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30/04/2013

Governo. Prima tappa obbligata a Berlino

Neanche il tempo di incassare la fiducia in Parlamento e il nuovo premier Letta sarà già oggi in Germania per ricevere il vero “via libera”. Un prevedibile segnale di subalternità che farà la differenza tra parole e fatti. 


Nella Prima e nella Seconda Repubblica si volava subito a Washington, nella Terza Repubblica occorre andare a Berlino. Cambiano i governi e le fasi storiche ma per i governi italiani serve sempre una legittimazione dall’alto (talvolta anche quella del Vaticano). Enrico Letta oggi riceverà la fiducia alla Camera e subito dopo volerà a Berlino a prendere istruzioni e soprattutto per dare spiegazioni. Angela Merkel è stata tra i primi leader europei che si sono complimentati con Letta per il suo governo, ma nel colloquio telefonico ha invitato subito il neo-premier a Berlino per ''poter parlare più approfonditamente di tutti i temi all'ordine del giorno, soprattutto ovviamente i temi di politica europea'', ha precisato un portavoce del presidente del Consiglio. L'incontro è fissato per oggi alle 17,30 a Berlino, alla fine ci sarà una conferenza stampa. Il portavoce del governo tedesco Steffen Seibert, rende noto che: ''La cancelliera ha parlato con il nuovo presidente del Consiglio Enrico Letta e si è felicitata vivamente con lui per la formazione del governo augurando pieno successo a questo governo''. Come già annunciato nel suo discorso programmatico, dopo la tappa a Berlino, Letta ha in programma una sosta a Parigi e una visita a Bruxelles giovedì. L'obiettivo di questi viaggi è quello di presentare ai partner europei la politica che intende perseguire il nuovo esecutivo: l'Italia intende proseguire nel cammino di riordino dei conti pubblici ma chiede all'Unione europea di pensare alle politiche per la crescita e non solo a quelle di austerity. ''L'Italia rischia di morire di austerità'', ha spiegato ieri Letta. Secondo le indiscrezioni, al presidente francese Francois Hollande il premier chiederà - come ha già fatto Mario Monti durante il suo mandato di primo ministro - di fare asse per chiedere maggiore impegno dell'Unione europea per la crescita. A Bruxelles il premier incontrerà Manuel Barroso, presidente della Commissione europea. E' probabile che in questa occasione Letta faccia presente che l'obiettivo del risanamento è raggiunto e che il suo governo si attende che l'Italia esca dalla procedura d'infrazione. Il presidente del Consiglio nel suo discorso di ieri al Senato ha parlato di un piano straordinario per la ricerca, di soluzione del problema esodati, di reddito minimo per le fasce sociali più disagiate, di nuove politiche industriali, di rilancio degli investimenti pubblici, di congelamento dell'Imu e dell'Iva senza spiegare dove verranno trovate le risorse per fare tutto questo. E' probabile che le visite a Berlino, Parigi e Bruxelles servano a Letta per saggiare quali sarebbero le reazioni europee alla richiesta da parte italiana di poter usufruire, come e' accaduto a Francia e Spagna, di una dilazione di due anni per il rientro dal deficit, un passaggio obbligato sul quale Letta si gioca la credibilità del rapporto tra le parole e i desideri annunciati in Parlamento e la possibilità materiale di praticarli, Troika permettendo.

Fonte

Peccato che posticipare il rientro dal deficit di qualche anno faccia fresco ad una crisi che è sistemica.

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