Neanche il tempo di incassare la fiducia in Parlamento e il nuovo
premier Letta sarà già oggi in Germania per ricevere il vero “via
libera”. Un prevedibile segnale di subalternità che farà la differenza
tra parole e fatti.
Nella Prima e nella Seconda Repubblica si volava subito a
Washington, nella Terza Repubblica occorre andare a Berlino. Cambiano i
governi e le fasi storiche ma per i governi italiani serve sempre una
legittimazione dall’alto (talvolta anche quella del Vaticano). Enrico
Letta oggi riceverà la fiducia alla Camera e subito dopo volerà a
Berlino a prendere istruzioni e soprattutto per dare spiegazioni. Angela
Merkel è stata tra i primi leader europei che si sono complimentati con
Letta per il suo governo, ma nel colloquio telefonico ha invitato
subito il neo-premier a Berlino per ''poter parlare più
approfonditamente di tutti i temi all'ordine del giorno, soprattutto
ovviamente i temi di politica europea'', ha precisato un portavoce del
presidente del Consiglio. L'incontro è fissato per oggi alle 17,30 a
Berlino, alla fine ci sarà una conferenza stampa. Il portavoce del
governo tedesco Steffen Seibert, rende noto che: ''La cancelliera ha
parlato con il nuovo presidente del Consiglio Enrico Letta e si è
felicitata vivamente con lui per la formazione del governo augurando
pieno successo a questo governo''. Come già annunciato nel suo discorso
programmatico, dopo la tappa a Berlino, Letta ha in programma una sosta a
Parigi e una visita a Bruxelles giovedì. L'obiettivo di questi viaggi è
quello di presentare ai partner europei la politica che intende
perseguire il nuovo esecutivo: l'Italia intende proseguire nel cammino
di riordino dei conti pubblici ma chiede all'Unione europea di pensare
alle politiche per la crescita e non solo a quelle di austerity.
''L'Italia rischia di morire di austerità'', ha spiegato ieri Letta.
Secondo le indiscrezioni, al presidente francese Francois Hollande il
premier chiederà - come ha già fatto Mario Monti durante il suo mandato
di primo ministro - di fare asse per chiedere maggiore impegno
dell'Unione europea per la crescita. A Bruxelles il premier incontrerà
Manuel Barroso, presidente della Commissione europea. E' probabile che
in questa occasione Letta faccia presente che l'obiettivo del
risanamento è raggiunto e che il suo governo si attende che l'Italia
esca dalla procedura d'infrazione. Il presidente del Consiglio nel suo
discorso di ieri al Senato ha parlato di un piano straordinario per la
ricerca, di soluzione del problema esodati, di reddito minimo per le
fasce sociali più disagiate, di nuove politiche industriali, di rilancio
degli investimenti pubblici, di congelamento dell'Imu e dell'Iva senza
spiegare dove verranno trovate le risorse per fare tutto questo. E'
probabile che le visite a Berlino, Parigi e Bruxelles servano a Letta
per saggiare quali sarebbero le reazioni europee alla richiesta da parte
italiana di poter usufruire, come e' accaduto a Francia e Spagna, di
una dilazione di due anni per il rientro dal deficit, un passaggio
obbligato sul quale Letta si gioca la credibilità del rapporto tra le
parole e i desideri annunciati in Parlamento e la possibilità materiale
di praticarli, Troika permettendo.
Fonte
Peccato che posticipare il rientro dal deficit di qualche anno faccia fresco ad una crisi che è sistemica.
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