dato il via libera allo sversamento in mare delle acque contaminate. Durante la visita a Seul del direttore generale dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica (AIEA) Rafael Grossi, il gruppo Azione collettiva contro lo scarico di acqua radioattiva nell’oceano da parte del Giappone si è riunito in piazza Gwanghwamun per la sua quarta “giornata di azione nazionale”, chiedendo al Giappone di stoccare l’acqua irradiata dalla centrale nucleare di Fukushima sulla terraferma invece di rilasciarla nell’oceano.
La Cina, che per protesta aveva convocato l’ambasciatore giapponese, intanto ha sospeso le importazioni di tutti i “prodotti ittici” dal Giappone a causa del rilascio di acque reflue dalla centrale nucleare di Fukushima nell’Oceano Pacifico.
“Al fine di prevenire in modo completo i rischi per la sicurezza alimentare derivanti dalla contaminazione radioattiva causata dallo scarico in mare delle acque reflue nucleari di Fukushima, proteggere la salute dei consumatori cinesi e garantire la sicurezza degli alimenti importati, l’Amministrazione generale delle dogane ha deciso di sospendere completamente l’importazione di prodotti acquatici originari del Giappone dal 24 agosto 2023, compresi gli animali acquatici commestibili”, scrive in una nota l’autorità doganale cinese.
Il Financial Times rivela che il Giappone si era ben guardato dall’annunciare lo sversamento delle acque della centrale di Fukushima in occasione del vertice anticinese a tre con Usa e Corea del Sud, soprattutto per non guastare le relazioni con Seul. Passato il vertice si è dato il via libera all’operazione.
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