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17/04/2013

Italia in crisi. Ora crollano anche le esportazioni

Era l'unica voce del bilancio del paese che segnasse da tempo immemorabile un segno positivo, indicando un sistema produttivo orientato a far soldi altrove, piuttosto che a sviluppare il paese di residenza. Ora crolla anche questa.

I dati dell'Istat sono gravissimi, sia per le dimensioni che in proiezione futura. Rispetto al mese precedente, a febbraio 2013 si registra infatti una diminuzione per entrambi i flussi commerciali con l'estero, lievemente più ampia per l'export (-3,0%) che per l'import (-2,6%). E se per le importazioni si potrebbe emettere un sospiro di sollievo (indica comunque una contrazione dei consumi, anche industriali, come energia e materie prime), perché riduce l'indebitamento con l'estero, per le esportazioni si deve parlare di dato "drammatico".

La flessione congiunturale delle esportazioni è infatti  determinata soprattutto  dal calo delle vendite verso i paesi extra Ue (-5,7%), ovvero quelli verso i quali operiamo "a parità di moneta" con i nostri partner/concorrenti diretti (Germania, soprattutto). La contrazione dell'export è accentuata per i beni di consumo durevoli (-7,1%) e i beni strumentali (-4,8%), ovvero proprio nei settori in cui è specializzata l'industria nazionale.

La diminuzione congiunturale dell'import risente invece della flessione degli acquisti dai mercati extra Ue (-3,4%) e interessa soprattutto i prodotti intermedi (-4,3%) e i beni strumentali (-3,4%).

Rispetto allo stesso mese del 2012, a febbraio si registra un calo tendenziale delle esportazioni (-2,8%), sintesi di una diminuzione delle vendite verso i mercati Ue (-6,6%) e di un aumento verso quelli extra Ue (+2,1%). Ma qui si eredita un 2012 in qualche misura ancora "positivo" per l'export, che precipita invece con il nuovo anno.
La diminuzione delle importazioni é più ampia (-9,6%) rispetto a quella dell'export ed è principalmente imputabile al calo degli acquisti dai paesi extra Ue (-12,4%).

Nonostante questo arretramento generale, a febbraio 2013 il saldo commerciale è positivo (+1,1 miliardi), in forte miglioramento rispetto al 2012 (-1,2 miliardi), a causa evidentemente della drastica riduzione delle importazioni (ovvero della diminuzione dei consumi interni). Al netto dell'energia (voce passiva per definizione), il saldo mensile è attivo per 5,6 miliardi.

A febbraio la riduzione tendenziale dell'export è particolarmente accentuata verso i paesi EDA (-11,0%), la Germania (-9,7%) e la Cina (-9,2%). Rilevante è la diminuzione delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-11,2%), mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) (-9,9%) e prodotti tessili (-8,0%).

Sono in forte diminuzione le importazioni da MERCOSUR (-35,5%), Stati Uniti (-22,1%) e Paesi EDA (Economie dinamiche dell’Asia, -20,6%). Gli acquisti di prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere (petrolio e gas esclusi) (-47,5%), gas naturale (-37,7%) e autoveicoli (-24,4%) sono in forte contrazione, a riprova di una frenta fortissima soprattutto nel comparto industriale, ma anche nei consumi dei cittadini.

La diminuzione delle vendite di metalli di base e prodotti in metallo - esclusi macchine e impianti - verso Germania e Francia, macchinari e apparecchi n.c.a. verso la Cina e mezzi di trasporto (autoveicoli esclusi) verso Germania e paesi OPEC spiegano per oltre un terzo la diminuzione tendenziale dell'export.

Il rapportocompleto dell'Istat: pdfCommercio_estero__-_16_apr_2013_-_Testo_integrale.pdf368.79 KB
Le serie storiche della bilancia commerciale: xlsserie-Mondo_22013.xls253.5 KB

Fonte

Sono queste le cose che non dovrebbero far dormire gli italiani la notte.

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