A 14 anni dai bombardamenti e dall’invasione della Nato, il governo
della Serbia riconosce di fatto l’indipendenza della sua provincia in
cambio delle promesse da parte dell’UE su una possibile adesione di
Belgrado all’Unione.
Il governo serbo ha approvato l'accordo per la
normalizzazione dei rapporti con il Kosovo, raggiunto venerdì scorso a
Bruxelles e condizione essenziale affinché l'Ue conceda alla Serbia una
data di avvio dei suoi negoziati di adesione. Il compromesso
sottoscritto dal premier serbo Ivica Dacic e dal collega kosovaro Hashim
Thaci (ex comandante dell’Uck) è però contestato dai leader dei serbi
del Kosovo, che hanno parlato di "peggiore capitolazione e peggiore
tradimento mai avvenuti in Serbia" e hanno annunciato un referendum
locale.
Belgrado "ha accettato il primo accordo sui
principi che regolano la normalizzazione delle relazioni, che è
risultato del dialogo con il Kosovo a Bruxelles. Il governo ha ordinato
ai ministeri di prendere le necessarie misure per mettere in pratica
l'accordo e proseguire nell'applicazione degli accordi già esistenti con
i rappresentanti delle istituzioni di Pristina", si legge in un
comunicato del governo serbo, guidato da Ivica Dacic. Il parlamento di
Belgrado dovrà a sua volta esprimersi in settimana sull'accordo, ma la
coalizione al potere dispone di un'ampia maggioranza e non dovrebbe
incontrare ostacoli.
Pristina ha da parte sua già approvato
l'intesa, con una risoluzione del parlamento votata nella notte e resa
nota stamattina, in cui si dichiara "sostegno e approvazione per
l'accordo sulla normalizzazione delle relazioni". La risoluzione
proposta dal premier Hashim Thaci é stata approvata con 89 voti, i
contrari sono stati cinque, un deputato si è astenuto. Contro l'accordo
si è pronunciato solo il movimento nazionalista di opposizione
'Autodeterminazione', i cui attivisti hanno manifestato davanti al
parlamento di Pristina.
Secondo il testo circolato dopo l'intesa tra
i premier serbo e kosovaro, viene confermata la creazione di una
Associazione delle Municipalità a maggioranza serba in Kosovo, in
conformità alla Carta europea dell'autonomia locale e alle leggi del
Kosovo. L'autonomia si profila molto ampia per i settori
dell'istruzione, della sanità e dell'economia, ma non altrettanto forte
per le forze dell'ordine e la giustizia. E' prevista infatti l'esistenza
di un unico corpo di polizia, che dovrà integrare quelli "paralleli"
esistenti nel Nord kosovaro. Le principali municipalità serbe del Kosovo
settentrionale avranno un loro comandante di polizia. Per quanto
riguarda la giustizia, la giurisdizione sarà quella delle corti del
Kosovo, ma presso il Tribunale di appello di Pristina vi sarà un
collegio giudicante con una maggioranza di togati serbo-kosovari,
competente per le municipalità serbe del Kosovo.
Il
doppio via libera arriva contemporaneamente alla riunione a Lussemburgo
dei capi delle diplomazie dei paesi aderenti all’Ue, che in cambio del
si serbo al riconoscimento del Kosovo indipendente dovrebbero accelerare
l’integrazione di Belgrado nell’Unione.
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