Il testo della "proposta" avanzata dalla Fiom per ricucire i rapporti con
Fim, Uilm e Federmeccanica. Dove è andata a finire la Fiom del
conflitto (dal "modello Pomigliano" in poi)?
Ed ora la FIOM torna all’ovile!
Dopo il patto tra produttori arriva il patto tra concertatori?
Che
la FIOM, nonostante i tentativi di camuffarsi da ala sinistra della
CGIL promuovendo manifestazioni nazionali come quella del 18 maggio
prossimo, fosse pienamente e strutturalmente all’interno della logica di
subordinazione propria della sua confederazione, era chiaro a tutti
coloro i quali in questi anni hanno guardato all’operato del sindacato
guidato da Landini sulla base dei fatti concreti, fuori da ogni
impostazione politica o ideologica.
Ora non può più sfuggire a
nessuno la natura dell’ultima proposta partorita dalla FIOM e rivolta a
FIM e UILM, per il ripristino di un patto di solidarietà, dalla stessa
FIOM disdetto nel 2009, che vede al primo punto la riproposizione della
riserva del 33% nelle elezioni delle RSU per concedere eletti anche a
chi non ha ricevuti voti.
Davvero un’idea che rispecchia in pieno la
domanda di partecipazione, di democrazia reale, di sburocratizzazione,
che viene dai lavoratori, dai giovani, dai precari, alla faccia del
criterio una testa un voto!
Ma il vero scopo di queste avances viene
fuori andando a leggere gli altri punti del patto: iniziativa comune
verso Federmeccanica per il riconoscimento dei diritti e delle agibilità
alla FIOM, in cambio delle quali quest’ultima si impegna a ritirare
tutte le azioni giudiziarie in corso a condizione “ per la possibile
costruzione di un corretto clima di relazioni... anche nello spirito e
nell’ambito di quanto previsto dall’accordo interconfederale del 28
Giugno 2011” a suo tempo firmato dalla CGIL e criticato dalla FIOM.
Lo
stesso accordo che prevede lo svuotamento dei contratti nazionali
attraverso un mondo di deroghe, la defiscalizzazione/decontribuzione del
salario di produttività in base a parametri per nulla oggettivi,
lasciata alla valutazione soggettiva dell’azienda libera d’imporre
aumenti degli orari e dei carichi di lavoro e cioè del maggiore
sfruttamento di sempre meno lavoratori, come ha dimostrato tutta la
vicenda FIAT/Marchionne, seguita poi da tante altre aziende.
Un bel
passo in avanti non c’è dubbio che ben si inserisce nella proposta del
Patto tra Produttori avanzata da Confindustria e ben accolta dalla
troika di casa nostra, Camusso/Bonanni/Angeletti.
Ritorna sotto altre vesti la concertazione, ci risiamo con gli aiuti all’impresa, ci risiamo con la politica dei redditi.
Ma
quanto ancora dovremo pagare per dare ossigeno ad una masnada di
prenditori che solo negli ultimi 20 anni, in accordo con tutti i governi
e con CGIL CISL UIL ha prodotto deindustrializzazione, privatizzazioni,
precarietà, licenziamenti, disoccupazione, distruzione dei servizi
sociali, impoverimento generale?
Fino a quando glielo permetteremo?
Unione Sindacale di Base Lavoro Privato
Roma, 17 aprile 2013
La proposta di intesa avanzata dalla Fiom: 20130417155948844.pdf69.89 KB
Fonte
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