di Francesco Dall'Aglio
L’Agenzia Federale per il Trasporto Aereo ha fornito la lista dei nomi dei passeggeri dell’Embraer 135 precipitato dalle parti di Tver’, nella quale compaiono – ma si sapeva già – sia il nome di Prigožin che, soprattutto, quello di Dmitrij Utkin.
I corpi delle vittime non sono stati ancora identificati, quindi siamo ancora in attesa di una conferma ufficiale del decesso dei due che, a meno di una mastodontica campagna di disinformazione, sembra abbastanza certo.
Ipotizzando dunque che Prigožin e Utkin siano morti – e tutti gli indizi in nostro possesso sembrano portare in questa direzione – resta da capire cosa è successo davvero, e qua già si è scatenata qualunque ipotesi.
Procediamo con ordine. O l’aereo è precipitato per cause accidentali o è stato fatto precipitare.
Se è precipitato per cause accidentali ogni teoria di complotto cade; se è stato fatto precipitare, bisognerebbe stabilire se mediante una bomba a bordo o mediante l’utilizzo della contraerea.
Non è distinzione da poco, perché la bomba a bordo può avercela messa chiunque ed è un atto volontario, la contraerea è per forza russa. Ma potrebbe essersi trattato di un incidente, e anche in quest’ultimo caso dovremmo escludere il complotto.
Inoltre, se è stato un atto volontario da parte della contraerea, dovremmo stabilire se è stata un’azione improvvisata da qualcuno che magari voleva vendicarsi dei 13 aviatori uccisi dalla Wagner durante la sua assurda marcia, o se l’ordine è partito dai vertici militari e/o dal governo.
Se è stata invece una bomba, chi ce l’ha messa? I servizi segreti ucraini? I servizi segreti russi? I servizi segreti occidentali? Per ora nessuno si è intestato niente.
Se la distruzione dell’aereo è stata voluta dal governo russo, ovviamente la cosa non sarà mai ammessa; stesso ragionamento in caso siano stati ucraini o occidentali, cosa che mi pare comunque un po’ più difficile (anche se non escludo che qualche formazione di kantiani, russa o ucraina, possa rivendicare l’attentato – se è stato un attentato).
Insomma, non se ne sa nulla e non se ne saprà nulla, probabilmente, per un pezzo.
Bisogna non solo aspettare i risultati dell’inchiesta ma anche vedere cosa comunicheranno le autorità russe e in che modo lo faranno.
Il mondo “Z”, intanto, è diviso tra chi piange l’eroe e chi esulta per la morte del traditore. Il gruppo dirigente della Wagner annuncia comunicati e compone una croce con le finestre illuminate sulla sua sede di San Pietroburgo. Questo è quanto sappiamo finora.
P.S. Opinione personale (e quindi magari sbagliata?). Nel quadro generale del conflitto è una cosa assolutamente irrilevante e, dal punto di vista della gestione delle operazioni, la morte di Utkin è più importante (ma non fondamentale) di quella di Prigožin.
Poi c’è la propaganda spicciola...
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