Presentazione


Aggregatore d'analisi, opinioni, fatti e (non troppo di rado) musica.
Cerco

23/04/2013

Napolitano chi lo ha eletto, Renzi o Christine Lagarde?

Nella comica, pessima rappresentazione delle elezioni presidenziali da parte del mainstream è completamente mancata la copertura delle notizie su come si è mossa la diplomazia internazionale. D'altronde l'Italia formalmente è uno stato sovrano e quindi i media tendono a rappresentare questa forma. Quindi inviati da Montecitorio, dal Quirinale, dalla piazza.
Ma l'elezione di Napolitano non è stato un evento solamente romano o italiano. Tutto il focus rappresentativo è rimasto invece sul comportamento dei peones, delle correnti, sulle possibili decisioni di qualche capobastone. Sostanzialmente lo stesso modo di rappresentare l'elezione presidenziale dai tempi dell'affossamento di Fanfani a favore di Leone. Quando l'Italia, che era un paese a sovranità limitata per motivi molto più geopolitici che finanziari, in qualche modo doveva essere rappresentata come uno stato sovrano in mano ai protagonisti della democrazia rappresentativa.

Oggi che l'Italia è un paese a sovranità limitata per motivi più finanziari che geopolitici, e nel cambio ci ha pure perso molto, i media danno modalità di rappresentazione dell'elezione della presidenza della repubblica molto simili (a parte il full hd e twitter che qui sono forme e non contenuti) al mondo della tv in bianco e nero dei primi anni '70. Certo, un giornalista watchdog, non uno scendiletto,  a Washington, Bruxelles e Berlino sulle elezioni italiane avrebbe potuto dire molto di più di Cristina Vergara che sorrideva solo prima di annunciare la possibilità di un raggiungimento del quorum. Di qui è completamente mancata la possibilità, e anche l'intenzione, di fare la domanda giusta da parte dei media tradizionali. Ma non solo di quelli. I blog traboccano di commenti sulle presidenziali come gioco di ruolo del genere "ma se D'Alema..". Una domanda giusta ad un personaggio giusto, a nostro avviso, si sarebbe potuta fare a Christine Lagarde, presidente del fondo monetario internazionale. Oppure a Bil Gross, che gestisce il colosso di investimenti finanziari tedesco-americano Pimco, che a sua volta gestisce Total Return accreditato come il più grosso complesso di hedge fund al mondo, che ha disinvestito sull'Italia nel 2011 ma dal governo Monti-Napolitano investe stabile sull'Italia nonostante il difficile passaggio elettorale e presidenziale.
Già perché, come abbiamo visto, lo spread in tutta la fase di stallo politico istituzionale è aumentato ma non di molto. In parte tutto questo è dovuto all'aumento di liquidità, nel circuito finanziario globale, a seguito della politica della banca del Giappone. In parte, oltre al comportamento della Bce, dalla tenuta di colossi come Pimco sull'Italia. Segno che la soluzione delle larghe intese è ampiamente scontata da tempo sui cosiddetti mercati internazionali.

E che si sarebbe, al limite, andati alle larghe intese il mercato lo sapeva ufficialmente già dall'estate. Ufficialmente, con un discorso di Napolitano ampiamente sottovalutato anche dai media a supporto corale del presidente. Ma i media nazionali si sono, per i motivi che accennavamo, interessati più a cosa faceva Renzi, inseguendolo per le strade di Firenze ricavando dichiarazioni inutili, piuttosto che a capire cosa avveniva nel mondo dove, per motivi di peso finanziario, si può esercitare egemonia su questo paese. In quel mondo, che poi è quello reale, chi pubblicamente ha attaccato di più sul caso Italia, chi si è mosso scopertamente chiedendo rapida soluzione alla crisi è la presidente del Fmi Christine Lagarde. Gli altri paesi, specie la Germania dopo la gaffe del candidato SPD sui clown eletti al parlamento italiano, hanno mantenuto diplomatico riserbo. A parte che la Lagarde ha problemi propri, un'inchiesta in Francia, il Fondo Monetario Internazionale mostra delle frizioni evidenti con la Bce. Lo ha fatto anche sul caso greco: preferisce una Bce sul modello Federal Reserve. Diciamo una istituzione che crei bolle più velocemente di quanto possa fare la Bce (che è comunque strutturata i modo da deprimere i paesi dell'eurozona con una moneta demenziale).

Bene, la domanda da fare alla Lagarde, se si potessero ottenere risposte non criptiche, sarebbe: "ma, con tutto il suo muoversi pubblicamente sull'Italia, è soddisfatta della rielezione di Napolitano?"
Si legga una parte della lettera di auguri che la Lagarde ha spedito a Napolitano. Si parla dell'auspicio che il presidente della repubblica italiana si carichi "il compito di contribuire a superare l’impasse politica prima e quella economica successivamente". Non c'è alcun accenno a tutta la gabbia procedurale fiscal compact-two pack-pareggio di bilancio costruita a livello di eurozona. Ed è un silenzio che conta. E non è un caso, visto che la rottura parziale di questa gabbia non solo è importante per Washington, attore principale del FMI, ma anche per la Francia da cui proviene la Lagarde.
A questo punto viene quindi spontanea una domanda. La Lagarde ha mandato questo messaggio a Napolitano per felicitarsi della rielezione di un presidente favorevole a questa nuova, comunque non nuovissima, d'impostazione FMI, oppure per lanciare un avvertimento sulle necessità del fondo internazionale? La risposta ci farebbe capire molto del futuro di questo paese. Come ci farà capire molto quanto Roma seguirà Berlino nelle prossime settimane e quanto Parigi. O quanto, nell'ipotesi peggiore, starà stretta tra il farsi vampirizzare le risorse da Berlino, con il rigore, o dover pagare il primo creditore (Parigi).

Quindi alla domanda se Napolitano lo ha eletto Renzi o Christine Lagarde possiamo rispondere che, comunque sia andata, nella scelta la posizione della Lagarde ha contato più di quella del nuovo ospite di "Amici".  Certo, ora lo spread scende ma se una volta scontato l'effetto annuncio il governo delle "larghe intese" non decolla si potrebbero intravedere nuovi problemi interni ed internazionali. Ma questo è altro problema. Per adesso il disastroso ceto politico degli ultimi 20 anni si è barricato dentro il quirinale e, a loro, tanto basta.

redazione

22 aprile 2013

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento