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14/09/2023

Speculare su Lampedusa e fregarsene di tutto

La situazione a Lampedusa è certamente drammatica, ma la situazione generale non è seria.

In poche ore decine di imbarcazioni di fortuna hanno raggiunto l’isola più meridionale d’Italia, portando il numero dei migranti presente a oltre 7.000. L’hotspot, come noto, ha una disponibilità al massimo di 680 posti, grazie all’ultimo “potenziamento”.

Dunque questa massa umana è accampata un po’ dove capita, a partire ovviamente dal molo, e la polizia (anzi: la Guardia di Finanza) non ha trovato di meglio che caricarla.

I volontari, la Croce Rossa, la Protezione Civile e il personale medico sono al limite della resistenza fisica e dei mezzi materiali (acqua, viveri, coperte, medicinali, ecc).

Di fronte a tutto questo il governo a trazione fascio-leghista dà come al solito il peggio di sé.

Complice anche, bisogna dire, la “tempestiva” decisione di Parigi e Berlino di bloccare le frontiere ai migranti in uscita dall’Italia a causa delle inadempienze del governo Meloni, che non ha rispettato i criteri del “patto di Dublino” – sottoscritto, nelle sue varie fasi di realizzazione, dai governi di qualsiasi colore (da Andreotti a Berlusconi, a Letta) – secondo cui l’esame della “richiesta d’asilo” è competenza del paese di “prima accoglienza”.

Il che significa, in pratica, che i migranti arrivati via mare devono tornare in Italia, Spagna, Grecia, qualsiasi sia il paese in cui nel frattempo si sono spostati.

L’aumento esponenziale degli arrivi e la contemporanea chiusura dei canali di uscita verso l’Europa hanno fatto evidentemente saltare i nervi, oltre a svuotare di senso gli argomenti usati dai partiti della maggioranza.

Si era detto per anni, su tutti i giornali di area e nei talk show, che i migranti arrivavano in Italia perché c’erano governi “troppo permissivi”, come se chi fugge dalla morte e dalla fame potesse selezionare con cura il punto d’approdo, come in un agenzia di viaggi (“dove mi manganelleranno di meno, a Roma o Parigi?”).

Fatto sta che ora, con il governo notoriamente più razzista e migrante-fobico della storia recente, gli sbarchi sono più che raddoppiati rispetto all’anno precedente. Prova provata che quella “diagnosi” sul “permissivismo” era buona solo per ascoltatori alcolizzati...

Ma questo governo non si cura della logica, né – tanto meno – della soluzione dei problemi, specie se molto complessi come quello delle migrazioni.

Giorgia Meloni, con invidiabile improntitudine, ha rispolverato il mantra con cui si era spianata la strada verso le elezioni: “Il punto non è come ci passiamo i migranti fra noi [i paesi europei, ndr]. L’unico modo per risolvere per tutti la questione è fermare i movimenti primari, cioè gli arrivi in Italia, e su questo continuo a lavorare”.

È stata ben attenta ad evitare di dire “blocco navale”, per non far sganasciare tutti (e persino Vespa che la stava intervistando). Ma quello, grosso modo, significava. Visto che il resto – accordi con la Tunisia e la Libia di Tripoli – e già stato fatto.

L’impagabile Matteo Salvini, di fronte a tanta sicumera muscolare della premier, ha pensato bene di alzare l’asticella retorica: “Questo è un esodo di migranti pianificato dalla criminalità organizzata. È un atto di guerra. Penso che sia qualcosa di voluto e organizzato anche per mettere in difficoltà un governo scomodo. Sono convinto che ci sia una pianificazione e una regia dietro a questo esodo, perché 6mila arrivi in 24 ore non è un caso. Non possiamo assistere ad altre scene come quelle delle ultime ore. Quando ti arrivano non tre ma 120 barchini, devi risolvere il problema a monte”.

La “guerra” scatenata da “poteri oscuri” è un classico del cazzeggio da osteria, ma un ministro – per di più vice-premier – dovrebbe essere più chiaro e indicare nemici chiari, identificabili, e naturalmente disporre i mezzi per “combatterlo”.

E qui casca l’asino. Se quella flotta di barchini arriva da Tunisia e Tripoli, con chi hai firmato accordi? Con la “criminalità organizzata”?

Ricordiamo che la Tunisia ha governo piuttosto autoritario e molto discutibile, ma certamente filo-occidentale. Dunque o non è in grado di svolgere il ruolo di carceriere contrattato (e pagato) con l’Europa e l’Italia, oppure sta facendoci “guerra”. Attendiamo pazientemente di vedere Salvini sbarcare a Tunisi alla testa delle truppe…

Peggio ancora con la parte di Libia che ha capitale a Tripoli. Lì il regime è tenuto in piedi proprio da Italia e Unione Europea. Gli accordi per farne un ignobile campo di concentramento per migranti africani sono stati sottoscritti da “democratici” come Minniti e dallo stesso Salvini.

La loro “guardia costiera” è rifornita e addestrata dal governo italiano, che ha ospitato più volte nelle sue basi il capo di quella masnada. Che, sarà un caso sfortunato, è uno dei criminali riconosciuti dall’Onu come “trafficanti di carne umana”, contemporaneamente capo degli “scafisti” e delle “guardie” che dovrebbero contrastarli.

A dar retta a Salvini, insomma, bisognerebbe “far guerra” ai boss con cui anche lui ha firmato accordi.

Tutto ciò, naturalmente, non è classificabile come “incapacità” o “stupidità” di una classe politica di serie C giunta al governo a forza di spazzatura spacciata per cioccolata.

Gli atteggiamenti pubblici di gente come Meloni e Salvini mostrano con chiarezza che da quelle parti ci si preoccupa soltanto di come nutrire i futuri consensi elettorali. Ma a risolvere i problemi, proprio non ci possono pensare…

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