Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

26/08/2023

Trump arrestato per finta, USA nel caos davvero

La crisi verticale di una superpotenza è dimostrata anche da questo.

Nella notte italiana Donald Trump è stato formalmente arrestato nel carcere di Atlanta per 13 capi di imputazione, tra cui cospirazione e violazione della legge anti racket, nel procedimento che lo vede imputato per aver tentato di sovvertire il voto in Georgia nel 2020. Si tratta per lui del quarto arresto.

Stavolta, diversamente dalle altre tre, gli è stata scattata anche la foto segnaletica. Che lui stesso ha fatto postare su Twitter – cui era stato riammesso da Elon Musk – facendola diventare l’icona indispensabile per correre alle prossime presidenziali (novembre 2024) nel ruolo della “vittima del sistema”.

Anche la foto segnaletica, infatti – manifestamente studiata e preparata con cura, come per un manifesto pubblicitario – segna una delle tante “prime volte” di questa vicenda che scuote il sistema politico e istituzionale statunitense, mostrandone la fragilità anche formale.

Per la prima volta un presidente uscente non ha riconosciuto la sconfitta elettorale. Per la prima volta un presidente formalmente ancora in carica ha icitato la folla ad assaltare il Congresso. Per la prima volta un presidente ha fatto pressione su un governatore (quello della Georgia) perché modificasse i risultati elettorali attribuendo a lui i voti mancanti per la vittoria. Ecc.

Di fronte a tutto questo, per il momento, Donald Trump ha dovuto solo versare una cauzione per poi tornarsene a casa col suo aereo privato, cominciando a pianificare la campagna elettorale che potrebbe riportarlo alla Casa Bianca.

Con quali intenzioni e obiettivi, non è difficile da immaginare.

E la domanda, per i cultori della “legalità borghese”, quella di cui gli Stati Uniti rappresenterebbero il momento più alto, è: com’è possibile che un eversore dichiarato possa continuare a “concorrere” per la carica politica più potente del mondo?

Com’è possibile che un “fuorilegge” orgoglioso di esserlo possa ridiventare “il legislatore supremo”?

Anche nel momento dell’arresto, anzi cogliendo l’occasione per approfondire la delegittimazione totale di ogni altra istituzione, ha infatti attaccato la procuratrice rappresentante dell’accusa, Fani Willis, dipinta come “spregevole e della sinistra radicale”.

Di più. “Perché – ha scritto su Truth – ci sono così tanti omicidi ad Atlanta? Perché c’è così tanta criminalità violenta? La gente ha paura di uscire per comprare una pagnotta!

Uno dei motivi principali è che la fallimentare procuratrice distrettuale, Fani Willis, che sta facendo campagna e raccogliendo fondi per incastrare Trump (proprio come gli altri!), non ha il tempo, i soldi o l’interesse per perseguire i veri criminali, anche quelli quelli veramente violenti, che stanno distruggendo Atlanta, e la sua cultura e il suo stile di vita, un tempo meravigliosi. Questo è ancora un altro giorno triste in America”.

Una ‘narrazione’ apocalittica che sembra aver ormai conquistato non solo il vecchio Partito Repubblicano – anche gli altri candidati alla nomination per le presidenziali parlano ormai in termini simili – ma soprattutto l’“America profonda”, impasto di farmer del Midwest, convinti che a Washington comandino “i comunisti” perché devono pagare le tasse, ma anche operai di industrie che hanno delocalizzato o vanno chiudendo, ecc.

La cosa più seria e grave, per la superpotenza in crisi di egemonia, è che non importa più cosa è vero e cosa è falso in questa narrazione. La divaricazione tra establishment e “popolo” si va va allargando, trasformandosi in sfiducia totale per qualsiasi istituzione che non corrisponda alla “visione alternativa” trumpiana.

È questo il segno più chiaro di evoluzione verso la “guerra civile” interna.

E una superpotenza in queste condizioni è un problema per tutto il mondo. Perché i suoi comportamenti internazionali vanno progressivamente perdendo le caratteristiche di una strategia razionale – ovviamente imperialista, ma “razionale” – per assumere quelle di imprevedibilità isterica. Con azioni motivate da esigenze di breve momento della leadership temporaneamente al comando.

E gli esempi certo non mancano... Ogni evento che riguarda i rapporti tra Trump e “la legge” contribuisce a scardinare la nozione stessa di “legge”, perché dimostra concretamente che non esiste una norma “uguale per tutti”.

Ogni reazione scandalizzata di “democratici” – più o meno forcaioli legalitari o “liberal” dell’upper class – dimostra l’impotenza delle “regole formali” davanti a modificazioni dei rapporti tra le classi, e di queste con lo Stato, che richiederanno comunque “altre regole”, con altre giustificazioni ideologiche.

Trump è certamente l’eversore reazionario dell’ordine esistente, ma da nessun suo “discorso” emerge un’idea razionale di superamento della crisi Usa. Solo un “ritorno alla grandezza perduta”.

Come se fosse una questione di “personale politico” inadeguato, anziché di fine di un’epoca...

Sono tempi sempre più pericolosi, questo è certo.

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento