Era l'unica voce del bilancio del paese che segnasse da tempo
immemorabile un segno positivo, indicando un sistema produttivo
orientato a far soldi altrove, piuttosto che a sviluppare il paese di
residenza. Ora crolla anche questa.
I dati dell'Istat sono gravissimi, sia per le dimensioni che in
proiezione futura. Rispetto al mese precedente, a febbraio 2013 si
registra infatti una diminuzione per entrambi i flussi commerciali con
l'estero, lievemente più ampia per l'export (-3,0%) che per l'import
(-2,6%). E se per le importazioni si potrebbe emettere un sospiro di
sollievo (indica comunque una contrazione dei consumi, anche
industriali, come energia e materie prime), perché riduce
l'indebitamento con l'estero, per le esportazioni si deve parlare di
dato "drammatico".
La flessione congiunturale delle esportazioni
è infatti determinata soprattutto dal calo delle vendite verso i
paesi extra Ue (-5,7%), ovvero quelli verso i quali operiamo "a parità
di moneta" con i nostri partner/concorrenti diretti (Germania,
soprattutto). La contrazione dell'export è accentuata per i beni di
consumo durevoli (-7,1%) e i beni strumentali (-4,8%), ovvero proprio
nei settori in cui è specializzata l'industria nazionale.
La
diminuzione congiunturale dell'import risente invece della flessione
degli acquisti dai mercati extra Ue (-3,4%) e interessa soprattutto i
prodotti intermedi (-4,3%) e i beni strumentali (-3,4%).
Rispetto allo stesso mese del 2012, a febbraio si registra un calo
tendenziale delle esportazioni (-2,8%), sintesi di una diminuzione delle
vendite verso i mercati Ue (-6,6%) e di un aumento verso quelli extra
Ue (+2,1%). Ma qui si eredita un 2012 in qualche misura ancora
"positivo" per l'export, che precipita invece con il nuovo anno.
La
diminuzione delle importazioni é più ampia (-9,6%) rispetto a quella
dell'export ed è principalmente imputabile al calo degli acquisti dai
paesi extra Ue (-12,4%).
Nonostante questo arretramento
generale, a febbraio 2013 il saldo commerciale è positivo (+1,1
miliardi), in forte miglioramento rispetto al 2012 (-1,2 miliardi), a
causa evidentemente della drastica riduzione delle importazioni (ovvero
della diminuzione dei consumi interni). Al netto dell'energia (voce
passiva per definizione), il saldo mensile è attivo per 5,6 miliardi.
A febbraio la riduzione tendenziale dell'export è particolarmente
accentuata verso i paesi EDA (-11,0%), la Germania (-9,7%) e la Cina
(-9,2%). Rilevante è la diminuzione delle vendite di metalli di base e
prodotti in metallo, esclusi macchine e impianti (-11,2%), mezzi di
trasporto (autoveicoli esclusi) (-9,9%) e prodotti tessili (-8,0%).
Sono in forte diminuzione le importazioni da MERCOSUR (-35,5%), Stati Uniti (-22,1%) e Paesi EDA (Economie dinamiche dell’Asia, -20,6%).
Gli acquisti di prodotti dell'estrazione di minerali da cave e miniere
(petrolio e gas esclusi) (-47,5%), gas naturale (-37,7%) e autoveicoli
(-24,4%) sono in forte contrazione, a riprova di una frenta fortissima
soprattutto nel comparto industriale, ma anche nei consumi dei
cittadini.
La diminuzione delle vendite di metalli di base e
prodotti in metallo - esclusi macchine e impianti - verso Germania e
Francia, macchinari e apparecchi n.c.a. verso la Cina e mezzi di
trasporto (autoveicoli esclusi) verso Germania e paesi OPEC spiegano per
oltre un terzo la diminuzione tendenziale dell'export.
Il rapportocompleto dell'Istat: Commercio_estero__-_16_apr_2013_-_Testo_integrale.pdf368.79 KB
Le serie storiche della bilancia commerciale: serie-Mondo_22013.xls253.5 KB
Fonte
Sono queste le cose che non dovrebbero far dormire gli italiani la notte.
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